Tesi etd-07032018-155100 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FIDANZA, FABRIZIA
Indirizzo email
fabriziafidanza@gmail.com
URN
etd-07032018-155100
Titolo
Ruolo della suscettibilità ipnotica sulla modulazione del dolore sperimentale in soggetti con Spettro Panico-Agorafobico
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Prof.ssa Ciaramella, Antonella
correlatore Prof.ssa Santarcangelo, Enrica Laura
controrelatore Prof. Gemignani, Angelo
correlatore Prof.ssa Santarcangelo, Enrica Laura
controrelatore Prof. Gemignani, Angelo
Parole chiave
- analgesia
- ansia
- cold pressor test
- disturbo di panico
- DNIC
- dolore
- ipnosi
- ipnotizzabilità
- modulazione
- painmatrix
- percezione
- spettro di panico agorafobico
- suggestione
Data inizio appello
23/07/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Lo scopo principale di questo studio pilota è stato quello di indagare quanto i domini dello Spettro Di Panico Agorafobico possano influire sulla modulazione del dolore, in una popolazione sana, composta da 48 soggetti, selezionati in base al grado di ipnotizzabilità, in modo da ottenere tre gruppi omogenei (h=15; m=14; l=15). Questa selezione è stata motivata dallo scopo secondario di suggerire l’ipnosi come possibile trattamento del dolore in soggetti in cui è presente uno Spettro di Panico Agorafobico. Per misurare i domini relativi allo Spettro di Panico Agorafobico e il grado di ipnotizzabilità, abbiamo utilizzato rispettivamente il Panic Agorafobic Spectrum Questionnaire Self Report (Cassano G. B. et al., 1999) e il modello A della Stanford Hypnotic Susceptibility Scale (Weitzenhoffer & Hilgard, 1959).
Per controllare possibili interazioni tra le variabili indagate e terze variabili confondenti (come la tendenza all’amplificazione somatosensoriale, maggior livello di paura del dolore e di stress percepito) spesso legate al Disturbo di Panico e considerate come tratti che alterano la percezione sensoriale, abbiamo deciso di misurarle nel campione, rispettivamente l’amplificazione somatosensoriale attraverso il Somatosensory Amplification Scale (Barsky et al., 1988), la paura del dolore attraverso il Fear of pain questionnaire-III (McNeil & Rainwater, 1998) e lo stress percepito mediante il Perceived Stress Scale (Cohen, Kamarck, & Mermelstein, 1983). I punteggi sono stati successivamente confrontati sia con i punteggi ottenuti nel PAS-SR che con le soglie percettive e nocicettive individuate nell’esperimento come riportato nel dettaglio di seguito.
Per indagare la funzionalità del sistema di modulazione del dolore, abbiamo sottoposto il campione ad entrambe le sessioni, sperimentale (Real) e di controllo (Sham), per accertarci che gli effetti dati dagli stimoli condizionanti fossero specifici per lo stimolo condizionante stesso e non dipendenti dalla casualità. Entrambe le sessioni consistevano in tre condizioni, la prima di valutazione percettiva e nocicettiva (mediante la somministrazione di stimoli elettrici) e le altre due caratterizzate dalla presenza di stimoli condizionanti, veri per la sessione sperimentale (Suggestione e DNIC) e finti per la sessione di controllo (previsioni meteorologiche e immersione della mano nell’acqua calda). Le soglie ottenute nella prima condizione (Baseline) venivano risomministrate successivamente all’esposizione dei soggetti agli stimoli condizionanti, chiedendo di valutarle nuovamente. La differenza tra le valutazioni delle soglie rilevate nella prima condizione e la valutazione secondaria durante gli stimoli condizionanti, ci ha permesso di valutare la presenza o l’assenza di modulazione del dolore.
