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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-07052012-150104


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
MASSARO, FEDERICA
URN
etd-07052012-150104
Titolo
Ruolo delle cellule progenitrici endoteliali nella cardiopatia ischemica cronica: valutazione dei livelli ematici e tissutali.
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Balbarini, Alberto
Parole chiave
  • cellule
  • progenitrici
  • endoteliali
  • EPC
Data inizio appello
24/07/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/07/2052
Riassunto
RIASSUNTO

Background: le cellule progenitrici endoteliali (EPC) costituiscono una popolazione eterogenea di cellule di origine midollare e tissutale. Esse esprimono proteine di membrana ematopoietiche (CD34, CD45, CD133) ed altre prettamente endoteliali (VEGFR2, VE-Caderina, E-Selectina). La loro importanza risiede nella probabile capacità di localizzarsi in aree ischemiche (Homing) per promuovere la riparazione del danno, la neovascolarizzazione e la riendotelizzazione.
Scopo dello studio: il nostro studio è stato eseguito con l’obiettivo di mettere in luce il processo di Homing e dimostrare come l’incremento di cellule a livello miocardico sia maggiore al crescere della gravità della cardiopatia ischemica cronica.
Materiali e metodi: sono stati arruolati 20 pazienti con età media di 77.3+/-5.13 anni, 8 di sesso maschile con età media di 74.4+/-4.53 anni e 12 di sesso femminile con età media di 79.25+/-4.69 anni.
Tutti i pazienti, 8 non affetti da cardiopatia ischemica cronica (non ischemici o CAD0) e 12 affetti da cardiopatia ischemica cronica (ischemici) di cui 5 con malattia mono-vasale (CAD1), 1 con malattia bi-vasale (CAD2) e 6 con malattia tri-vasale (CAD3), sono stati sottoposti ad intervento cardio- chirurgico (cfr. fig.28 pag.64 e tabella 3 pag.61).
Degli 8 pazienti non ischemici, 5 sono stati sottoposti ad intervento di sostituzione valvolare aortica (2 per steno- insufficienza valvolare aortica, 2 per stenosi valvolare aortica ed 1 per insufficienza valvolare aortica ), 2 sono stati sottoposti a sostituzione valvolare mitralica (per insufficienza valvolare mitralica) ed 1 paziente è stato sottoposto a sostituzione del tratto di aorta ascendente aneurismatico (cfr. tabella 5 pag.62). Dei 5 pazienti ischemici CAD1, 2 sono stati sottoposti solo ad intervento di sostituzione valvolare aortica (per stenosi valvolare aortica) e non a CABG in quanto non soddisfatte le condizioni di indicazione a tale intervento. Tre pazienti CAD1 sono stati sottoposti ad intervento di bypass aorto-coronarico (CABG) e di sostituzione valvolare aortica (per stenosi valvolare aortica). Il paziente CAD2 è stato sottoposto ad intervento di CABG. Dei 6 pazienti CAD3, 4 sono stati sottoposti ad intervento di CABG, 1 è stato sottoposto a CABG, sostituzione del tratto di aorta aneurismatico e sostituzione valvolare mitralica (per aneurisma dell’aorta ascendente ed insufficienza mitralica) mentre 1 paziente è stato sottoposto a CABG e sostituzione valvolare mitralica (per insufficienza valvolare mitralica) (cfr. tabella 4 pag.62).
Ogni paziente è stato sottoposto a prelievo di sangue venoso periferico e a prelievo bioptico di frammento auricolare, poi analizzati, rispettivamente, mediante analisi citofluorimetrica ed immunoistochimica.
Risultati: La densità tissutale media riscontrata nei pazienti non ischemici è risultata 0.12+/-0.09 EPC/mm2 mentre negli ischemici 0.20+/-0.12 EPC/mm2(cfr. tabella 6 pag.63). Esaminando i dati sulla base della gravità crescente della CAD si è osservato che nel gruppo CAD0 la densità tissutale è risultata 0.12+/-0.09 EPC/mm2, nel gruppo CAD1 0.20+/-0.09 EPC/mm2 e nel gruppo CAD2+CAD3 è risultata 0.25+/-0.19 EPC/mm2 (cfr. tabella 7 pag.63). Analizzando questi valori medi con il test T di Student non è stata osservata una differenza statisticamente significativa tra i gruppi esaminati anche se è stata evidenziata la tendenza all’incremento della densità tissutale di EPC, all’aumentare del grado di ischemia miocardica (cfr. fig.30,31 pag.65).
Il coefficiente di correlazione di Pearson, utile per analizzare la forza dell’associazione tra due variabili, è risultato 0.44, valore che dimostra una correlazione diretta significativa tra la gravità della CAD e la densità tissutale di EPC/mm2 (cfr. fig.33 pag.66). Anche la regressione lineare multipla ha confermato la correlazione significativa (p<0.05) tra i medesimi parametri.
Il livello ematico medio di EPC/ml nei pazienti non ischemici è risultato 33.33 mentre negli ischemici 23.55 (cfr. tabella 8 pag.63).
Confrontando questi valori medi con il test T di Student, non è stata evidenziata una differenza statisticamente significativa. Tuttavia, è stata rilevata la tendenza alla riduzione di EPC nei livelli ematici all’aumentare del grado di ischemia miocardica.
Il coefficiente di correlazione di Pearson è risultato 0.27, valore che dimostra una correlazione inversa significativa tra la gravità della CAD ed il numero puro di EPC calcolato in 10 µl di sangue venoso periferico (cfr. fig.34 pag.67).
Conclusioni: il nostro studio sembra dimostrare che, all’aumentare del danno ischemico cardiaco, diminuiscono i livelli ematici delle EPC ed aumenta l’Homing con la finalità di riparare il danno ischemico stesso. Inoltre è stato osservato come nei pazienti non ischemici i livelli ematici di EPC siano superiori rispetto ai pazienti ischemici e, viceversa, come quelli tissutali siano inferiori rispetto agli ischemici.
Infine, il ritrovamento delle cellule progenitrici prevalentemente a livello epicardico, conferma il ruolo dell’epicardio di nicchia staminale.
Questi dati preliminari dovranno essere confermati in una casistica più ampia.


















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