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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07052023-171713


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BRIGIDA, ADALGISA
URN
etd-07052023-171713
Titolo
La normativa a tutela delle acque dall'inquinamento e i controlli svolti dal Corpo delle Capitanerie di Porto
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
SCIENZE DEL GOVERNO E DELL'AMMINISTRAZIONE DEL MARE
Relatori
relatore Prof. Dal Canto, Francesco
relatore Ceccarelli, Jenny
Parole chiave
  • Acqua
  • depuratore
  • inquinamento
Data inizio appello
28/07/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/07/2093
Riassunto
Negli ultimi decenni, l’urbanizzazione su larga scala è stata la causa dell’eccessivo inquinamento che ha portato a una graduale riduzione della qualità dell’ambiente, in parte dovuta sia a una cattiva depurazione delle acque reflue che alla compromissione della naturale capacità auto depurativa delle masse d’acqua.
L’acqua difatti è ricca di batteri e microrganismi decompositori che, in presenza di ossigeno, sono in grado di demolire e metabolizzare gli inquinanti di tipo organico trasformandoli in sostanze che sono utili, in modo diretto o indiretto, alla nutrizione degli organismi acquatici. Per lungo tempo, si è pensato che tale capacità “auto depurativa” del mare bastasse a risolvere i problemi dell’inquinamento.
La presa di coscienza, a livello sia internazionale che nazionale, della necessità di intervenire per preservare e ridurre l’impatto ambientale ha portato, a stabilire precise regole per la difesa dell’ambiente, favorendo lo sviluppo di norme e principi, di derivazione prevalentemente comunitaria, a tutela dell’ambiente.
Il presente elaborato dopo aver analizzato l’evoluzione normativa in materia di tutela delle acque, ha preso in esame il d.lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale” concentrandosi soprattutto sulla Parte III e IV dedicate rispettivamente alla tutela delle acque dall'inquinamento e alla gestione dei rifiuti, attraverso l’esame della disciplina degli scarichi idrici, e le modalità di ispezione negli impianti di depurazione di acque reflue.
L’importanza della risorsa idrica, quale elemento essenziale per la vita di tutti gli organismi viventi, è evidente. Una corretta gestione del ciclo dell'acqua attraverso l'applicazione delle conoscenze tecnologiche esistenti è fondamentale per garantire un uso sostenibile della risorsa, non solo a livello sociale ma anche economico (la tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei).
La depurazione delle acque reflue attraverso sistemi di trattamento che imitino i processi biologici che avvengono naturalmente nei corpi idrici (utilizzo di microrganismi contenuti nei fanghi attivi) risulta molto efficace e efficiente. Maggiore è il rischio di inquinamento permanente del corpo idrico recettore (mare, fiume, lago, etc.) più rigoroso sarà il trattamento a cui saranno sottoposte le acque reflue.
Per un uso più razionale delle risorse idriche, il riutilizzo delle acque reflue depurate può essere visto come un espediente innovativo e alternativo. Inoltre, il riutilizzo delle acque depurate comporta un vantaggio economico alla comunità poiché il costo del riciclo è inferiore al costo dello smaltimento.

Il Corpo delle Capitanerie di porto è destinatario, fra i vari compiti istituzionali, di funzioni e compiti a “salvaguardia e protezione dell’ambiente marino e marino-costiero”.
L’obiettivo della presente trattazione è quello di definire le modalità operative del Corpo delle Capitanerie di Porto nell’ambito dei controlli, volti ad accertare illeciti a danno dell’ambiente marino costiero, con riguardo sia alla risorsa “acqua” che al ciclo dei “rifiuti”.
Nello specifico, viene presentata l’attività svolta dai colleghi della Direzione marittima di Genova, nell’ambito dell’operazione nazionale Clean Waters, presso un impianto di depurazione della zona di competenza.
L’operazione complessa "Clean Waters”, è un’attività di polizia ambientale a livello nazionale, che mira alla verifica dei siti di attività produttive i cui cicli di produzione possono dar luogo scarichi reflui suscettibili di inquinare l’ambiente in cui confluiscono.
Il Centro di Controllo Nazionale Ambiente (CCNA), istituito presso il III Reparto del Comando generale delle Capitanerie di porto, ha dato impulso a tale attività, prevedendo il coordinamento a livello di Direzioni marittime attraverso i Centri di coordinamento Ambientale Marino (CCAM) e l’operatività sul campo tramite i Nuclei operativi di polizia ambientale (NOPA) istituiti a livello periferico.
I dati risultanti dall’operazione nazionale confluiranno nel sistema MED (Monitoraggio Elaborazioni Dati) per l’analisi statistica, volta a individuare le criticità maggiori cui indirizzare le future attività a tutela dell’ambiente marino costiero.
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