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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-07032020-211541


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
RONDINELLI, ROBERTO
Indirizzo email
r.rondinelli@studenti.unipi.it, rondinelliroberto@yahoo.it
URN
etd-07032020-211541
Titolo
LE NUOVE FRONTIERE DELLA GEOPOLITICA E DELLA SICUREZZA IN AMBITO MARITTIMO: LA GUERRA IBRIDA E IL CONTROLLO DEI CAVI SOTTOMARINI
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. La Mattina, Andrea
Parole chiave
  • spazi marini
  • sicurezza marittima
  • Montego Bay
  • maritime safety
  • hybrid warfare
  • law of the sea
  • guerra ibrida
  • geopolitica
  • diritto della navigazione
  • cyber warfare
  • cavi sottomarini
  • UNCLOS
Data inizio appello
23/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/07/2090
Riassunto
Nel mio elaborato ho voluto analizzare il concetto di “potere marittimo”, ripercorrendo attraverso alcuni passaggi storici e giuridici le tappe fondamentali che hanno portato all’affermazione e alla consolidazione di questa espressione. Tale espressione è stata, infatti, caratterizzata da una particolare dinamicità, così come è accaduto con il termine “conflitto”. Ciò è dovuto soprattutto ai diversi cambiamenti culturali, politici e sociali, alle ricerche e agli studi effettuati e soprattutto ai risultati raggiunti nel settore tecnologico e in quello delle comunicazioni che hanno caratterizzato l’ultimo secolo. Questi cambiamenti, sebbene, da un lato generassero benessere, dall’altro lato hanno portato con sé, spesso e volentieri, preoccupazione e insicurezza, dal momento che vi potrebbero essere, così come dimostrato da eventi pratici, delle distorsioni nell’utilizzo della tecnologia e una lacuna o un’incompletezza normativa che permetta una disciplina precisa e puntuale. È dal mare che deriva la significatività economica, la dipendenza dalle vie di comunicazione e dal quale giungono le principali minacce all’interesse nazionale.
L’obiettivo che mi sono posto è quello di voler comprendere alcune delle modalità e delle sfaccettature di quella che oggi è comunemente conosciuta come “guerra ibrida”, in particolare modo con riferimento ai sistemi di rete dati sottomarini, ovvero a quelle installazioni, poste nelle profondità degli abissi, che permettono il trasferimento, tra punti di controllo distanti, di dati, anche sensibili, per lo più aventi a che fare con l’Internet globale. I cambiamenti legati al settore della tecnologia hanno modificato non solo le strategie dei vari Paesi, ma anche il loro modo di relazionarsi a livello internazionale.
Comprendere l’utilità di queste installazioni è oggigiorno di fondamentale importanza soprattutto considerando gli aspetti economici, commerciali e strategici che sono alla base della realizzazione di una condotta sottomarina efficiente. Conoscere le modalità con cui gli Stati oggi si rapportano l’un l'altro non significa soltanto limitarsi alla sfera relativa agli accordi politici o commerciali che possono essere raggiunti, ma anche alla possibilità con la quale uno Stato può influenzare l’opinione pubblica e le scelte politiche di un altro Stato, o ancora la possibilità di danneggiare, anche senza ricorrere alle tradizionali modalità di impiego della forza, l’integrità e la sicurezza altrui.
In questa sede, ho voluto inizialmente concentrarmi su alcuni dei principi essenziali in ambito marittimo, per lo più racchiusi nella Convenzione di Montego Bay, per poi arrivare a delineare l’attuale assetto geopolitico e gli equilibri che oggi governano la scena internazionale. Il “potere marittimo” si snoda, inoltre, nella regolamentazione dei confini territoriali e degli spazi marini degli Stati. Proprio la regolamentazione di tali confini fu una delle scelte operate a livello internazionale per limitare il controllo sulle acque comuni ed evitare il rischio di assoggettare gli Stati più pacifici alle direttive di una cerchia ristretta di Paesi. In funzione di ciò dopo aver visto in cosa consistono gli spazi marini, aree di interesse degli Stati costieri, ho voluto analizzare i poteri e le facoltà che possono essere attribuiti ad uno Stato nella sua veste di autorità costiera.
Per giungere agli equilibri disegnati quest’oggi vi sono state diverse conferenze internazionali in materia che hanno portato, a volte dopo alcuni tentativi come ad esempio quello relativo al “Transatlantic Trade and Investment Partnership” (TTIP), alla realizzazione di una fitta rete di scambi commerciali con alla base solidi accordi di intesa.
In materia di sicurezza internazionale ho tratteggiato gli elementi principali della “cyber-warfare” che permettono di identificare le potenziali minacce ibride relative ai dati e alla componente informatica, tralasciando per un momento le vulnerabilità fisiche connesse alle condotte sottomarine.
