Tesi etd-07112012-162048 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione
Autore
SCARPELLINI, CLAUDIO
Indirizzo email
fds.claudio@gmail.com
URN
etd-07112012-162048
Titolo
PRONTO SOCCORSO ED EMERGENZA: CONFRONTO TRA DUE MODELLI ORGANIZZATIVI
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA INTERNA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
correlatore Prof. Arzilli, Fabrizio
correlatore Prof. Arzilli, Fabrizio
Parole chiave
- chest pain
- cooperazione sanitaria internazionale
- medicina d'urgenza
- pronto soccorso
Data inizio appello
30/07/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel corso degli ultimi decenni sono stati attivati numerosi progetti di Cooperazione Sanitaria Internazionale (CSI) con l’obiettivo di trasferire conoscenze, metodi e mezzi dai Paesi industrializzati a quelli in via di sviluppo. Col passare degli anni si è resa sempre più evidente la necessità di adeguare gli interventi alle esigenze del Paese ospite, riducendo al contempo gli sprechi.
Per far ciò devono essere analizzate le realtà sulle quali si intende operare, in modo da mettere in evidenza le effettive carenze e quindi programmare interventi mirati di miglioramento.
La tesi propone un confronto tra i modelli organizzativi di Pronto Soccorso ed Emergenza di due distinte strutture ospedaliere: l’Ospedale Nuovo S. Chiara di Pisa e l’Ospedale Regionale di Durazzo, collocati in un ambito socio-economico profondamente diverso e quindi con diversi modelli sanitari. Questi due presidi fanno parte di un programma di CSI promosso dall’Area Vasta Toscana Nord-Ovest e pertanto il loro confronto consente di identificare le carenze strutturali ed organizzative sulle quali poter focalizzare gli sforzi di cooperazione.
A questo scopo, sono stati raccolti i dati relativi alla gestione del paziente con dolore toracico non traumatico (chest pain), patologia strategica nell’ambito della Medicina d’urgenza e Pronto Soccorso.
Nel corso del trimestre gennaio-marzo 2012 sono stati selezionati 611 soggetti a Pisa (età media 56.2±20 anni) di cui il 57.4% uomini, e 224 soggetti a Durazzo (età media 55.9±13 anni) di cui 67.9% uomini.
Sono stati posti a confronto i dati relativi a: fattori di rischio cardio-vascolare, modalità di accesso e gestione in P.S., esami diagnostici eseguiti, terapia somministrata, esito dell’accesso, outcome clinico.
Dall’analisi dei dati ottenuti è emerso che molti fattori di rischio cardio-vascolare sono meno rappresentati nella popolazione italiana che in quella albanese: rispettivamente, abitudine al fumo 21.3% vs 42.9% (p<0.0001), familiarità per malattia cardio-vascolare 12.6% vs 21.4% (p<0.01), diabete mellito 12.4% vs 17.9% (p<0.05), dislipidemia 22.4% vs 46.4% (p<0.0001), anamnesi personale di malattia cardio-vascolare (10.7% vs 25.2%, p<0.0001) e di ipertensione arteriosa (32.1% vs 40.1%, p<0.05).
L’accesso al P.S. è avvenuto con mezzo di soccorso più frequentemente a Pisa (33.6%) che a Durazzo (17.9%, p<0.0001), ma queste sottopopolazioni di pazienti sono state sottoposte a trattamento farmacologico pre-ospedaliero maggiormente a Durazzo (80%) che a Pisa (22.4%, p<0.0001).
I tempi di attesa prima della visita medica sono risultati inferiori a 30 minuti più spesso a Durazzo (92.9%) rispetto a Pisa (25.4%, p<0.0001). La rilevazione dei parametri vitali è stata eseguita in egual misura nelle due strutture per quanto concerne pressione arteriosa (86.4% a Pisa vs 90.2% a Durazzo, n.s.) e frequenza cardiaca (89.2% vs 88.8%, n.s.), mentre a Pisa sono stati rilevati meno spesso saturazione di ossigeno (87.7% vs 92.9%, p<0.05), temperatura corporea (28% vs 78.6%, p<0.0001) e frequenza respiratoria (0.2% vs 57.1%, p<0.0001).
