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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07052012-121040


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (3 anni)
Autore
VERIN, RANIERI
URN
etd-07052012-121040
Titolo
INDAGINE ANATOMO ED ISTO-PATOLOGICA SULLO STATO SANITARIO DI SPIGOLE(DICENTRARCHUS LABRAX) PESCATE NEL FIUME ARNO
Dipartimento
MEDICINA VETERINARIA
Corso di studi
ISPEZIONE DEGLI ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE
Relatori
relatore Prof. Mani, Paolo
Parole chiave
  • stato sanitario
  • Dicentrarchus labrax
  • Spigola
  • Arno
  • istopatologia
Data inizio appello
31/07/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto
Non esistendo dati relativi allo stato sanitario di spigole (Dicentrarchus labrax) pescate nel fiume Arno, ed essendo la pesca ed il consumo di tali pesci, una realtà ampliamente praticata localmente, nella Provincia di Pisa, lo scopo di questo lavoro è stato quello di indagare lo stato sanitario di una popolazione di spigola selvatica, pescata nel fiume Arno tramite indagini parassitologiche, citologiche ed istopatologiche. Parallelamente all’indagine sanitaria, ci siamo proposti, tramite indagini istopatologiche, su tessuti branchiali ed epatici, la ricerca di alterazioni suggestive di esposizione cronica ad agenti xenobiotici ed utilizzare i dati raccolti in via preliminare per indagare gli ipotetici rischi sanitari per la tutela della salute del consumatore.Sono state pescate 20 spigole in 3 diverse località del fiume Arno, nei pressi di Pisa. Gli organi sono stati sottoposti ad indagine parassitologica, ed istopatologica per la ricerca dei principali parassiti e di lesioni microscopiche suggestive di malattie infettive o parassitarie. Ulteriormente le branchie ed il fegato sono stati analizzati tramite tecniche istologiche per la ricerca di lesioni suggestive di esposizione cronica ad agenti xenobiotici. GTli unici parasiti isolati sono stati trematodi monogenei identificati come Diplectanum aequans in 4 soggetti. Nessun organo (ad eccetto delle branchie e del fegato) hanno mostrato alterazioni patologiche all'esame istopatologico. Nel testo vengono riportate le alterazioni riportate a livello delle branchie e del fegato. Il presente studio, sebbene basato su tecniche qualitative e con i limiti che queste possono avere, risulta il primo ad indagare localmente una realtà di interesse per il consumatore proprio per il frequente consumo che viene fatto di spigole pescate nel fiume Arno. La tecnica istologica è risultata utile nell’evidenziazione delle lesioni branchiali ed epatiche sebbene aspecifica riguardo alle noxae patogene e quindi di estrema utilità per uno screening iniziale sulla qualità del pescato e per la possibilità di utilizzo dei tessuti branchiali ed epatico quali biomarkers per la qualità sia del pesce sia delle acque. Le presenti indagini dovranno essere confermate tramite tecniche quantitative (analisi tossicologiche, microbiologiche e chimiche sull’acqua) per la ricerca di eventuali xenobiotici presenti in questa specie pescata nel fiume Arno o nell’ ambiente. La spigola infatti , in quanto specie predatrice e quindi biomagnificatore, si presta per monitorare la situazione ambientale nel tempo e parallelamente ad altre specie stanziali nel fiume, che però difficilmente vengono consumate, può fungere da bioindicatore in future ricerche.
Senza dubbio lo stato sanitario degli animali inseriti in questo studio è risultato ottimo, come confermato dall’assenza di lesioni macroscopiche e microscopiche. Proprio per questo motivo,considerata l’assenza di lesioni riferibili a malattie infettive e la modesta presenza di parassiti a livello esclusivamente branchiale, negli esemplari prelevati, è probabile che le lesioni degenerative ed infiammatorie rilevate, sebbene di lieve entità, siano con buona probabilità causate da un moderato stress ambientale che merita un approfondimento mirato per la salute del consumatore.

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