Il campione totale sottoposto alla prima condizione (quella di assessment delle soglie), in entrambe le sessioni, presentano un’intensità di dolore percepita significativamente maggiore (in accordo il Cochrane Criteria; Higgins, Churchill, Chandler, & Cumpston, 2017) rispetto alle condizioni caratterizzate dalla presenza dello stimolo condizionante: durante il DNIC il 51% dei partecipanti sperimenta una riduzione del dolore clinicamente significativa media di circa il 62%, mentre ben il 61% del campione riporta una modulazione clinicamente significativa del dolore, pari al 50%. Non risultano esserci quindi notevoli differenze nella stessa sessione, tra le due condizioni con stimolo condizionante (Suggestione e DNIC). Tuttavia è presente una leggera differenza nelle condizioni con stimoli condizionanti tra sessione sperimentale e di controllo: si riscontra una flessione verso l’aumento di dolore percepito nella sessione di controllo, caratterizzata da stimoli condizionanti finti. Questo dato indica che, come ci aspettavamo, i soggetti, quando sono sottoposti agli stimoli condizionanti, percepiscono significativamente meno dolore, rispecchiando una modulazione del dolore. Tuttavia, seppur in minor misura, la diminuzione del dolore è stata rilevata anche durante la somministrazione degli stimoli condizionanti finti. Infatti la riduzione del dolore raggiunge la significatività nel 34% dei soggetti durante il DNIC finto e nel 29% durante la suggestione finta.
Come riportato in altri studi, possiamo ipotizzare che la riduzione della percezione sensoriale e del dolore esercitato dalla lettura delle condizioni meteorologiche, per la suggestione falsa, e verosimilmente innescato dall’immersione della mano nell’acqua calda per il DNIC sia dipeso da un possibile effetto della distrazione e dell’aspettativa (Bushnell et al., 1999; Levine, Gordon, Smith, & Fields, 1982; Miron, Duncan, & Bushnell, 1989; Rode, Salkovskis, & Jack, 2001 Lee et al., 2012)
Per quanto riguarda la percezione sensoriale, come da ipotesi preliminari, all’aumentare del grado di ipnotizzabilità sembra diminuire la capacità di percepire gli stimoli sensoriali durante la somministrazione di stimoli condizionanti, soprattutto durante la suggestione vera, in cui abbiamo riscontrato differenze significative tra Highs e Lows e tra Lows e Mediums.
Come per la percezione sensoriale, anche quella nocicettiva subisce un’inibizione con l’aumentare del grado di ipnotizzabilità, nelle condizioni con stimolo condizionante, ma soprattutto durante la suggestione, in cui si registra una differenza significativa molto forte tra Highs e Lows e più moderata tra Lows e Mediums. Durante il DNIC vero vi sono differenze tra i tre gruppi che comunque non raggiungono la significatività. Un dato apparentemente controverso risulta essere la differenza significativa riscontrata soprattutto tra Highs e Lows, nelle sessioni finte della condizione DNIC e Suggestion. Questo dato è apparentemente in contrasto con le aspettative e con un altro studio che identifica negli Higs un polimorfismo del gene OPRM1, codificante il recettore µ1 oppioide, rendendo questi soggetti meno sensibili agli effetti degli oppioidi (Presciuttini et al., 2018). Essendo il DNIC un sistema di controllo strettamente legato al circuito oppiaceo, gli Higs avrebbero dovuto rispondere all’analgesia in minor misura rispetto ai Lows, che presentano la massima espressione dei recettori µ1. Tuttavia, in accordo con lo studio di Sandrini e colleghi (2000) secondo il quale il DNIC possa essere influenzato da meccanismi cognitivi, oltre che da quelli sensoriali, abbiamo ipotizzato che gli Higs possano essere stati maggiormente soggetti all’effetto dell’aspettativa (Lee et al., 2012). A sostegno di questa ipotesi, possiamo vedere come, sia per la percezione sensoriale che per quella nocicettiva, gli Higs presentano una media dei rispettivi valori quasi identica tra sessione vera e finta del DNIC, mentre Mediums e Lows sperimentano una modulazione del dolore sempre minore nella condizione di controllo.
È stato inoltre esplorato il legame tra il grado di ipnotizzabilità e le dimensioni del PAS-SR, che ha portato all’identificazione di una differenza significativa tra Lows e Mediums in tre dimensioni in particolare: Misure controfobiche, Drammatizzazione e Sensibilità rassicurazione. Dai nostri risultati emerge che solo i soggetti con alti livelli di queste tre dimensioni del PAS-SR possono in realtà rispondere ad una possibile terapia ipnotica.