Ad eccezione dell’ECG basale (92.1% vs 82.3%, n.s.), gli esami diagnostici di primo livello sono stati eseguiti significativamente più spesso a Pisa che a Durazzo: rispettivamente, enzimi di miocardiocitonecrosi 85.4% vs 25.0% (p<0.0001), altri esami emato-chimici 75.8% vs 57.1% (p<0.0001), Rx torace 70% vs 39.3% (p<0.0001), emogasanalisi 10.5% vs 3.6% (p<0.05). Nessun esame diagnostico di secondo livello è stato effettuato a Durazzo, ad eccezione della consulenza cardiologica richiesta ed eseguita più spesso che a Pisa (85.7% vs 22.1%, p<0.0001).
La diagnosi di sindrome coronarica acuta al P.S. di Durazzo è stata posta in una percentuale di pazienti superiore rispetto a Pisa (42.9% vs 13.7%, p<0.0001), anche se la validità è inficiata dalla mancata esecuzione di esami di secondo livello.
Ai pazienti con dolore toracico non traumatico sono stati somministrati più farmaci al P.S. di Durazzo che di Pisa: rispettivamente, antiaggreganti 53.6% vs 13.6% (p<0.0001), nitroderivati 67.9% vs 7.7% (p<0.0001), analgesici 96.4% vs 15.9% (p<0.0001), ossigenoterapia 60.7% vs 5.7% (p<0.0001), altri farmaci 75% vs 20.5% (p<0.0001). Di contro, è stato necessario attuare presidi di supporto delle funzioni vitali più spesso a Durazzo (7.1%) che a Pisa (0.8%, p<0.0001).
Per ragioni di disponibilità, in nessun caso a Durazzo è stato attuato un trattamento di rivascolarizzazione coronarica, contro il 6.4% dei casi a Pisa.
L’accesso al P.S. dei pazienti con dolore toracico di genesi non traumatica si è concluso con la dimissione a domicilio più spesso a Pisa (66.6%) che a Durazzo (35.7%, p<0.001).
Il confronto dei dati ha infine permesso di evidenziare la maggior insorgenza di complicanze acute gravi al P.S. di Durazzo (16.7%) rispetto al P.S. di Pisa (1.2%, p<0.0001); anche l’outcome clinico post-acuto (48 ore successive al ricovero) risulta significativamente peggiore a Durazzo che a Pisa, in termini di insorgenza di complicanze potenzialmente letali (rispettivamente 16.7% vs 5.9%, p<0.01) e di decesso (11.1% vs 1%, p<0.0001).
In conclusione, l’analisi da noi svolta ha permesso di evidenziare la necessità di un intervento di cooperazione sanitaria volto non solo al trasferimento di mezzi ed equipaggiamenti, ma anche e soprattutto al passaggio di buoni protocolli organizzativi e buone pratiche sanitarie finalizzate al miglioramento dell’efficacia assistenziale in ambito di Medicina d’urgenza e Pronto Soccorso.
Per far ciò devono essere analizzate le realtà sulle quali si intende operare, in modo da mettere in evidenza le effettive carenze e quindi programmare interventi mirati di miglioramento.
La tesi propone un confronto tra i modelli organizzativi di Pronto Soccorso ed Emergenza di due distinte strutture ospedaliere: l’Ospedale Nuovo S. Chiara di Pisa e l’Ospedale Regionale di Durazzo, collocati in un ambito socio-economico profondamente diverso e quindi con diversi modelli sanitari. Questi due presidi fanno parte di un programma di CSI promosso dall’Area Vasta Toscana Nord-Ovest e pertanto il loro confronto consente di identificare le carenze strutturali ed organizzative sulle quali poter focalizzare gli sforzi di cooperazione.
A questo scopo, sono stati raccolti i dati relativi alla gestione del paziente con dolore toracico non traumatico (chest pain), patologia strategica nell’ambito della Medicina d’urgenza e Pronto Soccorso.
Nel corso del trimestre gennaio-marzo 2012 sono stati selezionati 611 soggetti a Pisa (età media 56.2±20 anni) di cui il 57.4% uomini, e 224 soggetti a Durazzo (età media 55.9±13 anni) di cui 67.9% uomini.
Sono stati posti a confronto i dati relativi a: fattori di rischio cardio-vascolare, modalità di accesso e gestione in P.S., esami diagnostici eseguiti, terapia somministrata, esito dell’accesso, outcome clinico.
