Tesi etd-07062017-125750 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MUGNAINI, UMBERTO
URN
etd-07062017-125750
Titolo
LE RIMESSE dei MIGRANTI
IL LORO VALORE ECONOMICO-SOCIALE SIA PER IL PAESE OSPITANTE CHE PER IL PAESE DI ORIGINE.
Tecniche e modi per trasferire il denaro dei migranti.
Alcune comunita di migranti residenti in provincia di Pisa, analisi e dati statistici sulle loro rimesse.
L?evoluzione e l?interesse del sistema Bancario Italiano verso i migranti.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI
Relatori
relatore Prof. Della Posta, Pompeo
Parole chiave
- rimesse
Data inizio appello
25/09/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Riassunto
LE RIMESSE dei MIGRANTI
IL LORO VALORE ECONOMICO-SOCIALE SIA PER IL PAESE OSPITANTE CHE PER IL PAESE DI ORIGINE.
Per diversi anni gli studiosi hanno dibattuto sul ruolo delle rimesse dei migranti verso il loro paese di origine in un’ottica di co-sviluppo: dopo essere giunti alla conclusione condivisa che questi flussi di denaro svolgono un ruolo molto importante nell’economia del proprio paese, nonostante alcuni rischi legati all’aumento dei consumi e delle importazioni, l’attenzione si è concentrata su come le rimesse dei migranti possano essere al meglio valorizzate.
Se le rimesse da flussi vengono convertite in risparmio, o comunque capitale vincolato, possono generare maggiori effetti positivi, ad esempio trasformandosi in fondi per l’erogazione di nuovi microcrediti o di servizi aggiuntivi per le istituzioni di microfinanza (IMF) diminuendo così la dipendenza dai sussidi e dalle donazioni.
Esse giocano un ruolo fondamentale nelle economie dei paesi in via di sviluppo, esportatori di manodopera.
Questo sia a livello micro, essendo le famiglie dei migranti le beneficiarie dirette le quali utilizzano le rimesse per consumi quotidiani, sia a livello macroeconomico, in quanto le rimesse costituiscono una delle principali voci della bilancia dei pagamenti di molti paesi d'origine. Questi flussi sono solo secondi agli investimenti diretti esteri e superano gli aiuti ufficiali allo sviluppo rivolti a questi paesi.
L’immigrazione è uno degli argomenti di cui oggi in Italia si parla di più a livelli molto diversi. E’ un tema centrale del dibattito politico, un argomento della conversazione quotidiana tra le persone, un tema presente negli approfondimenti dei mass media.
Spesso questo interesse non è supportato da adeguati elementi conoscitivi o margini di approfondimento e si risolve in uno scontro di luoghi comuni e pregiudizi di volta in volta positivi o negativi. Tuttavia, anche quando risulta supportato da un’adeguata preparazione preliminare, il dibattito rischia di risolversi in una contrapposizione tra posizioni apparentemente inconciliabili.
Da una parte la posizione che potremmo definire filo-migratoria e dall’altra parte quella anti-migratoria. Ogni posizione si consolida nelle proprie convinzioni con argomenti che paiono incontrovertibili ai sostenitori e tali da poter affermare con la massima convinzione che la propria opinione è l’unica sensata, convincente e soprattutto “realistica”.
Viceversa si accusa chi sostiene l’opinione contraria di essere vittima di pericolose e insensate “paure”, o seguace di “utopie” altrettanto perniciose e prive di legami con la realtà.
Anche un’analisi superficiale mostra che a quasi tutte queste posizioni può essere riconosciuto un certo contenuto di credibilità. Forse si può perfino ipotizzare che per ognuna di esse sussistano più o meno adeguati argomenti di difesa teorica. Tuttavia nessuna può essere ragionevolmente considerata l’unica incontrovertibile e dimostrabile verità rispetto all’argomento trattato.
