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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07132008-190240


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
CHELAZZI, SILVIA
URN
etd-07132008-190240
Titolo
Analisi del microchimerismo nel trapianto di rene
Settore scientifico disciplinare
BIO/14
Corso di studi
CHIRURGIA, BIOTECNOLOGIE E IMMUNOLOGIA DEI TRAPIANTI
Relatori
Relatore Longoni, Bianca Maria
Parole chiave
  • HLA
  • microchimerismo
  • real time PCR
  • trapianto di rene
Data inizio appello
11/09/2008
Consultabilità
Completa
Riassunto
Introduzione: la migrazione e la colonizzazione dei tessuti dell’individuo ospite, da parte delle cellule provenienti dall’organo solido trapiantato, è un evento ampiamente documentato e viene definito microchimerismo. E’ stato ipotizzato che questo fenomeno abbia un ruolo rilevante nell’induzione della tolleranza specifica e nella sopravvivenza del trapianto.
Nonostante l’esistenza del microchimerismo sia stata largamente documentata il suo significato immunologico e clinico rimane ancora poco chiaro. In particolare rimangono da definire le relazioni fra la presenza, qualitativa e quantitativa, del microchimerismo e l’andamento del “graft”.
Scopo: lo scopo di questo studio è quello di valutare la presenza di DNA microchimerico, nella popolazione leucocitaria di sangue periferico e nel plasma di pazienti trapiantati di rene. L’analisi prevede il monitoraggio del fenomeno sia qualitativo sia quantitativo in pazienti “long-time surviving” (LTS). I dati ottenuti, correlati con variabili epidemiologiche, cliniche, genetiche ed immunologiche potrebbero contribuire a chiarire il ruolo del microchimerismo nei trapianti di organo solido.
Metodi: la ricerca del microchimerismo è stata effettuata utilizzando la tecnica della Real-Time PCR attraverso l’utilizzo di opportuni primers specifici per l’esone 2 dell’HLA-DRB1* del donatore. Tutti i campioni positivi sono stati quantificati utilizzando un competitore interno con numero noto di copie.
Pazienti: sono stati studiati un totale di 132 pazienti trapiantati di rene singolo (KA -“kidney alone” ), con un follow-up che va da 1 anno a 22 anni dal trapianto. I pazienti sono stati suddivisi in tre fascie temporali:
- follow-up compreso tra 1 e 5 anni (numero pazienti 62);
- follow-up compreso tra 5 e 10 anni (numero pazienti 54);
- follow-up > di 10 anni (numero pazienti 16).
All’interno di ogni fascia temporale i pazienti sono stati ulteriormente stratificati per presenza/assenza di disordini immunologici (DI).
Risultati: i pazienti appartenenti alla prima fascia temporale risultati positivi al microchimerismo emopoietico sono stati 38 (61%).
Non è stata evidenziata alcuna significativa correlazione fra presenza di microchimerismo e presenza/assenza di DI.
Nella seconda fascia temporale il microchimerismo è stato riscontrato in 14 pazienti (26%).
Infine nella terza fascia, sono risultati positivi alla ricerca del microchimerismo 16 pazienti (31%).
L’analisi del microchimerismo ha evidenziato una netta associazione fra la presenza/aumento di microchimerismo e l’insorgenza di DI (p<0,00001).
L’analisi del microchimerismo nel plasma dei pazienti suddivisi per presenza/assenza di DI non ha evidenziato nessuna correlazione statisticamente significativa. Inoltre, sia da un punto di vista qualitativo sia quantitativo il fenomeno dimostra di essere meno fluttuante rispetto a quanto evidenziato nei leucociti di sangue periferico.
Conclusioni: la ricerca del microchimerismo mediante la tecnica della Real-Time PCR appare abbastanza semplice e riproducibile, consentendo la quantificazione di piccole quantità di DNA.
L’esame dei dati indica che durante il primo anno dal trapianto il fenomeno presenta caratteristiche di fluttuazioni marcate, sia in termini qualitativi sia quantitativi, che tendono ad un equilibrio immunologico. In particolare l’analisi temporale del microchimerismo emopoietico dimostra una progressiva e significativa diminuzione del fenomeno probabilmente conseguente ad una stabilizzazione delle interazioni immunologiche tra cellule del donatore e cellule del ricevente.
L’analisi statistica effettuata sui pazienti con elevate quantità di microchimerismo (>1/20000) e stratificati per presenza/assenza di DI ha evidenziato una significativa e positiva associazione tra la positività al microchimerismo è la presenza di DI (p< 0,00001 RR=128).
I dati sul “microchimerismo plasmatico” dimostrano una notevole stabilità sia in termini qualitativi sia quantitativi. Lo studio non ha evidenziato nessuna significativa associazione fra la presenza di DI e presenza/assenza del fenomeno. Probabilmente, il microchimerismo nel plasma, rappresentato da DNA libero (cellule di sfaldamento e/o cellule in apoptosi), riflette un turnover fisiologico del DNA il quale è sottoposto a rigidi meccanismi di regolazione indipendenti dallo stato immunologico dell’individuo.
In conclusione, l’aumento del microchimerismo emopoietico (cellule vitali) riscontrato nei pazienti con DI, potrebbe essere una conseguenza della riattivazione dei processi infiammatori che portano alla differenziazione ed attivazione di leucociti del donatore i quali vengono in parte riversati nel circolo ematico.
I nostri dati dimostrano che all’aumentare degli anni dal trapianto, l’aumento o il ritorno del microchimerismo assumono un ruolo prognostico negativo che potrebbe essere utile come marcatore precoce dell’andamento del “graft”.
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