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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07122017-100231


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BUSCEMI, GIULIA
Indirizzo email
buscemi.giulia@gmail.com
URN
etd-07122017-100231
Titolo
Una prospettiva sulla fotografia di Joel-Peter Witkin
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Cortesini, Sergio
Parole chiave
  • joel-peter witkin
  • fotografia
  • citazione visiva
  • arte americana
Data inizio appello
25/09/2017
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
25/09/2087
Riassunto
L’elaborato ruota intorno all’opera del fotografo americano Joel-Peter Witkin, nato a Brooklyn nel 1939 e tutt’oggi attivo sul panorama artistico internazionale.
L’interesse per le opere di Witkin è cresciuto negli ultimi anni, come confermano le numerose esposizioni dedicate alla sua opera. Questa tesi nasce proprio in seguito all’esperienza personale che ho maturato partecipando alla parte organizzativa della manifestazione culturale Festival Internazionale della Fotografia, organizzata dall’associazione Photolux a Lucca, dal 21 novembre al 13 dicembre 2015. Durante tale occasione ho avuto modo di confrontarmi direttamente con le opere di Witkin e con il suo gallerista francese Badoin Lebon. La costruzione dei percorsi di guida per i visitatori mi ha incentivato nell’approfondimento di alcuni aspetti tecnici legati al medium fotografico.
Per la comprensione dell’opera del fotografo americano, bisogna tenere in grande considerazione il ruolo della componente biografica. Figlio di padre ebreo di origini lituane e madre cattolica di origini napoletane, fin dall’infanzia la vita di Witkin è stata crocevia di culture, tradizioni e influenze religiose che trovano ampio spazio nelle visioni maturate dentro i suoi tableaux.
La prima formazione di Witkin si compì tra la scuola di Saint Cecilia di Brooklyn e la Grover Cleveland High School. Tra il 1961 e 1964 lavorò come fotografo durante la Guerra del Vietnam. Nel 1967 decise di lavorare come fotografo libero professionista: divenne fotografo ufficiale presso la City Walls Inc. . I suoi studi proseguirono presso la Cooper Union di New York, dove ottenne la specializzazione in scultura. Nel xxxx, grazie ad una borsa di studio della Columbia University, Witkin concluse i suoi studi specializzandosi in fotografia presso l'Università del Nuovo Messico ad Albuquerque, dove vive oggi.
Nel corso di diverse interviste, Witkin racconta di aver fatto esperienza diretta e traumatica della morte e della disabilità corporea (durante il periodo dell’infanzia e in seguito, durante la Guerra del Vietnam). Sentendo l’esigenza di cercare una risposta spirituale a tanta sofferenza, Witkin dedica la sua intera vita al raggiungimento di Dio attraverso la fotografia, tecnica a cui lo avvicina il suo gemello, il pittore americano Jerome Witkin.
L’opera fotografica di Joel-Peter Witkin è articolata su molteplici livelli di significazione e potrebbe essere paragonata ad una visione “caleidoscopica della realtà, dove l’accumularsi delle infinite prospettive e possibilità di lettura provoca nell’osservatore esterno un senso di iniziale smarrimento. In Witkin la narrazione visiva è affidata ad un continuo entrelacement, dove le narrazioni si intrecciano e si giustappongono, dettando un ordine compositivo apparentemente scomposto e disordinato, che può, tuttavia, essere considerato un “indice” della nostra epoca. Al centro dell’arte fotografica di Joel-Peter Witkin c’è il tentativo di comprendere e rivelare la “sacralità” nascosta dietro la sofferenza.
Come analizzato nel primo capitolo, a partire dalla seconda parte degli anni Settanta del XX Secolo fino ad oggi, la produzione artistica di Witkin ha recato traccia dei profondi cambiamenti che hanno caratterizzato la storia recente degli Stati Uniti d’America. Nonostante sia sempre vivo un riflesso del contesto socio-politico del quale Witkin ha fatto esperienza diretta, i tableaux fotografici di Witkin preservano una forte personalità artistica.
Nel corso del secondo capitolo viene esaminato il ricorso ad una pratica artistica ampiamente sperimentata dal fotografo americano: la citazione visiva dei grandi classici della storia dell’arte. In Witkin la citazione si definisce con il ricorso alla tecnica del d’après. Dopo una prima disamina degli aspetti filosofici, critici e teorici della tecnica utilizzata in epoca postmoderna, con attenzione al rapporto tra il sistema discorsivo della fotografia e quello della pittura, segue l’analisi di 3 d’après tratti da diversi momenti della produzione: Las Meninas, 1987, Woman Once a Bird, 1990 e The Raft of George W. Bush, 2006.
Il terzo capitolo è dedicato all’analisi di altri topoi ricorrenti nell’opera di Witkin: il perturbante, la morte e la sessualità. Nel corso del capitolo le fotografie di Witkin vengono messe in relazione con l’opera di altri artisti che hanno operato tra la fine del IXX e il XXI Secolo. Si cerca di stabilire una chiave di lettura di tali argomenti nella società contemporanea, soprattutto in relazione agli aspetti teorici e alle dinamiche del mercato dell’arte.
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