Thesis etd-07052023-120955 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
BELLINA, FEDERICA
URN
etd-07052023-120955
Thesis title
LA DIMENSIONE MARITTIMA DELLA SECURITY
Department
GIURISPRUDENZA
Course of study
SCIENZE DEL GOVERNO E DELL'AMMINISTRAZIONE DEL MARE
Supervisors
relatore C.F. (AN) Sacco, Vincenzo
Keywords
- maritime security
- security
- sicurezza della navigazione
Graduation session start date
28/07/2023
Availability
Full
Summary
Il mare è stato considerato per secoli uno spazio inesplorato, disciplinato dalla cosiddetta “legge del mare”, un insieme di usi e consuetudini non scritti ai quali i marinai facevano riferimento.
Col tempo, però, l’attenzione per il mare crebbe, in seguito all’evolversi dello scenario geopolitico e all’affermarsi di popoli, prima, e nazioni, poi, che sul mare basarono le loro imprese egemoniche e, successivamente, le loro economie.
Da ciò si sviluppò il trasporto marittimo e fu necessario codificare le attività e gli usi del mare, creando il cosiddetto “diritto del mare”: il 10 dicembre 1982, dopo undici sessioni di lavoro, la prima delle quali iniziata nel 1973, venne firmata a Montego Bay, in Jamaica, la United Nations Convention on the Law of the Sea, la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, con la quale vennero definiti diritti e doveri degli Stati nell’utilizzo dei mari.
La costante crescita degli Stati nazionali portò all’aumento esponenziale del quantitativo di navi, passeggeri e merci in movimento sul mare. Conseguentemente, si rese sempre più necessario risolvere i problemi legati alla navigazione e allo sfruttamento delle aree marine con una serie di conferenze internazionali, dalle quali emersero una serie di postulati universalmente riconosciuti, come, ad esempio, l’uso pacifico del mare.
Questa convinzione fu, però, ben presto sradicata.
Le minacce che hanno da sempre interessato la terraferma – quali ad esempio crisi, confitti armati e atti di terrorismo – hanno iniziato a coinvolgere anche il mare, scenario ancora più sensibile poiché culla di rapporti commerciali e di movimentazione di passeggeri, merci e dati.
Le convenzioni, i trattati internazionali e la normativa nazionale di settore stipulati sino a quel momento, tra cui si citano, a titolo esemplificativo, le Convenzioni SOLAS, MARPOL ed STCW, regolamentavano gli aspetti legati alla sicurezza intrinseca della nave, la cosiddetta safety, e nulla dicevano circa questo nuovo aspetto, d’ora in poi chiamato security, ovvero sia l’insieme delle misure adottate per proteggere luoghi o persone da atti illeciti, intenzionali e deliberati.
La lunga serie di incidenti di security avvenuti a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, analizzati nell’elaborato, è esplicativa nel sottolineare l’esigenza che si sentì, a partire da quel momento storico, di rivoluzionare l’approccio alla sicurezza con una serie di interventi normativi con i quali si introdussero nuovi strumenti di difesa e nuove strategie, in risposta alle crescenti e nuove minacce.
Il punto di partenza dal quale prende avvio tale analisi è il dirottamento del transatlantico Achille Lauro, battente bandiera italiana, del 7 ottobre 1985 ed essa si pone come scopo principale quello di esaminare il concetto di security in ambito marittimo, differenziandolo dalla safety, ricostruendolo dapprima in chiave storica, facendo riferimento ai vari attacchi terroristici che si sono verificati nel corso del tempo e, in secondo luogo, ponendo l’attenzione sulle novità introdotte in seguito agli attacchi terroristici al World Trade Center dell’11 settembre 2001, focal aspect che ha portato ad un’ulteriore irrigidimento e ad una maggiore attenzione circa la disciplina della maritime security.
Successivamente, l’elaborato prosegue con un confronto tra la normativa nazionale, comunitaria ed internazionale di settore e con un approfondimento sui protagonisti della security in ambito marittimo e navale: viene infatti affidato al terzo capitolo il compito di delineare le caratteristiche e le funzioni dei piani di sicurezza della nave e del porto e più in generale della port e ship security, definendo i compiti del personale preposto a tali mansioni.
