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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07072020-133835


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
SGALLA, LORENZO
URN
etd-07072020-133835
Titolo
LE ASSICURAZIONI MARITTIME. ANALISI ATTRAVERSO I CASI PRATICI DI CONTRASTO E PREVENZIONE ALLA PIRATERIA MARITTIMA.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore La Mattina, Andrea
Parole chiave
  • Assicurazioni marittime
  • rischio pirateria
  • pirateria marittima
  • contrasto
  • prevenzione
Data inizio appello
23/07/2020
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le assicurazioni marittime rappresentano un tema trasversale a tutta la materia del diritto della navigazione. In tale elaborato saranno presenti infatti accenni ad altri argomenti di questo ramo del diritto, come ad esempio: il dibattito sull’autonomia o specialità del codice della navigazione rispetto al codice civile; o ancora l’applicazione dei principi di diritto internazionale privato in tale ambito.
Partendo dunque da un breve excursus storico dell’istituto delle assicurazioni (nato proprio come marittime) si giunge in tale studio ad analizzare gli elementi tipici del contratto di assicurazione in generale, per poi confrontarli con quelli diffusi nell’ambito della navigazione, evidenziandone le analogie e differenze. Nello specifico si vedrà come l’ordinamento inglese ha esercitato la sua influenza nel nostro. Si analizzeranno le differenze tra i due sistemi circa la copertura del rischio: il cd. all risks tipico dell’ordinamento italiano e il cd. named perils di matrice anglosassone.
La seconda parte dell’elaborato vede invece lo studio in particolare dell’oggetto del contratto di assicurazione marittima in relazione ad un rischio particolare: la pirateria. Partendo dall’evoluzione del concetto di pirateria (di per sé controverso) evidenziandone la molteplicità di definizioni date dai vari ordinamenti e i problemi applicativi causati da tale molteplicità, si approfondiranno le principali polizze assicurative utilizzate dagli operatori e la loro concreta applicazione a seguito di atti connessi con il reato di pirateria.
Maggiore attenzione sarà dedicata alla legge italiana, la quale risulterà essere obsoleta, e necessitante di un ammodernamento per meglio adeguarsi ai principi internazionali, in particolare con riferimento ai problemi di liceità causati dal pagamento del prezzo del riscatto per la liberazione dell’equipaggio e ai nuclei militari di protezione a bordo di mercantili, dove verrà fatto un accenno al recente caso emblematico dell’Enrica Lexie.
In particolare si vedrà come la pirateria non debba essere più valutata come un crimine che genera i propri effetti negativi solo sull’equipaggio della nave oggetto del sequestro, ma debba essere vista come un fenomeno importante sotto il profilo economico, poiché direttamente crea danni all’intero commercio mondiale, svolto per l’80% via mare, dove gli armatori, o per essi gli assicuratori, versano ingenti somme per il riscatto delle navi, delle merci e dell’equipaggio. Tale complessità crescente si vedrà poi nell’applicazione delle coperture assicurative, anche a causa della somiglianza degli atti di pirateria con quelli terroristici, poiché per questi ultimi si necessita della sottoscrizione di polizze per rischi guerra per vedersi corrisposto un indennizzo; al contrario del rischio pirateria che in alcuni clausolari è ricompreso nei rischi ordinari.
Nel corso della trattazione vi sarà un accenno alle missioni navali antipirateria nel Golfo di Aden e nel Golfo di Guinea condotte dalla Marina Militare italiana, sotto l’egida della NATO o dell’Unione europea, per svolgere quelle operazioni cd. di Polizia in Alto mare, strumento di repressione alla pirateria marittima grazie all’attribuzione dei poteri di polizia giudiziaria “ordinaria” al Comandante e all’equipaggio della nave, per salvaguardare i traffici marittimi. Si vedrà come tali operazioni rappresentano, assieme alle assicurazioni, un valido strumento per garantire la sicurezza durante la navigazione contro un rischio (o meglio una piaga) che, ancora oggi, non può essere estirpato.
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