Infine abbiamo analizzato la correlazione tra i punteggi ottenuti nelle dimensioni del PAS-SR e le valutazioni percettive e nocicettive effettuate nelle diverse condizioni di entrambe le sessioni dell’esperimento. È emerso che:
• i domini del PAS-SR correlano maggiormente con le valutazioni nocicettive piuttosto che quelle percettive. In particolare abbiamo rilevato numerose correlazioni negative tra il PAS-SR e l’intensità nocicettiva, valutata in mA, nella condizione Baseline, sia vera che finta, quindi all’aumentare dei punteggi dello Spettro di Panico Agorafobico diminuisce la soglia nocicettiva, indicando che i soggetti sono più sensibili agli stimoli dolorosi; con meno frequenza si riscontrano correlazioni tra dimensioni del PAS-SR e le valutazioni della percezione nocicettiva, misurate con una NRS, in tutte e tre le condizioni, inaspettatamente soprattutto nelle sessioni finte, più che in quelle vere;
• la capacità di modulare il dolore, in funzione dei due trattamenti, risulta essere differente: mentre durante la stimolazione con acqua fredda gli alti livelli di alcune dimensioni del PAS-SR sembrano aumentare il dolore (aspettativa ansiosa e ansia anticipatoria) e altre sembrano inibirlo (ansia da separazione, sensibilità alla perdita e sensibilità alla separazione), durante la suggestione ipnotica il dolore percepito aumenta sempre con l’aumentare dei punteggi alle dimensioni del PAS-SR. Sembra quindi che variabili come l’aspettativa possano influire maggiormente in soggetti con Spettro Panico Agorafobico, determinando un incremento della percezione del dolore e rendendo inefficaci i meccanismi di modulazione del dolore. Questo lo si evidenzia in particolare nella inefficace riduzione della modulazione del dolore dato dal DNIC nella condizione sham in soggetti con aumentati punteggi totali PAS-SR.
• in tutte le tre le condizioni finte è costantemente presente una correlazione positiva tra l’ansia anticipatoria e le misure nocicettive valutate in una NRS, suggerendo che soggetti con alti livelli di questa dimensione possano essere particolarmente sensibili all’amplificazione del dolore.
Per quanto riguarda i risultati delle analisi volte a indagare la potenziale influenza delle variabili psicologiche, spesso legate allo Spettro Di Panico, sul dolore, è emerso che i punteggi ottenuti alla SSAS e al PSS sono effettivamente legati fortemente con le dimensioni dello Spettro Di Panico Agorafobico, mentre i punteggi dell’FPQ-III presentano correlazioni esigue, legate solo a due dimensioni del PAS-SR (sensibilità alla perdita e drammatizzazione). Di contro i punteggi di questi test presentano poche correlazioni con le soglie percettive e nocicettive, permettendoci di segregare tali valutazioni come totalmente indipendenti dalle variabili psicologiche prese in considerazione.
Tuttavia, dai risultati si evince che la differenza tra i gruppi nelle tre dimensioni del PAS-SR sia dipendente dalla presenza di amplificazione somatica. Infatti né la paura del dolore né tanto meno lo stress percepito influiscono sulla differenza tra i tre gruppi distinti in base al grado di ipnotizzabilità. Mentre l’amplificazione somatica sembra influire sulla differenza sia nella presenza di misure controfobiche, che nella sensibilità alla rassicurazione evidenziata tra i tre gruppi distinti in base al grado di ipnotizzabilità.
Per controllare possibili interazioni tra le variabili indagate e terze variabili confondenti (come la tendenza all’amplificazione somatosensoriale, maggior livello di paura del dolore e di stress percepito) spesso legate al Disturbo di Panico e considerate come tratti che alterano la percezione sensoriale, abbiamo deciso di misurarle nel campione, rispettivamente l’amplificazione somatosensoriale attraverso il Somatosensory Amplification Scale (Barsky et al., 1988), la paura del dolore attraverso il Fear of pain questionnaire-III (McNeil & Rainwater, 1998) e lo stress percepito mediante il Perceived Stress Scale (Cohen, Kamarck, & Mermelstein, 1983). I punteggi sono stati successivamente confrontati sia con i punteggi ottenuti nel PAS-SR che con le soglie percettive e nocicettive individuate nell’esperimento come riportato nel dettaglio di seguito.
