Thesis etd-07112017-132245 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
VAGGELLI, GUENDALINA
URN
etd-07112017-132245
Thesis title
Automazione: nuovi scenari in microbiologia clinica. Esperienza dell'AOU Careggi di Firenze.
Department
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Course of study
MICROBIOLOGIA E VIROLOGIA
Supervisors
relatore Prof. Rossolini, Gian Maria
Keywords
- Automazione in microbiologia clinica
Graduation session start date
27/07/2017
Availability
Full
Summary
L'automazione è un processo personalizzabile che può variare da pochi passi del percorso analitico ad un quadro di automazione totale di laboratorio (TLA).
Sebbene l'automazione abbia ottenuto, a partire dalla fine degli anni ’90, una vasta diffusione in determinate aree di medicina di laboratorio, la microbiologia clinica sembrava essere esclusa da questa tendenza perché si riteneva che il settore fosse troppo complesso, che fosse impossibile riprodurre la capacità critica del dirigente, che i costi fossero troppo elevati e gli spazi troppo ridotti. Negli ultimi anni però un'ondata di automazione è arrivata anche nei laboratori di microbiologia. Molti i fattori che hanno contribuito a far cambiare atteggiamento a proposito dell’automazione nella microbiologia clinica, tra questi la carenza di personale addestrato e la richiesta di migliorare la qualità ed ottenere risultati tempestivi. Tra le principali tecnologie che hanno permesso o permetteranno il passaggio al TLA sicuramente sono da ricordare i tamponi con soluzione di trasporto liquida, che hanno iniziato a semplificare il processo, permettendo una maggiore standardizzazione. Questo associato all’avvento di immagini digitali ad altissima definizione ed all’evoluzione della robotica ha permesso alla microbiologia di muovere i primi passi verso l’automatizzazione.
Negli ultimi anni nel laboratorio di microbiologia e virologia di Careggi, (Firenze) si è assistito, coerentemente con i dati riportati in letteratura, sia all’insistente richiesta di riduzione dei tempi di refertazione che alla riduzione del personale. Per far fronte a questo nuovo scenario il laboratorio ha adottato una soluzione di TLA. In questo lavoro ci proponiamo, ad un anno dall’istallazione del sistema WASP-LAB COPAN DIGNOSTICS, di descrivere come è stato modificato il flusso di lavoro nel laboratorio e di valutare quali siano i punti forti e quali le debolezze di questa nuova organizzazione, con particolare attenzione alla possibilità di ridurre il TAT (turn around time) e di migliorare l’accuratezza nella gestione del campione.
Abbiamo inoltre valutato le prestazioni di un nuovo prototipo, proposto dal gruppo del Prof Mecocci del Dipartimento di ingegneria informatica e matematica dell’Università degli studi di Siena, che si propone l’obiettivo di leggere in modo completamente automatico le piastre su terreno cromogeno grazie all’immagine digitale fornita dal TLA.
L’impatto del TLA sulla routine di laboratorio è stato notevole soprattutto in termini di: organizzazione degli spazi, riorganizzazione del flusso di lavoro e gestione dei protocolli. Questi cambiamenti hanno portato ad una maggiore fluidità nello svolgimento delle attività routinarie oltre che ad una riduzione del TAT. Infine grazie, anche, al collegamento della catena con il sistema Lis, che permette di tenere in memoria lo storico del paziente, si è passati alla gestione dei campioni non più per materiale ma per paziente ottenendo il miglioramento dell’efficienza del servizio e in molti casi la riduzione del TAT.
Per quanto riguarda la valutazione del programma fornito dal gruppo di Siena si è osservata una concordanza dal 100% nell’attribuzione dei negativi mentre alcune difficoltà si sono riscontrate nell’identificazione di contaminanti cutanei o di alterazioni del terreno. Sulle alte cariche il problema del sistema è essenzialmente quello di non riuscire ad identificare le colture polimicrobiche. Potrebbe essere, per tanto, preso in considerazione come sistema di pre-screeaning per i campioni negativi.
Sebbene l'automazione abbia ottenuto, a partire dalla fine degli anni ’90, una vasta diffusione in determinate aree di medicina di laboratorio, la microbiologia clinica sembrava essere esclusa da questa tendenza perché si riteneva che il settore fosse troppo complesso, che fosse impossibile riprodurre la capacità critica del dirigente, che i costi fossero troppo elevati e gli spazi troppo ridotti. Negli ultimi anni però un'ondata di automazione è arrivata anche nei laboratori di microbiologia. Molti i fattori che hanno contribuito a far cambiare atteggiamento a proposito dell’automazione nella microbiologia clinica, tra questi la carenza di personale addestrato e la richiesta di migliorare la qualità ed ottenere risultati tempestivi. Tra le principali tecnologie che hanno permesso o permetteranno il passaggio al TLA sicuramente sono da ricordare i tamponi con soluzione di trasporto liquida, che hanno iniziato a semplificare il processo, permettendo una maggiore standardizzazione. Questo associato all’avvento di immagini digitali ad altissima definizione ed all’evoluzione della robotica ha permesso alla microbiologia di muovere i primi passi verso l’automatizzazione.
Negli ultimi anni nel laboratorio di microbiologia e virologia di Careggi, (Firenze) si è assistito, coerentemente con i dati riportati in letteratura, sia all’insistente richiesta di riduzione dei tempi di refertazione che alla riduzione del personale. Per far fronte a questo nuovo scenario il laboratorio ha adottato una soluzione di TLA. In questo lavoro ci proponiamo, ad un anno dall’istallazione del sistema WASP-LAB COPAN DIGNOSTICS, di descrivere come è stato modificato il flusso di lavoro nel laboratorio e di valutare quali siano i punti forti e quali le debolezze di questa nuova organizzazione, con particolare attenzione alla possibilità di ridurre il TAT (turn around time) e di migliorare l’accuratezza nella gestione del campione.
Abbiamo inoltre valutato le prestazioni di un nuovo prototipo, proposto dal gruppo del Prof Mecocci del Dipartimento di ingegneria informatica e matematica dell’Università degli studi di Siena, che si propone l’obiettivo di leggere in modo completamente automatico le piastre su terreno cromogeno grazie all’immagine digitale fornita dal TLA.
L’impatto del TLA sulla routine di laboratorio è stato notevole soprattutto in termini di: organizzazione degli spazi, riorganizzazione del flusso di lavoro e gestione dei protocolli. Questi cambiamenti hanno portato ad una maggiore fluidità nello svolgimento delle attività routinarie oltre che ad una riduzione del TAT. Infine grazie, anche, al collegamento della catena con il sistema Lis, che permette di tenere in memoria lo storico del paziente, si è passati alla gestione dei campioni non più per materiale ma per paziente ottenendo il miglioramento dell’efficienza del servizio e in molti casi la riduzione del TAT.
Per quanto riguarda la valutazione del programma fornito dal gruppo di Siena si è osservata una concordanza dal 100% nell’attribuzione dei negativi mentre alcune difficoltà si sono riscontrate nell’identificazione di contaminanti cutanei o di alterazioni del terreno. Sulle alte cariche il problema del sistema è essenzialmente quello di non riuscire ad identificare le colture polimicrobiche. Potrebbe essere, per tanto, preso in considerazione come sistema di pre-screeaning per i campioni negativi.
File
Nome file | Dimensione |
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fontespizio.pdf | 361.10 Kb |
Riassunto.pdf | 100.36 Kb |
tesi.pdf | 2.51 Mb |
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