Tesi etd-07142019-215451 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIORGIANNI, ANGELA
URN
etd-07142019-215451
Titolo
Sintesi e reattività di complessi piridinimminici di platino (II) funzionalizzati
Dipartimento
CHIMICA E CHIMICA INDUSTRIALE
Corso di studi
CHIMICA
Relatori
relatore Samaritani, Simona
Parole chiave
- antitumoral
- leganti piridinimminici
- Pt(II) complexes
Data inizio appello
22/10/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/10/2089
Riassunto
Nel presente lavoro di tesi, inquadrato in una linea di ricerca che da anni si occupa dello sviluppo di composti di platino con potenziale attività antiproliferativa nei confronti di cellule tumorali, sono stati sintetizzati nuovi complessi imminopiridinici di platino (II) di formula generale cis-[PtCl2 (N⁀N’)]. Questi composti sono stati caratterizzati mediante spettroscopia 1H, 13C e 195Pt NMR, spettroscopia IR-ATR e ne è stato determinato il contenuto di C, H ed N.
Come precursori per la sintesi del legante sono state scelte delle diammine simmetriche con catene idrocarburiche a diversa lunghezza (C3, C6, C8): la presenza della funzionalità amminica consente l’introduzione di opportuni frammenti (ad esempio arilici) , nell'ottica di spostarci verso sistemi con effetti sinergici determinati dalla cooperazione del centro metallico e dei residui aggiunti. La presenza di una catena idrocarburica piuttosto lunga conferisce un'opportuna mobilità conformazionale facilitando le interazioni non covalenti sul DNA da parte dei frammenti arilici.
La sintesi delle imminopiridine utilizzate come leganti chelanti del platino, ha richiesto l’iniziale mono protezione delle diammine utilizzate come precursore, seguita dalla condensazione con la piridin-2-carbaldeide. L’agente protettore utilizzato è stato (BOC)2O (di-tert-butil dicarbonato) e tale procedura richiede diversi passaggi sintetici nonché di purificazione. I nuovi sistemi di platino(II), ottenuti per reazione delle imminopiridine con cis-[PtCl2(DMSO)2] (DMSO= dimetilsolfossido), sono stati successivamente trattati con CF3COOH per rimuovere il gruppo protettivo dalla funzionalità amminica; diversi sono stati i tentativi eseguiti al fine di liberare tale funzionalità prima di ottenere l’esito desiderato.
La deprotezione porta ad avere un gruppo amminico nella forma salificata per cui sono state investigate diverse basi al fine di deprotonare l’azoto amminico; sono state testate basi come la piridina e NaHCO3. Quest’ultima ha dato risultati promettenti tanto da poter testare (mediante una prova preliminare) la reattività nei confronti dell’alchilazione; l’alchilante utilizzato è stato il bromuro di benzile. L’idea di riuscire ad alchilare l’azoto amminico con residui aromatici di diversa dimensione offre (come già detto in precedenza) l’opportunità a questi nuovi sistemi di agire sul DNA mediante una doppia azione: platinazione e intercalazione.
Successivamente sono state condotte altre prove di reattività preliminari in cui è stato studiato il comportamento e la stabilità in condizioni ossidanti di tali sistemi di Pt(II) contenenti leganti piridinimminici; l’ossidante utilizzato è stato lo iodobenzene dicloruro. La reazione di ossidazione è stata seguita attraverso spettroscopia 195Pt- NMR e il sistema si è dimostrato stabile per cui la funzionalità imminica coordinata al centro metallico viene mantenuta. Tale prova è fondamentale al fine di testare l’attività antiproliferativa e citotissica associabile a complessi di Pt(IV) i quali, essendo più inerti, possono raggiungere l’ambiente intracellulare senza subire prima trasformazioni chimiche e una volta nel citoplasma possono sfruttare l’ambiente riducente e più acido tipico delle cellule tumorali per ridursi a Pt(II) e attivarsi successivamente per idrolisi.