Per indagare la funzionalità del sistema di modulazione del dolore, abbiamo sottoposto il campione ad entrambe le sessioni, sperimentale (Real) e di controllo (Sham), per accertarci che gli effetti dati dagli stimoli condizionanti fossero specifici per lo stimolo condizionante stesso e non dipendenti dalla casualità. Entrambe le sessioni consistevano in tre condizioni, la prima di valutazione percettiva e nocicettiva (mediante la somministrazione di stimoli elettrici) e le altre due caratterizzate dalla presenza di stimoli condizionanti, veri per la sessione sperimentale (Suggestione e DNIC) e finti per la sessione di controllo (previsioni meteorologiche e immersione della mano nell’acqua calda). Le soglie ottenute nella prima condizione (Baseline) venivano risomministrate successivamente all’esposizione dei soggetti agli stimoli condizionanti, chiedendo di valutarle nuovamente. La differenza tra le valutazioni delle soglie rilevate nella prima condizione e la valutazione secondaria durante gli stimoli condizionanti, ci ha permesso di valutare la presenza o l’assenza di modulazione del dolore.
Il campione totale sottoposto alla prima condizione (quella di assessment delle soglie), in entrambe le sessioni, presentano un’intensità di dolore percepita significativamente maggiore (in accordo il Cochrane Criteria; Higgins, Churchill, Chandler, & Cumpston, 2017) rispetto alle condizioni caratterizzate dalla presenza dello stimolo condizionante: durante il DNIC il 51% dei partecipanti sperimenta una riduzione del dolore clinicamente significativa media di circa il 62%, mentre ben il 61% del campione riporta una modulazione clinicamente significativa del dolore, pari al 50%. Non risultano esserci quindi notevoli differenze nella stessa sessione, tra le due condizioni con stimolo condizionante (Suggestione e DNIC). Tuttavia è presente una leggera differenza nelle condizioni con stimoli condizionanti tra sessione sperimentale e di controllo: si riscontra una flessione verso l’aumento di dolore percepito nella sessione di controllo, caratterizzata da stimoli condizionanti finti. Questo dato indica che, come ci aspettavamo, i soggetti, quando sono sottoposti agli stimoli condizionanti, percepiscono significativamente meno dolore, rispecchiando una modulazione del dolore. Tuttavia, seppur in minor misura, la diminuzione del dolore è stata rilevata anche durante la somministrazione degli stimoli condizionanti finti. Infatti la riduzione del dolore raggiunge la significatività nel 34% dei soggetti durante il DNIC finto e nel 29% durante la suggestione finta.
Come riportato in altri studi, possiamo ipotizzare che la riduzione della percezione sensoriale e del dolore esercitato dalla lettura delle condizioni meteorologiche, per la suggestione falsa, e verosimilmente innescato dall’immersione della mano nell’acqua calda per il DNIC sia dipeso da un possibile effetto della distrazione e dell’aspettativa (Bushnell et al., 1999; Levine, Gordon, Smith, & Fields, 1982; Miron, Duncan, & Bushnell, 1989; Rode, Salkovskis, & Jack, 2001 Lee et al., 2012)
Per quanto riguarda la percezione sensoriale, come da ipotesi preliminari, all’aumentare del grado di ipnotizzabilità sembra diminuire la capacità di percepire gli stimoli sensoriali durante la somministrazione di stimoli condizionanti, soprattutto durante la suggestione vera, in cui abbiamo riscontrato differenze significative tra Highs e Lows e tra Lows e Mediums.
Come per la percezione sensoriale, anche quella nocicettiva subisce un’inibizione con l’aumentare del grado di ipnotizzabilità, nelle condizioni con stimolo condizionante, ma soprattutto durante la suggestione, in cui si registra una differenza significativa molto forte tra Highs e Lows e più moderata tra Lows e Mediums. Durante il DNIC vero vi sono differenze tra i tre gruppi che comunque non raggiungono la significatività. Un dato apparentemente controverso risulta essere la differenza significativa riscontrata soprattutto tra Highs e Lows, nelle sessioni finte della condizione DNIC e Suggestion. Questo dato è apparentemente in contrasto con le aspettative e con un altro studio che identifica negli Higs un polimorfismo del gene OPRM1, codificante il recettore µ1 oppioide, rendendo questi soggetti meno sensibili agli effetti degli oppioidi (Presciuttini et al., 2018). Essendo il DNIC un sistema di controllo strettamente legato al circuito oppiaceo, gli Higs avrebbero dovuto rispondere all’analgesia in minor misura rispetto ai Lows, che presentano la massima espressione dei recettori µ1. Tuttavia, in accordo con lo studio di Sandrini e colleghi (2000) secondo il quale il DNIC possa essere influenzato da meccanismi cognitivi, oltre che da quelli sensoriali, abbiamo ipotizzato che gli Higs possano essere stati maggiormente soggetti all’effetto dell’aspettativa (Lee et al., 2012). A sostegno di questa ipotesi, possiamo vedere come, sia per la percezione sensoriale che per quella nocicettiva, gli Higs presentano una media dei rispettivi valori quasi identica tra sessione vera e finta del DNIC, mentre Mediums e Lows sperimentano una modulazione del dolore sempre minore nella condizione di controllo.
