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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07052021-130419


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MUSCO, VITTORIO
URN
etd-07052021-130419
Titolo
Norman Atlantic: Eccellenza italiana
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
SCIENZE DEL GOVERNO E DELL'AMMINISTRAZIONE DEL MARE
Relatori
relatore C.C. (AN) Principale, Francesco
Parole chiave
  • SAR
  • Norman Atlantic
Data inizio appello
21/07/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/07/2061
Riassunto
Al giorno d’oggi è sempre più comune ascoltare l’acronimo SAR in vari programmi, telegiornali, quotidiani, siti web. Ma cosa significa questo acronimo? L’acronimo SAR fa riferimento alle parole Search and Rescue, ossia Ricerca e Soccorso. Il SAR consiste nella ricerca di mezzi e persone con operazioni di salvataggio che vengono condotte da personale qualificato e addestrato a tale scopo. La materia SAR ha una particolare importanza in abito internazionale, come è possibile notare dai numerosi trattiti internazionali ed europei che nel corso degli anni sono stati stipulati. Queste norme internazionali non prevedono soltanto degli obblighi in carico ai Paesi firmatari, ma soprattutto in capo ai comandanti delle navi in mare, che siano esse governative o private. Tra i più importanti trattati e convenzioni in questa materia troviamo la Convenzione di Montego Bay, o anche detta UNCLOS, del 1982, e la Convenzione SOLAS del 1974 riguardante in particolare le responsabilità in capo ai comandanti di navi nell’ambito del soccorso a chiunque si trovi in mare in pericolo di vita. Le stesse due convenzioni fanno ricadere anche in capo ai Governi e ai dipendenti Centri di Coordinamento del soccorso diversi obblighi quali l’assicurare un efficiente organizzazione dei servizi SAR nelle rispettive aree di responsabilità tramite i Maritime Rescue Coordination Centre. Inoltre, la Convenzione SAR, anche detta di Amburgo, del 1979, obbliga gli Stati ad intervenire in caso di pericolo della vita in mare senza distinzioni di nazionalità o status e di fornire le prime cure mediche, trasferendo la persona in un luogo sicuro detto Place of Safety. Oltre a questo, si chiede anche la cooperazione a livello internazionale delle varie organizzazioni SAR, che consenta dunque un più rapido ed efficiente intervento. In ambito nazionale, la responsabilità dell’attuazione della Convenzione di Amburgo ricade in capo al Ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili, ex Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il quale, con il D.P.R. n.662 del 1994 ha affidato al Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, il compito di coordinare i servizi di ricerca e soccorso. La Guardia Costiera ha un compito particolarmente oneroso dovendo coordinare gli interventi SAR nell’ambito delle acque SAR italiane, per un’estensione di circa 500.000 km2, da Ventimiglia a Trieste, ossia circa un quinto dell’intero Mediterraneo. Il personale, i mezzi navali e mezzi aerei formano la cosiddetta “maglia SAR”, costituente le risorse disponibili, pubbliche e private, per l’intervento in caso di pericolo della vita umana in mare. L’organizzazione del coordinamento SAR è costituita da tre livelli di responsabilità: l’I.M.R.C.C. (Italiana Maritime Rescue Coordination Center), centro a livello nazionale ubicato preso il Comando Generale di Roma; i M.R.S.C. (Maritime Rescue Sub Center) dislocati lungo tutta la penisola a livello di Direzione Marittima; gli U.C.G. (Unità Costiera di Guardia), anch’essi lungo tutto il territorio nazionale a livello di compartimenti e circondari marittimi. Alla base delle attività SAR nazionali troviamo il “Piano nazionale S.A.R.”, contenente le procedure da attuare nella gestione degli eventi SAR.
Negli ultimi anni una particolare forma di soccorso ha assunto particolare importanza: le Mass Rescue Operations. Nell’ultima edizione del 2021 del Piano nazionale S.A.R. è stata introdotta una sezione dedicata a questo tipo di interventi a cause delle particolari misure da attuare. Le Mass Rescue Operations sono interventi dove, a causa dell’elevato numero di persone in pericolo di vita, è necessario attuare una particolare organizzazione per garantire una buona riuscita. In ambito nazionale, la disciplina viene data dalla Protezione Civile, con la Direttiva n.1636 del 2006 dando delle linee guida su come intervenire sul luogo dell’incidente in caso di MRO. Dal punto di vista internazionale la disciplina è molto più ampia, con l’IMO che ha ricoperto un importante ruolo grazie alla Circolare n31/COSPAS del 2003. Inoltre, per questo tipo di interventi è prevista l’attivazione di una particolare struttura organizzativa che consenta un efficace intervento, detta Incident Command System (ICS) che analizzerò meglio nell’elaborato.
In questo particolare tipo di interventi, i mezzi aerei hanno ricoperto sempre un ruolo fondamentale. La componente aerea del Corpo delle Capitanerie di Porto, costituita sia da mezzi ad ala fissa che ad ala rotante, nasce agli inizi degli anni ’80 e da allora si è sempre distinta per l’alta professionalità del personale aereo. Ad oggi, la componente aerea è costituita da quattro basi dislocate lungo tutta la penisola, in particolare a Sarzana, Catania, Pescara e Decimomannu, con la presenza di quattordici elicotteri AW 139, tre ATR 42 e un P 180. Uno dei più importanti eventi degli ultimi anni in cui gli elicotteri del Corpo sono stati protagonisti è stato l’incendio della “Norman Atlantic”. Questo traghetto ro-pax, partito da Igoumenitsa e diretto ad Ancona, nella notte del 28 dicembre 2014 prese fuoco nel Canale di Otranto, con a bordo quasi 500 persone e con delle condizioni meteomarine particolarmente proibitive, con mare stato 7 e vento fino a 70 km/h. Grazie all’intervento del Corpo delle Capitanerie di Porto, con mezzi navali, ma soprattutto con mezzi aerei, e di altre Amministrazioni dello Stato, l’intervento riuscì nel migliore dei modi. Le persone recuperate furono 452, delle quali 358 solo a mezzo elicotteri, segnando un nuovo record in questo ambito. Ciononostante, alcune delle persone cadute in mare non furono mai recuperate, a causa soprattutto delle forti correnti presenti. Ad oggi diversi sono gli strumenti che aiutano in questo tipo di situazioni, simulatori che consentono di prevedere la posizione di oggetti e persone in mare in base alle condizioni meteomarine presenti. In questo campo, la US Coast Guard è all’avanguardia grazie al suo SAROPS, un sistema informatizzato di simulazione dello spostamento degli oggetti in mare. Oltre a questo, sono molti i sistemi utilizzati in diversi paesi, anche europei, che permettono una riduzione dei tempi di intervento e un miglior utilizzo delle risorse a disposizione. In conclusione, andrò ad analizzare i punti di forza e di debolezza di questi sistemi cercando di prevederne impieghi futuri anche per il Corpo delle Capitanerie di Porto.
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