Certamente alla base di numerose affermazioni dei sostenitori di entrambe le posizioni pare sussistere una profonda e a volte inconscia convinzione nell’una o nell’altra delle due affermazioni:
• Le migrazioni sono un bene • Le migrazioni sono un male.
Basandosi su enunciati valutativi di valore soggettivo, le due posizioni sono destinate a scontrarsi in eterno, producendo vasti apparati giustificativi, proposte pratiche e modelli di intervento, che si contrappongono quasi specularmente.
Piuttosto si è provato a limitare l’indagine ad un argomento intorno al quale si potessero esprimere posizioni teoriche, realizzare ricerche empiriche a supporto, e impostare un confronto su basi oggettive.
La scelta di adottare questa impostazione di lavoro ha lo scopo di uscire dal dualismo che vede le migrazioni come un “male” o come un “bene”, per inquadrare il problema dell’utilità dell’immigrazione in termini economici per i paesi di destinazione e in particolare per l’Italia.
Per analizzare le determinanti dei flussi di rimesse è necessario tenere a mente che esse sono il frutto di un processo importante quale quello migratorio da parte di alcuni individui che decidono di lasciare il proprio ambiente, in questo caso, il proprio Paese alla ricerca di un lavoro. A differenza delle teorie sviluppate alcuni decenni fa, nelle quali l’emigrazione così come lo sviluppo non venivano posti in relazione tra di essi e in particolare con le rimesse, negli ultimi decenni gran parte degli sforzi dei ricercatori vanno proprio verso questa direzione.
Inoltre, le nuove teorie intendono fare luce anche sulla capacità dell’emigrazione e quindi delle rimesse di agire sulla disuguaglianza, sul mercato del lavoro e sulla stessa stratificazione sociale dell’area di origine.
Sul tema specifico, va ricordato che, dal 2004, grazie alle direttive della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, si è sviluppato un’attività di ricerca, di raccolta dati e di statistiche sullo specifico argomento delle Rimesse.
Infatti si è capito quanta importanza hanno le rimesse degli emigranti sia dal punto di vista economico che sociale. Purtroppo anche il malaffare si è interessato a questi flussi, insinuandosi in questo ambito e sviluppando un sistema parallelo per finanziare: armi, droghe ed altro.
Questo mio lavoro è suddiviso in cinque parti ed una conclusione:
•la prima parte con l’ "introduzione ed i cenni storici", introduce l’argomento sia delle rimesse che del loro valore;
•la seconda parte analizza la funzione delle rimesse e cerca di dare una connotazione sulle tipologie delle stesse e spiegando ciò che al momento esiste sul mercato;
•nella terza parte affronto le varie tipologie dei canali formali ed informali;
•nella quarta parte prendo in considerazione tre tipologie di migranti e cioè le comunità più significative della provincia di Pisa (albanesi, senegalesi e ucraini), fornendo una scheda dei paesi di origine, loro economia e statistiche varie
•nella quinta parte affronto i dati complessivi delle rimesse in Italia, la bancarizzazione degli stranieri residenti, i costi per il trasferimento delle rimesse. Inoltre presento sia le banche che offrono prodotti bancari agli stranieri e le tre società multinazionali di trasferimento del denaro. In questa parte dedico un capitolo al nuovo fenomeno dei BITCOIN nuovo strumento monetario e finanziario che rivoluzionerà il sistema e il futuro della “moneta”. Affronto inoltre la tematica delle politiche di alcune nazioni per favorire le rimesse “formali”, la formazione del risparmio e delle istituzioni bancarie locali che possono indirizzare “le rimesse” verso investimenti produttivi.
•In ultimo le conclusioni.
In questa ricerca ho trovato molta difficoltà nel reperire dati statistici omogenei e riferiti ad un determinato periodo temporale o anno. Pertanto ho presentato i vari capitoli ed argomenti con riferimento a dati statistici i più recenti possibili che vanno anche dal 2005 ai dati del 2016.
Giugno 2017
Umberto Mugnaini
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