È stato inoltre esplorato il legame tra il grado di ipnotizzabilità e le dimensioni del PAS-SR, che ha portato all’identificazione di una differenza significativa tra Lows e Mediums in tre dimensioni in particolare: Misure controfobiche, Drammatizzazione e Sensibilità rassicurazione. Dai nostri risultati emerge che solo i soggetti con alti livelli di queste tre dimensioni del PAS-SR possono in realtà rispondere ad una possibile terapia ipnotica.
Infine abbiamo analizzato la correlazione tra i punteggi ottenuti nelle dimensioni del PAS-SR e le valutazioni percettive e nocicettive effettuate nelle diverse condizioni di entrambe le sessioni dell’esperimento. È emerso che:
• i domini del PAS-SR correlano maggiormente con le valutazioni nocicettive piuttosto che quelle percettive. In particolare abbiamo rilevato numerose correlazioni negative tra il PAS-SR e l’intensità nocicettiva, valutata in mA, nella condizione Baseline, sia vera che finta, quindi all’aumentare dei punteggi dello Spettro di Panico Agorafobico diminuisce la soglia nocicettiva, indicando che i soggetti sono più sensibili agli stimoli dolorosi; con meno frequenza si riscontrano correlazioni tra dimensioni del PAS-SR e le valutazioni della percezione nocicettiva, misurate con una NRS, in tutte e tre le condizioni, inaspettatamente soprattutto nelle sessioni finte, più che in quelle vere;
• la capacità di modulare il dolore, in funzione dei due trattamenti, risulta essere differente: mentre durante la stimolazione con acqua fredda gli alti livelli di alcune dimensioni del PAS-SR sembrano aumentare il dolore (aspettativa ansiosa e ansia anticipatoria) e altre sembrano inibirlo (ansia da separazione, sensibilità alla perdita e sensibilità alla separazione), durante la suggestione ipnotica il dolore percepito aumenta sempre con l’aumentare dei punteggi alle dimensioni del PAS-SR. Sembra quindi che variabili come l’aspettativa possano influire maggiormente in soggetti con Spettro Panico Agorafobico, determinando un incremento della percezione del dolore e rendendo inefficaci i meccanismi di modulazione del dolore. Questo lo si evidenzia in particolare nella inefficace riduzione della modulazione del dolore dato dal DNIC nella condizione sham in soggetti con aumentati punteggi totali PAS-SR.
• in tutte le tre le condizioni finte è costantemente presente una correlazione positiva tra l’ansia anticipatoria e le misure nocicettive valutate in una NRS, suggerendo che soggetti con alti livelli di questa dimensione possano essere particolarmente sensibili all’amplificazione del dolore.
Per quanto riguarda i risultati delle analisi volte a indagare la potenziale influenza delle variabili psicologiche, spesso legate allo Spettro Di Panico, sul dolore, è emerso che i punteggi ottenuti alla SSAS e al PSS sono effettivamente legati fortemente con le dimensioni dello Spettro Di Panico Agorafobico, mentre i punteggi dell’FPQ-III presentano correlazioni esigue, legate solo a due dimensioni del PAS-SR (sensibilità alla perdita e drammatizzazione). Di contro i punteggi di questi test presentano poche correlazioni con le soglie percettive e nocicettive, permettendoci di segregare tali valutazioni come totalmente indipendenti dalle variabili psicologiche prese in considerazione.
Tuttavia, dai risultati si evince che la differenza tra i gruppi nelle tre dimensioni del PAS-SR sia dipendente dalla presenza di amplificazione somatica. Infatti né la paura del dolore né tanto meno lo stress percepito influiscono sulla differenza tra i tre gruppi distinti in base al grado di ipnotizzabilità. Mentre l’amplificazione somatica sembra influire sulla differenza sia nella presenza di misure controfobiche, che nella sensibilità alla rassicurazione evidenziata tra i tre gruppi distinti in base al grado di ipnotizzabilità.
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