Infine, a conclusione dell’analisi, vengono analizzati tre aspetti – a mio avviso configurabili come criticità in materia di sicurezza – ovvero sia la container security, gli attacchi cibernetici e l’escalation del conflitto russo-ucraino che ha portato all’adozione di specifiche misure atte a mitigare gli incidenti di security nel Mar Nero e nel Mar d’Azov.
Col tempo, però, l’attenzione per il mare crebbe, in seguito all’evolversi dello scenario geopolitico e all’affermarsi di popoli, prima, e nazioni, poi, che sul mare basarono le loro imprese egemoniche e, successivamente, le loro economie.
Da ciò si sviluppò il trasporto marittimo e fu necessario codificare le attività e gli usi del mare, creando il cosiddetto “diritto del mare”: il 10 dicembre 1982, dopo undici sessioni di lavoro, la prima delle quali iniziata nel 1973, venne firmata a Montego Bay, in Jamaica, la United Nations Convention on the Law of the Sea, la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, con la quale vennero definiti diritti e doveri degli Stati nell’utilizzo dei mari.
La costante crescita degli Stati nazionali portò all’aumento esponenziale del quantitativo di navi, passeggeri e merci in movimento sul mare. Conseguentemente, si rese sempre più necessario risolvere i problemi legati alla navigazione e allo sfruttamento delle aree marine con una serie di conferenze internazionali, dalle quali emersero una serie di postulati universalmente riconosciuti, come, ad esempio, l’uso pacifico del mare.
Questa convinzione fu, però, ben presto sradicata.
Le minacce che hanno da sempre interessato la terraferma – quali ad esempio crisi, confitti armati e atti di terrorismo – hanno iniziato a coinvolgere anche il mare, scenario ancora più sensibile poiché culla di rapporti commerciali e di movimentazione di passeggeri, merci e dati.
Le convenzioni, i trattati internazionali e la normativa nazionale di settore stipulati sino a quel momento, tra cui si citano, a titolo esemplificativo, le Convenzioni SOLAS, MARPOL ed STCW, regolamentavano gli aspetti legati alla sicurezza intrinseca della nave, la cosiddetta safety, e nulla dicevano circa questo nuovo aspetto, d’ora in poi chiamato security, ovvero sia l’insieme delle misure adottate per proteggere luoghi o persone da atti illeciti, intenzionali e deliberati.
La lunga serie di incidenti di security avvenuti a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, analizzati nell’elaborato, è esplicativa nel sottolineare l’esigenza che si sentì, a partire da quel momento storico, di rivoluzionare l’approccio alla sicurezza con una serie di interventi normativi con i quali si introdussero nuovi strumenti di difesa e nuove strategie, in risposta alle crescenti e nuove minacce.
Il punto di partenza dal quale prende avvio tale analisi è il dirottamento del transatlantico Achille Lauro, battente bandiera italiana, del 7 ottobre 1985 ed essa si pone come scopo principale quello di esaminare il concetto di security in ambito marittimo, differenziandolo dalla safety, ricostruendolo dapprima in chiave storica, facendo riferimento ai vari attacchi terroristici che si sono verificati nel corso del tempo e, in secondo luogo, ponendo l’attenzione sulle novità introdotte in seguito agli attacchi terroristici al World Trade Center dell’11 settembre 2001, focal aspect che ha portato ad un’ulteriore irrigidimento e ad una maggiore attenzione circa la disciplina della maritime security.
Successivamente, l’elaborato prosegue con un confronto tra la normativa nazionale, comunitaria ed internazionale di settore e con un approfondimento sui protagonisti della security in ambito marittimo e navale: viene infatti affidato al terzo capitolo il compito di delineare le caratteristiche e le funzioni dei piani di sicurezza della nave e del porto e più in generale della port e ship security, definendo i compiti del personale preposto a tali mansioni.
Infine, a conclusione dell’analisi, vengono analizzati tre aspetti – a mio avviso configurabili come criticità in materia di sicurezza – ovvero sia la container security, gli attacchi cibernetici e l’escalation del conflitto russo-ucraino che ha portato all’adozione di specifiche misure atte a mitigare gli incidenti di security nel Mar Nero e nel Mar d’Azov.
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