Dopo aver delineato anche i tratti essenziali tipici della guerra ibrida e dopo aver ripreso alcuni eventi storici in cui tale fenomeno ha raggiunto il suo massimo grado di esternalità, ho trattato delle minacce fisiche, ovvero di quegli attacchi diretti, non solo alla sottrazione o al controllo dei dati, ma anche alla distruzione o alla manomissione dei cavi sottomarini. Il danno fisico condotto nei confronti di tali sistemi o delle infrastrutture poste sulla terraferma, che permettono il controllo da remoto dei cavi, può avere delle pesanti ripercussioni economiche, per non parlare del rischio che graverebbe sulla sicurezza nazionale.
Concludendo, nelle ricerche effettuate per il mio progetto ho voluto concentrarmi su un argomento che ha avuto molte ripercussioni soprattutto a partire dalla fine degli anni ’90. Si tratta di tematiche spesso sottovalutate, ma, la cui presa di conoscenza, a mio parere, permetterebbe il raggiungimento di un diverso approccio internazionale. Bisognerebbe, a tal fine, elaborare degli standard omogenei per quanto riguarda la posa e la realizzazione dei cavi, una più accurata e attenta disciplina normativa e infine una nuova economia il cui scopo sia la gestione e il controllo razionale del progresso, per servire i reali bisogni umani, invece che l’aumento del prestigio nazionale, dei profitti o delle crudeltà collegabili ai conflitti internazionali.

In my thesis I wanted to analyze the concept of "maritime power", retracing through some historical and juridical steps the fundamental steps that led to the affirmation and consolidation of this expression. This expression was, in fact, characterized by a particular dynamism, as happened with the term "conflict". This is mainly due to the different cultural, political and social changes, research and studies carried out and, above all, to the results achieved in the field of technology and communications which have characterized the last century. These changes, although on the one hand they generated well-being, on the other hand they brought with them, often and willingly, concern and insecurity, since there might be, as demonstrated by practical events, distortions in the use of technology and a regulatory gap or incompleteness that allows for precise and timely regulation. It is from the sea that economic significance, dependence on communication routes and from which the main threats to the national interest come.
My goal is to understand some of the ways and facets of what is now commonly known as "hybrid warfare", particularly with reference to submarine data network systems, that is, installations, placed in the depths of the abyss, which allow the transfer, between remote control points, of data, even sensitive, mostly having to do with the global Internet. The changes linked to the technology sector have changed not only the strategies of the various Countries, but also their way of relating to the international level.
Understanding the usefulness of these installations is nowadays of fundamental importance especially considering the economic, commercial and strategic aspects that are at the basis of the construction of an efficient submarine pipeline. To know how the Member States relate to each other today does not mean simply to limit themselves to the sphere of political or commercial agreements which can be reached, but also the possibility with which one State can influence public opinion and the political choices of another State, or the possibility of damaging, even without resorting to the traditional methods of using force, the integrity and safety of others.
In this place, I wanted to focus initially on some of the essential principles in the maritime field, mostly contained in the Montego Bay Convention, and then to outline the current geopolitical order and the balances that today govern the international scene. The "maritime power" is also articulated in the regulation of the territorial borders and the marine spaces of the States. Precisely the regulation of these borders was one of the choices made at international level to limit the control over the common waters and avoid the risk of subjecting the most peaceful States to the directives of a restricted circle of Countries.
In the light of this, having seen what constitutes marine spaces, areas of interest to coastal States, I wanted to analyse the powers and faculties that can be attributed to a state in its capacity as coastal authority.
In order to achieve the balance drawn today there have been several international conferences on the subject that have led, sometimes after some attempts such as that relating to the "Transatlantic Trade and Investment Partnership" (TTIP), the establishment of a dense network of trade with the basis of sound agreements.
In the field of international security I outlined the main elements of "cyber-warfare" that allow to identify potential hybrid threats related to data and the computer component, leaving aside for a moment the physical vulnerabilities associated with submarine pipelines.
Having also outlined the essential features typical of the hybrid war and having resumed some historical events in which this phenomenon has reached its maximum degree of externality,
I have dealt with physical threats, that is, direct attacks, not only to the theft or control of data, but also to the destruction or tampering of submarine cables. The physical damage done to these systems or to the infrastructures on land, which allow remote control, can have serious economic repercussions, not to mention the risk that would be placed on national security.
In conclusion, in the research carried out for my project I wanted to focus on a subject that has had many repercussions especially since the late 1990s. These issues are often underestimated but, in my opinion, the awareness of which would allow a different international approach to be reached.
To this end, uniform standards should be developed for cable laying and construction, more accurate and careful regulation and finally a new economy whose aim is the management and rational control of progress, to serve real human needs, instead of increasing national prestige, profits or cruelty linked to international conflicts.
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