Dall’analisi dei dati ottenuti è emerso che molti fattori di rischio cardio-vascolare sono meno rappresentati nella popolazione italiana che in quella albanese: rispettivamente, abitudine al fumo 21.3% vs 42.9% (p<0.0001), familiarità per malattia cardio-vascolare 12.6% vs 21.4% (p<0.01), diabete mellito 12.4% vs 17.9% (p<0.05), dislipidemia 22.4% vs 46.4% (p<0.0001), anamnesi personale di malattia cardio-vascolare (10.7% vs 25.2%, p<0.0001) e di ipertensione arteriosa (32.1% vs 40.1%, p<0.05).
L’accesso al P.S. è avvenuto con mezzo di soccorso più frequentemente a Pisa (33.6%) che a Durazzo (17.9%, p<0.0001), ma queste sottopopolazioni di pazienti sono state sottoposte a trattamento farmacologico pre-ospedaliero maggiormente a Durazzo (80%) che a Pisa (22.4%, p<0.0001).
I tempi di attesa prima della visita medica sono risultati inferiori a 30 minuti più spesso a Durazzo (92.9%) rispetto a Pisa (25.4%, p<0.0001). La rilevazione dei parametri vitali è stata eseguita in egual misura nelle due strutture per quanto concerne pressione arteriosa (86.4% a Pisa vs 90.2% a Durazzo, n.s.) e frequenza cardiaca (89.2% vs 88.8%, n.s.), mentre a Pisa sono stati rilevati meno spesso saturazione di ossigeno (87.7% vs 92.9%, p<0.05), temperatura corporea (28% vs 78.6%, p<0.0001) e frequenza respiratoria (0.2% vs 57.1%, p<0.0001).
Ad eccezione dell’ECG basale (92.1% vs 82.3%, n.s.), gli esami diagnostici di primo livello sono stati eseguiti significativamente più spesso a Pisa che a Durazzo: rispettivamente, enzimi di miocardiocitonecrosi 85.4% vs 25.0% (p<0.0001), altri esami emato-chimici 75.8% vs 57.1% (p<0.0001), Rx torace 70% vs 39.3% (p<0.0001), emogasanalisi 10.5% vs 3.6% (p<0.05). Nessun esame diagnostico di secondo livello è stato effettuato a Durazzo, ad eccezione della consulenza cardiologica richiesta ed eseguita più spesso che a Pisa (85.7% vs 22.1%, p<0.0001).
La diagnosi di sindrome coronarica acuta al P.S. di Durazzo è stata posta in una percentuale di pazienti superiore rispetto a Pisa (42.9% vs 13.7%, p<0.0001), anche se la validità è inficiata dalla mancata esecuzione di esami di secondo livello.
Ai pazienti con dolore toracico non traumatico sono stati somministrati più farmaci al P.S. di Durazzo che di Pisa: rispettivamente, antiaggreganti 53.6% vs 13.6% (p<0.0001), nitroderivati 67.9% vs 7.7% (p<0.0001), analgesici 96.4% vs 15.9% (p<0.0001), ossigenoterapia 60.7% vs 5.7% (p<0.0001), altri farmaci 75% vs 20.5% (p<0.0001). Di contro, è stato necessario attuare presidi di supporto delle funzioni vitali più spesso a Durazzo (7.1%) che a Pisa (0.8%, p<0.0001).
Per ragioni di disponibilità, in nessun caso a Durazzo è stato attuato un trattamento di rivascolarizzazione coronarica, contro il 6.4% dei casi a Pisa.
L’accesso al P.S. dei pazienti con dolore toracico di genesi non traumatica si è concluso con la dimissione a domicilio più spesso a Pisa (66.6%) che a Durazzo (35.7%, p<0.001).
Il confronto dei dati ha infine permesso di evidenziare la maggior insorgenza di complicanze acute gravi al P.S. di Durazzo (16.7%) rispetto al P.S. di Pisa (1.2%, p<0.0001); anche l’outcome clinico post-acuto (48 ore successive al ricovero) risulta significativamente peggiore a Durazzo che a Pisa, in termini di insorgenza di complicanze potenzialmente letali (rispettivamente 16.7% vs 5.9%, p<0.01) e di decesso (11.1% vs 1%, p<0.0001).
In conclusione, l’analisi da noi svolta ha permesso di evidenziare la necessità di un intervento di cooperazione sanitaria volto non solo al trasferimento di mezzi ed equipaggiamenti, ma anche e soprattutto al passaggio di buoni protocolli organizzativi e buone pratiche sanitarie finalizzate al miglioramento dell’efficacia assistenziale in ambito di Medicina d’urgenza e Pronto Soccorso.
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