Tesi etd-07132011-113724 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione
Autore
LENZI, SCILLA
URN
etd-07132011-113724
Titolo
ASFISSIA PERINATALE: ASPETTI MEDICO-LEGALI
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA LEGALE
Relatori
relatore Prof. Domenici, Ranieri
Parole chiave
- cardiotocografia
Data inizio appello
01/08/2011
Consultabilità
Completa
Riassunto
L'ostetricia-ginecologia è una delle specializzazioni maggiormente interessate da richieste di risarcimento per responsabilità professionale medica. I ginecologi possono aspettarsi di essere chiamati in causa da due a cinque volte nel corso della loro carriera e, visto l’elevata entità dei risarcimenti, i sanitari condannati possono o non avere sufficiente copertura assicurativa o perderla successivamente.
Il contenzioso ostetrico comporta un’escalation continua dei costi assicurativi, interferisce con le scelte mediche e porta lo specialista a “fuggire” nella medicina difensiva.
Il contenzioso medico-legale in ambito ostetrico è rappresentato, in particolar modo, dalla nascita di neonati con encefalopatia, condizione che spesso riflette un grave danno neurologico ed un significativo rischio di sequele a lungo termine. Allo stato attuale, nonostante le migliori cure in campo ostetrico-ginecologico, continuano a manifestarsi casi di severa asfissia fetale con morte o gravi lesioni neurologiche, nell’ordine di almeno 2 casi ogni 1000 parti.
I problemi insoluti sono ancora numerosi e il principale è rappresentato dalle modalità di controllo del travaglio di parto allo scopo di cogliere eventuali segni di sofferenza fetale.
Una delle metodiche più utilizzate per il monitoraggio fetale è la cardiotocografia che ha l’obiettivo di rilevare un'alterazione della frequenza cardiaca fetale riconoscendo tempestivamente una condizione di ipossia e prevenirne la possibile evoluzione verso una situazione di acidosi metabolica e conseguente morte fetale o un danno cerebrale del neonato. Tale metodica che spesso è ritenuta una prova fondamentale nelle aule dei tribunali, è caratterizzata da un’elevata frequenza di falsa positività (quasi del 99%) dei tracciati per cui frequentemente, feti con patterns cardiotocografici non rassicuranti nascono perfettamente normali. E’ un buon test di screening utile più per escludere che per diagnosticare sofferenza fetale in quanto ha un valore predittivo negativo eccellente. Si deve tener presente che la cardiotocografia non può prevedere l’instaurarsi di un evento acuto ma lo può identificare solo se si presenta durante la registrazione del battito cardiaco fetale
La cardiotocografia, nonostante i suoi indubbi limiti, appare comunque importante in un periodo travagliato da numerose rivendicazioni medico-legali, in quanto permette di avere una documentazione oggettiva, ex post, delle condizioni del feto, verificabile in caso di contestazione.
Il contenzioso ostetrico comporta un’escalation continua dei costi assicurativi, interferisce con le scelte mediche e porta lo specialista a “fuggire” nella medicina difensiva.
Il contenzioso medico-legale in ambito ostetrico è rappresentato, in particolar modo, dalla nascita di neonati con encefalopatia, condizione che spesso riflette un grave danno neurologico ed un significativo rischio di sequele a lungo termine. Allo stato attuale, nonostante le migliori cure in campo ostetrico-ginecologico, continuano a manifestarsi casi di severa asfissia fetale con morte o gravi lesioni neurologiche, nell’ordine di almeno 2 casi ogni 1000 parti.
I problemi insoluti sono ancora numerosi e il principale è rappresentato dalle modalità di controllo del travaglio di parto allo scopo di cogliere eventuali segni di sofferenza fetale.
Una delle metodiche più utilizzate per il monitoraggio fetale è la cardiotocografia che ha l’obiettivo di rilevare un'alterazione della frequenza cardiaca fetale riconoscendo tempestivamente una condizione di ipossia e prevenirne la possibile evoluzione verso una situazione di acidosi metabolica e conseguente morte fetale o un danno cerebrale del neonato. Tale metodica che spesso è ritenuta una prova fondamentale nelle aule dei tribunali, è caratterizzata da un’elevata frequenza di falsa positività (quasi del 99%) dei tracciati per cui frequentemente, feti con patterns cardiotocografici non rassicuranti nascono perfettamente normali. E’ un buon test di screening utile più per escludere che per diagnosticare sofferenza fetale in quanto ha un valore predittivo negativo eccellente. Si deve tener presente che la cardiotocografia non può prevedere l’instaurarsi di un evento acuto ma lo può identificare solo se si presenta durante la registrazione del battito cardiaco fetale
La cardiotocografia, nonostante i suoi indubbi limiti, appare comunque importante in un periodo travagliato da numerose rivendicazioni medico-legali, in quanto permette di avere una documentazione oggettiva, ex post, delle condizioni del feto, verificabile in caso di contestazione.
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