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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-07182012-170057


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VATTERONI, SELENE
URN
etd-07182012-170057
Titolo
Le rime di ser Ventura Monachi. Edizione critica e commento
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LETTERATURE E FILOLOGIE EUROPEE
Relatori
relatore Tavoni, Mirko
Parole chiave
  • rime sdrucciole
Data inizio appello
17/09/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/09/2052
Riassunto
La mia tesi costituisce l’edizione critica e commentata di più della metà del corpus di sonetti del rimatore fiorentino Bonaventura (Ventura) Monachi (1290 ca.-1348).
L’interesse filologico del lavoro risiede nella natura “spicciolata” della tradizione dei testi, all’interno della quale di può però individuare un preciso raggruppamento di manoscritti che porta a ipotizzare l’esistenza di vero e proprio un progetto editoriale nella Firenze della prima metà del XIV secolo.
Si tratta per la quasi totalità di manoscritti di un certo prestigio, noti e ben studiati in quanto contenenti rime di Dante e in parte di Petrarca.
Il commento mira a individuare non solo i punti di tangenza della personalità poetica di un “minore” quale il Monachi sia con la tradizione consolidata (Cavalcanti, Dante, Cino) sia con la poesia di registro popolare, burlesco e proverbioso, bensì anche ben più inaspettate presenze: Boccaccio e Petrarca stesso.
Lo scopo è quello inquadrare la figura di questo poeta nel suo contesto letterario e di valorizzarne l’inventiva, l’estro e la capacità di assorbire e riproporre con originalità e tempismo la lezione dei “grandi”.

This work consists in the critical and commented edition of more than a half of the florentine poet Bonaventura (Ventura) Monachi (1290 ca.-1348).
Its philological interest stems from the “spicciolata” nature of the texts’ tradition, in which it’s possible to recognize a precise group of manuscripts that leads to imagine a real and proper editorial project in Florence in the first half of XIV century.
In almost all cases the concerned manuscripts are well known and well studied, because they carry poems by Dante and Petrarch.
The comment wants to highlighten not only the points of connections between Ventura and the majors like Cavalcanti, Cino and Dante or the popular poetry, but also the more surprising similarities with Boccace and Petrarch.
The task is that of framing Ventura’s poetical personality into it’s literary and cultural context e of giving the deserved value to his talent and capacity of absorbing and personally reproposing the major poetical tradition.
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