Tesi etd-07032018-134137 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MEZZETTI, MARTINA
URN
etd-07032018-134137
Titolo
SOGLIE DI DISCRIMINAZIONE E FORZA DELL’ADATTAMENTO PERCETTIVO ALLA NUMEROSITA’ IN SOGGETTI CON DISCALCULIA EVOLUTIVA E CON SVILUPPO TIPICO
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Gasperini, Filippo
Parole chiave
- adattamento percettivo
- capacità aritmetiche
- capacità di lettura
- Discalculia
- discriminazione della numerosità e della dimension
Data inizio appello
23/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/07/2088
Riassunto
Nel Capitolo 1, dopo aver sinteticamente descritto i principali modelli cognitivi relativi all’architettura funzionale dei sistemi del numero e del calcolo nell’adulto e le principali fasi della loro acquisizione nel corso dello sviluppo tipico, si è definito il disturbo specifico di apprendimento delle competenze aritmetiche (Discalculia evolutiva), si sono descritti i criteri per diagnosticarlo ed i principali modelli interpretativi neuro-cognitivi del disturbo.
Nel Capitolo 2, nel contesto più generale dell’ipotesi ormai largamente accreditata di una disfunzione innata a carico del number sense quale base di molti casi di Discalculia evolutiva, abbiamo cercato di comprendere e caratterizzare meglio la natura di tale disfunzione misurando sia le soglie di discriminazione che la forza dell’adattamento percettivo sia per la numerosità che per la dimensione dell’oggetto in un gruppo di pre-adolescenti (n = 71; età media: 12 anni) sia con discalculia che con sviluppo tipico. Le suddette misure sono poi state correlate sia con le capacità in ambito aritmetico che con le abilità di lettura decifrativa, sia nel campione totale che nei due gruppi considerati separatamente. Le analisi statistiche hanno rivelato un'interazione significativa tra gruppi e compiti, evidenziando dunque che i due gruppi si comportano in modo diverso a seconda del compito. In particolare, sono emerse differenze statisticamente significative tra discalculici e controlli nelle soglie di discriminazione della numerosità, che risultano più elevate nella discalculia evolutiva, confermando la letteratura preesistente sull’argomento, ma non nelle soglie di discriminazione della dimensione e nei due tipi di adattamento percettivo. Le correlazioni tra soglie di discriminazione e forza dell’adattamento sono costantemente risultate molto deboli, confermando l’indipendenza dei due tipi di compito. Non è emersa alcuna correlazione significativa tra le varie misure psicofisiche raccolte e le capacità di lettura decifrativa. Relativamente alle capacità aritmetiche, queste hanno mostrato una correlazione significativa di segno negativo esclusivamente con le soglie di discriminazione della numerosità e, comunque, solamente quando le analisi sono state condotte su tutto il campione considerato nel suo insieme. Nel complesso, i risultati ottenuti confermano soglie di discriminazione più elevate selettivamente per la numerosità nei soggetti discalculici, ma suggeriscono al tempo stesso meccanismi di percezione della numerosità per altri aspetti simili a quelli dei tipici, facendo ipotizzare che nella discalculia il number-sense sia qualitativamente abbastanza simile a quello dei soggetti con sviluppo tipico, ma semplicemente un po’ meno “preciso” e un po’ più “rumoroso”. Questi risultati portano inoltre a ridimensionare almeno parzialmente il contributo del number-sense alle competenze aritmetiche, che comunque è specifico nei loro confronti e non riguarda anche altri aspetti dell’apprendimento.
Nel Capitolo 2, nel contesto più generale dell’ipotesi ormai largamente accreditata di una disfunzione innata a carico del number sense quale base di molti casi di Discalculia evolutiva, abbiamo cercato di comprendere e caratterizzare meglio la natura di tale disfunzione misurando sia le soglie di discriminazione che la forza dell’adattamento percettivo sia per la numerosità che per la dimensione dell’oggetto in un gruppo di pre-adolescenti (n = 71; età media: 12 anni) sia con discalculia che con sviluppo tipico. Le suddette misure sono poi state correlate sia con le capacità in ambito aritmetico che con le abilità di lettura decifrativa, sia nel campione totale che nei due gruppi considerati separatamente. Le analisi statistiche hanno rivelato un'interazione significativa tra gruppi e compiti, evidenziando dunque che i due gruppi si comportano in modo diverso a seconda del compito. In particolare, sono emerse differenze statisticamente significative tra discalculici e controlli nelle soglie di discriminazione della numerosità, che risultano più elevate nella discalculia evolutiva, confermando la letteratura preesistente sull’argomento, ma non nelle soglie di discriminazione della dimensione e nei due tipi di adattamento percettivo. Le correlazioni tra soglie di discriminazione e forza dell’adattamento sono costantemente risultate molto deboli, confermando l’indipendenza dei due tipi di compito. Non è emersa alcuna correlazione significativa tra le varie misure psicofisiche raccolte e le capacità di lettura decifrativa. Relativamente alle capacità aritmetiche, queste hanno mostrato una correlazione significativa di segno negativo esclusivamente con le soglie di discriminazione della numerosità e, comunque, solamente quando le analisi sono state condotte su tutto il campione considerato nel suo insieme. Nel complesso, i risultati ottenuti confermano soglie di discriminazione più elevate selettivamente per la numerosità nei soggetti discalculici, ma suggeriscono al tempo stesso meccanismi di percezione della numerosità per altri aspetti simili a quelli dei tipici, facendo ipotizzare che nella discalculia il number-sense sia qualitativamente abbastanza simile a quello dei soggetti con sviluppo tipico, ma semplicemente un po’ meno “preciso” e un po’ più “rumoroso”. Questi risultati portano inoltre a ridimensionare almeno parzialmente il contributo del number-sense alle competenze aritmetiche, che comunque è specifico nei loro confronti e non riguarda anche altri aspetti dell’apprendimento.
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