Tesi etd-07182022-071129 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
D'AMATO, ANTONIO
URN
etd-07182022-071129
Titolo
ANALISI E SPERIMENTAZIONE DI NUOVE FORME VEGETAZIONALI PER IL RIPRISTINO E RIQUALIFICAZIONE DI SITI DEGRADATI
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PROGETTAZIONE E GESTIONE DEL VERDE URBANO E DEL PAESAGGIO
Relatori
relatore Prof. Vernieri, Paolo
relatore Prof. Volterrani, Marco
relatore Prof. Volterrani, Marco
Parole chiave
- discarica
- ripristino
- riqualificazione
- tappeto erboso
Data inizio appello
12/09/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/09/2062
Riassunto
Il tema del risanamento ambientale rappresenta uno degli argomenti che riguarda in primo piano il nostro paese, dove non poche sono le difficoltà su come poter intervenire. L’operazione di ripristino e riqualificazione ambientale, rappresenta solo la fase conclusiva dell’intero processo di recupero di un sito degradato, questa è anticipata da una serie d’operazioni atte ad eliminare tutti i potenziali rischi per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Nel presente lavoro di tesi si tratterà il ripristino e rinaturalizzazione di un sito degradato specifico, quale un ex centro di smaltimento rifiuti, realmente esistente, saranno indicate tutte le varie le operazioni che precedono la fase di riqualificazione del sito, attraverso la stesura di documenti diversi quali:
• un piano di caratterizzazione atto ad individuare attraverso una serie d’indagini le caratteristiche pedo-morfologiche e le varie problematiche che affliggono il sito in questione;
• un progetto preliminare dove sono pianificati e programmati gli interventi necessari ad impedire la diffusione degli inquinanti (precedentemente rilevati) nell’ambiente circostante;
• un progetto definitivo che definisce le modalità d’intervento e le tecnologie da utilizzare.
Una volta terminate tali operazioni, si procede con la riqualificazione e rinaturalizzazione del sito, inizialmente attraverso una serie indagini di natura tecnica, paesaggistica ed ambientale dell’areale intorno al sito, seguite da uno studio sulle caratteristiche territoriali con riferimento anche agli aspetti socio-economici. Da ciò sarà possibile dedurre il potenziale riutilizzo dell’area mentre per quanto riguarda il processo di rinverdimento e rinaturalizzazione, in ottemperanza a quanto previsto dalla precedente operazione di messa in sicurezza, dovrà essere gestito con una componente vegetazionale, atta garantirne da un lato l’integrazione paesaggistica e dall’altro la stabilità tecnica. La scelta della vegetazione idonea da impiantare nel progetto risulta quindi particolarmente difficile, non solo a causa delle condizioni ambientali del sito stesso ma soprattutto dalle sue caratteristiche tecniche dove la presenza di una copertura multi stratificata indicata con il nome di Capping, impone l’utilizzo di una componente vegetazionale con apparato radicale superficiale. Parallelamente alla fase di progettazione, si è voluto verificare l’idoneità di 3 diversi miscugli prativi, teoricamente validi per l’operazione di rinverdimento e rinaturalizzazione di siti degradati, ma fino ad oggi mai sperimentai in questa tipologia d’intervento. La possibilità di creare un campo sperimentale nel sito di discarica oggetto di riqualificazione, ha esaltato ancor di più la veridicità della sperimentazione stessa, consentendo di avere un reale riscontro dei benefici che i 3 miscugli sono in grado di offrire. La campagna di sperimentazione partita nel mese di marzo con le varie fasi di preparazione del terreno atte a garantire un idoneo letto di semina, si è conclusa alla fine del mese di maggio. I miscugli prativi oggetto d’indagine sono stati:
1. wildflowers:
2. Lolium multiflorum- Cynodon dactylon;
3. prato rustico mediterraneo;
La sperimentazione ha previsto due trattamenti: uno non irrigato ed uno con interventi di soccorso irriguo e questo ha consentito di valutare la capacità dei tre miscugli di resistere allo stress idrico. La sperimentazione ha consentito di verificare le potenzialità che tali miscugli prativi hanno nel campo del ripristino ambientale e valutarne quindi l’effettiva idoneità all’utilizzo. Da quanto emerso durante questo lavoro, dei 3 miscugli analizzati, quello che risponde meglio alle esigenze tecniche e paesaggistiche dell’operazione di ripristino ambientale è il prato rustico mediterraneo, esaltato ancor di più dalla capacità di coniugare all’intervento di rinaturalizzazione un basso costo d’impianto e soprattutto una gestione sostenibile.
• un piano di caratterizzazione atto ad individuare attraverso una serie d’indagini le caratteristiche pedo-morfologiche e le varie problematiche che affliggono il sito in questione;
• un progetto preliminare dove sono pianificati e programmati gli interventi necessari ad impedire la diffusione degli inquinanti (precedentemente rilevati) nell’ambiente circostante;
• un progetto definitivo che definisce le modalità d’intervento e le tecnologie da utilizzare.
Una volta terminate tali operazioni, si procede con la riqualificazione e rinaturalizzazione del sito, inizialmente attraverso una serie indagini di natura tecnica, paesaggistica ed ambientale dell’areale intorno al sito, seguite da uno studio sulle caratteristiche territoriali con riferimento anche agli aspetti socio-economici. Da ciò sarà possibile dedurre il potenziale riutilizzo dell’area mentre per quanto riguarda il processo di rinverdimento e rinaturalizzazione, in ottemperanza a quanto previsto dalla precedente operazione di messa in sicurezza, dovrà essere gestito con una componente vegetazionale, atta garantirne da un lato l’integrazione paesaggistica e dall’altro la stabilità tecnica. La scelta della vegetazione idonea da impiantare nel progetto risulta quindi particolarmente difficile, non solo a causa delle condizioni ambientali del sito stesso ma soprattutto dalle sue caratteristiche tecniche dove la presenza di una copertura multi stratificata indicata con il nome di Capping, impone l’utilizzo di una componente vegetazionale con apparato radicale superficiale. Parallelamente alla fase di progettazione, si è voluto verificare l’idoneità di 3 diversi miscugli prativi, teoricamente validi per l’operazione di rinverdimento e rinaturalizzazione di siti degradati, ma fino ad oggi mai sperimentai in questa tipologia d’intervento. La possibilità di creare un campo sperimentale nel sito di discarica oggetto di riqualificazione, ha esaltato ancor di più la veridicità della sperimentazione stessa, consentendo di avere un reale riscontro dei benefici che i 3 miscugli sono in grado di offrire. La campagna di sperimentazione partita nel mese di marzo con le varie fasi di preparazione del terreno atte a garantire un idoneo letto di semina, si è conclusa alla fine del mese di maggio. I miscugli prativi oggetto d’indagine sono stati:
1. wildflowers:
2. Lolium multiflorum- Cynodon dactylon;
3. prato rustico mediterraneo;
La sperimentazione ha previsto due trattamenti: uno non irrigato ed uno con interventi di soccorso irriguo e questo ha consentito di valutare la capacità dei tre miscugli di resistere allo stress idrico. La sperimentazione ha consentito di verificare le potenzialità che tali miscugli prativi hanno nel campo del ripristino ambientale e valutarne quindi l’effettiva idoneità all’utilizzo. Da quanto emerso durante questo lavoro, dei 3 miscugli analizzati, quello che risponde meglio alle esigenze tecniche e paesaggistiche dell’operazione di ripristino ambientale è il prato rustico mediterraneo, esaltato ancor di più dalla capacità di coniugare all’intervento di rinaturalizzazione un basso costo d’impianto e soprattutto una gestione sostenibile.
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