Un altro approccio sintetico è stato quello di preparare complessi dinucleari di Pt(II) ottenuti per reazione tra
cis-[PtCl2 (DMSO)2 ] e imminopiridine ottenute dalla stessa reazione di condensazione aldolica eseguita per la realizzazione dei complessi mononucleari di Pt(II), ma con un rapporto stechiomentrico differente, di 2:1 tra aldeide e complesso metallico. Anche in questo caso si può pensare ad una doppia strategia di attacco sul DNA in cui vi è una doppia platinazione.
Come precursori per la sintesi del legante sono state scelte delle diammine simmetriche con catene idrocarburiche a diversa lunghezza (C3, C6, C8): la presenza della funzionalità amminica consente l’introduzione di opportuni frammenti (ad esempio arilici) , nell'ottica di spostarci verso sistemi con effetti sinergici determinati dalla cooperazione del centro metallico e dei residui aggiunti. La presenza di una catena idrocarburica piuttosto lunga conferisce un'opportuna mobilità conformazionale facilitando le interazioni non covalenti sul DNA da parte dei frammenti arilici.
La sintesi delle imminopiridine utilizzate come leganti chelanti del platino, ha richiesto l’iniziale mono protezione delle diammine utilizzate come precursore, seguita dalla condensazione con la piridin-2-carbaldeide. L’agente protettore utilizzato è stato (BOC)2O (di-tert-butil dicarbonato) e tale procedura richiede diversi passaggi sintetici nonché di purificazione. I nuovi sistemi di platino(II), ottenuti per reazione delle imminopiridine con cis-[PtCl2(DMSO)2] (DMSO= dimetilsolfossido), sono stati successivamente trattati con CF3COOH per rimuovere il gruppo protettivo dalla funzionalità amminica; diversi sono stati i tentativi eseguiti al fine di liberare tale funzionalità prima di ottenere l’esito desiderato.
La deprotezione porta ad avere un gruppo amminico nella forma salificata per cui sono state investigate diverse basi al fine di deprotonare l’azoto amminico; sono state testate basi come la piridina e NaHCO3. Quest’ultima ha dato risultati promettenti tanto da poter testare (mediante una prova preliminare) la reattività nei confronti dell’alchilazione; l’alchilante utilizzato è stato il bromuro di benzile. L’idea di riuscire ad alchilare l’azoto amminico con residui aromatici di diversa dimensione offre (come già detto in precedenza) l’opportunità a questi nuovi sistemi di agire sul DNA mediante una doppia azione: platinazione e intercalazione.
Successivamente sono state condotte altre prove di reattività preliminari in cui è stato studiato il comportamento e la stabilità in condizioni ossidanti di tali sistemi di Pt(II) contenenti leganti piridinimminici; l’ossidante utilizzato è stato lo iodobenzene dicloruro. La reazione di ossidazione è stata seguita attraverso spettroscopia 195Pt- NMR e il sistema si è dimostrato stabile per cui la funzionalità imminica coordinata al centro metallico viene mantenuta. Tale prova è fondamentale al fine di testare l’attività antiproliferativa e citotissica associabile a complessi di Pt(IV) i quali, essendo più inerti, possono raggiungere l’ambiente intracellulare senza subire prima trasformazioni chimiche e una volta nel citoplasma possono sfruttare l’ambiente riducente e più acido tipico delle cellule tumorali per ridursi a Pt(II) e attivarsi successivamente per idrolisi.
Un altro approccio sintetico è stato quello di preparare complessi dinucleari di Pt(II) ottenuti per reazione tra
cis-[PtCl2 (DMSO)2 ] e imminopiridine ottenute dalla stessa reazione di condensazione aldolica eseguita per la realizzazione dei complessi mononucleari di Pt(II), ma con un rapporto stechiomentrico differente, di 2:1 tra aldeide e complesso metallico. Anche in questo caso si può pensare ad una doppia strategia di attacco sul DNA in cui vi è una doppia platinazione.
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