Thesis etd-07072011-093204 |
Link copiato negli appunti
Thesis type
Tesi di specializzazione
Author
MARTINO, ROBERTO
URN
etd-07072011-093204
Thesis title
Parametri clinico-strumentali e bioumorali predittori del rischio di embolizzazione distale durante procedura di PTA e stenting dell'arteria carotide come background dello studio ROSPREC
Department
MEDICINA E CHIRURGIA
Course of study
CARDIOLOGIA
Supervisors
relatore Prof. Balbarini, Alberto
Keywords
- angioplastica
- carotide
- embolizzazione
- rosuvastatina
Graduation session start date
29/07/2011
Availability
Full
Summary
L’embolizzazione distale di microscopici frammenti aterotrombotici si verifica molto frequentemente durante la procedura di angioplastica carotidea con impianto di stent, fortunatamente senza manifestazioni cliniche nella maggior parte dei casi. Per prevenire questo fenomeno sono state sviluppate varie tecniche per la protezione embolica durante angioplastica carotidea, ma nessuna ne garantisce l’annullamento completo, come dimostrato da recenti studi con la risonanza magnetica cerebrale a diffusione. L’embolizzazione distale può essere minimizzata attraverso l’utilizzo di una tecnica procedurale accurata e dei sistemi di protezione embolica.
Poiché l’embolizzazione distale rappresenta la principale causa delle complicanze ischemiche delle procedure di angioplastica carotidea, ma si verifica con frequenza nettamente maggiore, essa può essere proposta come “end point surrogato” delle complicanze ischemiche cerebrali stesse.
Il rischio di complicanze ischemiche cerebrali (e quindi di embolizzazione distale) durante angioplastica carotidea è associato a varie caratteristiche cliniche ed anatomiche, tra cui la sintomaticità della stenosi carotidea, l’aspetto ipoecogeno della placca carotidea, la anatomia vascolare, l’età superiore a 80 anni, il livello di esperienza dell’operatore. Di questi fattori, tuttavia, nessuno è in grado di predire con elevata sensibilità gli eventi ischemici cerebrali periprocedurali, per cui ad oggi i pazienti con indicazione alla rivascolarizzazione carotidea vengono trattati mediante angioplastica percutanea anche in presenza dei suddetti fattori di rischio.
Da un attento esame retrospettivo delle caratteristiche dei pazienti sottoposti ad angioplastica carotidea dal 2007 al 2010 presso i Laboratori di Emodinamica del Dipartimento Cardiotoracico della Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e della Fondazione Monasterio – C.N.R. di Massa, abbiamo evidenziato che la presenza di elevati livelli circolanti di colesterolo LDL e proteina C-reattiva (PCR) prima dell’intervento è la caratteristica più fortemente associata alla presenza di embolizzazione distale “rilevante” tra tutte le caratteristiche cliniche e procedurali valutate. Si può dunque ipotizzare che una terapia con statine ad elevato dosaggio per alcune settimane prima di un intervento elettivo di angioplastica carotidea possa ridurre non solo i livelli circolanti di LDL e PCR ma anche la componente infiammatoria della placca carotidea che deve essere trattata.
Ciò rappresenta il background dello studio multicentrico e randomizzato ROSPREC che si propone di verificare se questa modificazione della placca carotidea ottenuta con statine ad alta dose (in particolare rosuvastatina 40 mg/die) si traduca in una minore propensione della placca stessa alla frammentazione durante angioplastica carotidea, con conseguente riduzione dell’embolizzazione distale e, in ultima analisi, della complicanze ischemiche cerebrali.
Poiché l’embolizzazione distale rappresenta la principale causa delle complicanze ischemiche delle procedure di angioplastica carotidea, ma si verifica con frequenza nettamente maggiore, essa può essere proposta come “end point surrogato” delle complicanze ischemiche cerebrali stesse.
Il rischio di complicanze ischemiche cerebrali (e quindi di embolizzazione distale) durante angioplastica carotidea è associato a varie caratteristiche cliniche ed anatomiche, tra cui la sintomaticità della stenosi carotidea, l’aspetto ipoecogeno della placca carotidea, la anatomia vascolare, l’età superiore a 80 anni, il livello di esperienza dell’operatore. Di questi fattori, tuttavia, nessuno è in grado di predire con elevata sensibilità gli eventi ischemici cerebrali periprocedurali, per cui ad oggi i pazienti con indicazione alla rivascolarizzazione carotidea vengono trattati mediante angioplastica percutanea anche in presenza dei suddetti fattori di rischio.
Da un attento esame retrospettivo delle caratteristiche dei pazienti sottoposti ad angioplastica carotidea dal 2007 al 2010 presso i Laboratori di Emodinamica del Dipartimento Cardiotoracico della Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e della Fondazione Monasterio – C.N.R. di Massa, abbiamo evidenziato che la presenza di elevati livelli circolanti di colesterolo LDL e proteina C-reattiva (PCR) prima dell’intervento è la caratteristica più fortemente associata alla presenza di embolizzazione distale “rilevante” tra tutte le caratteristiche cliniche e procedurali valutate. Si può dunque ipotizzare che una terapia con statine ad elevato dosaggio per alcune settimane prima di un intervento elettivo di angioplastica carotidea possa ridurre non solo i livelli circolanti di LDL e PCR ma anche la componente infiammatoria della placca carotidea che deve essere trattata.
Ciò rappresenta il background dello studio multicentrico e randomizzato ROSPREC che si propone di verificare se questa modificazione della placca carotidea ottenuta con statine ad alta dose (in particolare rosuvastatina 40 mg/die) si traduca in una minore propensione della placca stessa alla frammentazione durante angioplastica carotidea, con conseguente riduzione dell’embolizzazione distale e, in ultima analisi, della complicanze ischemiche cerebrali.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
Tesi_spe..._8_07.pdf | 1.55 Mb |
Contatta l’autore |