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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-07132011-093737


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione
Autore
GUERRA, ELENA
URN
etd-07132011-093737
Titolo
La tromboaspirazione nell'infarto miocardico acuto ad elevato carico trombotico:risultati ad un anno di uno studio randomizzato.
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
CARDIOLOGIA
Relatori
relatore Prof. Balbarini, Alberto
Parole chiave
  • tromboaspirazione
  • risonanza magnetica
  • infarto miocardico acuto
Data inizio appello
29/07/2011
Consultabilità
Completa
Riassunto
Ad oggi il trattamento elettivo del infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI) è rappresentato dalla PCI, tale procedura infatti si è dimostrata efficace nella riapertura dell’arteria responsabile e vantaggiosa in termini di riduzione del reinfarto e di out come clinico. Numerosi studi sperimentali hanno evidenziato come in realtà, in una elevata percentuale di casi (tra il 20 ed il 30%) di STEMI trattati con PCI, nonostante si ottenga una riapertura completa del vaso epicardico, sia presente una riperfusione sub ottimale del miocardio a valle della stenosi, a causa di una ostruzione del microcircolo. Fra i vari meccanismi fisiopatologici che contribuiscono al danno a livello del microcircolo è implicata l’embolizzazione distale di materiale atero-trombotico. La trombo aspirazione durante procedura di angioplastica primaria, può essere efficace nel prevenire l’embolizzazione distale e quindi l’occlusione del microcircolo, ma i principali trials clinici ad oggi condotti hanno avuto risultati non univoci. La nostra ipotesi è che la trombectomia eseguita durante angioplastica primaria, in pazienti con dimostrazione angiografica di elevato carico trombotico nella coronaria responsabile dell’infarto, produca una riduzione del danno miocardico attraverso la prevenzione dell’ embolizzazione distale, con conseguente riduzione dell’area infartuale e beneficio in termini di sopravvivenza libera da eventi avversi cardiaci maggiori (MACE). A questo scopo è stato eseguito uno studio prospettico multicentrico, in cui sono stati arruolati 208 pazienti con STEMI entro le 12 ore ed ad elevato carico trombotico. Dopo essere stati sottoposto a coronarografia per verificare la presenza di elevato carico trombotico, i pazienti sono stati randomizzati ad angioplastica convenzionale o angioplastica preceduta da tromboaspirazione eseguita con dispositivo manuale Export o con Angiojet, a seconda della disponibilità del laboratorio di emodinamica. A 3 mesi dall’evento è stata effettuato uno studio cardiaco con risonanza magnetica (RM) per la quantizzazione dell’infart size, la valutazione della transmuralità dell’infarto e della presenza dell’ostruzione del microcircolo. Tutti i pazienti sono stati inoltre seguiti con un follow up clinico per 12 mesi. Gli end point primari sono costituiti da: la valutazione dell’infart size con RM e la risoluzione dell’ST > del 70% a 60 minuti dalla procedura. Fra gli end point secondari abbiamo: il grado del flusso epicardio post procedurale valutato con TIMI; il miocardial blush grade (MBG), la transmuralità dell’nfarto e la presenza dell’ostruzione del microcircolo alla RM, ed in fine la sopravvivenza libera da eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE) a 12 mesi. I due gruppi si sono presentati uniformi dal punto di vista delle cliniche basali. Fra i risultati ottenuti non son state evidenziate differenze statisticamente significative fra i due gruppi per quanto riguarda l’infart size, il grado di transmuralità dell’infarto e la presenza di ostruzione del microcircolo. Il gruppo sottoposto ad aspirazione ha presentato una percentuale significativamente maggiore di risoluzione del tratto ST> del 70% a 60 minuti ed una minore incidenza di no reflow all’angiografia. In fine non sono state evidenziate differenze significative nell’incidenza di MACE a 12 mesi fra i due gruppi. Possiamo concludere che la trombo aspirazione, sia con sistema manuale che reolitico, si è dimostrata efficace nel trattamento dello STEMI ad elevato carico trombotico e ha determinato un vantaggio in termini di risultato angiografico e di migliore perfusione miocardica come evidenziato da una maggiore percentuale di MBG-3 e di risoluzione del sopraslivellamento del tratto ST, senza determinare una riduzione dell’infart size.
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