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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07062020-102738


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
GRECO, SILVIO
URN
etd-07062020-102738
Titolo
LIMITI DEI POTERI DELLO STATO COSTIERO E ONG
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Dott. La Mattina, Andrea
Parole chiave
  • diritto marittimo
  • ricerca e soccorso
  • organizzazioni non governative
  • porti chiusi
Data inizio appello
23/07/2020
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’antico principio della libertà dei mari è stato gradualmente eroso dalla volontà degli Stati di esercitare il controllo sulle acque adiacenti alle proprie coste. Da ciò consegue una disciplina dello spazio marittimo spesso lacunosa ed incerta.
La giurisdizione degli Stati costieri si è dovuta confrontare con l’obbligo di soccorso in mare, sancito da numerosi strumenti internazionali, ma la cui effettiva attuazione resta connotata da forti criticità.
Dinanzi all'emorragia migratoria che ha caratterizzato i traffici del Mediterraneo, le Ong hanno assunto un ruolo sempre più significativo. Il loro operato, anche se limitato da un’aspra campagna denigratoria, continua ad essere di primaria importanza nel salvataggio di vite umane.
Nonostante gli strumenti di tutela adoperati a livello internazionale, tra cui il principio di non-refoulement, gli Stati costieri hanno adottato una “politica dei respingimenti”, volta a negare l’accesso agli individui soccorsi in mare.
Scopo del presente studio è confrontare il regime legale marittimo internazionale con la cd. politica “dei porti chiusi” posta in essere dal governo italiano, al fine di definire i limiti dei poteri dello Stato costiero rispetto alle operazioni di soccorso in mare.


The ancient principle of freedom of the seas has gradually been eroded by the will of states to exercise control over waters adjacent to their coasts. As a result, the regulation of maritime space is often deficient and uncertain.
The jurisdiction of coastal States has had to deal with the obligation of rescue at sea, enshrined in numerous international instruments, but whose effective implementation remains highly critical.
In the face of the migratory haemorrhage that has characterized the traffics of the Mediterranean, the NGOs have assumed an increasingly significant role. Their work, even if limited by a bitter campaign of denigration, continues to be of primary importance in saving lives.
Despite the instruments of protection adopted at international level, including the principle of non-refoulement, coastal states have adopted a "refoulement policy", aimed at denying access to individuals rescued at sea.
The purpose of this study is to compare the international maritime legal regime with the so-called "closed ports" policy implemented by the Italian government, in order to define the limits of the powers of the coastal State with respect to rescue operations at sea.
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