Thesis etd-07032017-154935 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
LICARI, SERENA
URN
etd-07032017-154935
Thesis title
CARATTERISTICHE ISTOPATOLOGICHE AD ALTO RISCHIO IN PAZIENTI ENUCLEATI PER RETINOBLASTOMA DI STADIO AVANZATO
Department
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Course of study
OFTALMOLOGIA
Supervisors
relatore Prof. Nardi, Marco
Keywords
- caratteristiche istopatologiche ad alto rischio
- pazienti enucleati
- retinoblastoma
Graduation session start date
09/08/2017
Availability
Full
Summary
Negli ultimi decenni il trattamento del retinoblastoma è cambiato a seguito dell’introduzione di nuove strategie terapeutiche; tuttavia la malattia metastatica costituisce una sfida ancora aperta.
Nella valutazione della malattia metastatica è necessario individuare i fattori istopatologici oculari ad alto rischio (precursori di diffusione metastatica). Per caratteristiche istopatologiche ad alto rischio (HRH) si indica la presenza di coinvolgimento di: camera anteriore, iride, corpo ciliare, nervo ottico (N2- N3), coroide (C2), sclera (S1- S2), secondo la sotto-classificazione del retinoblastoma extra-retinico.
Obiettivi: - Esaminare, in occhi enucleati per retinoblastoma di stadio avanzato e resistente, la presenza di caratteristiche HRH; - In particolare, comparare tali caratteristiche in 2 gruppi di pazienti, il primo costituito da pazienti trattati con chemioterapia sistemica (IVC) ed il secondo gruppo da pazienti sottoposti a chemioterapia sistemica + chemioterapia intra-arteriosa (IAC);- Valutare se tali fattori HRH sono associati a caratteristiche cliniche intraoculari tumorali;- Analizzare l’associazione tra i fattori HRH con il tempo di enucleazione.
Materiali e metodi: Lo studio retrospettivo è stato effettuato su 26 occhi selezionati di 60 enucleati, tra Gennaio 2000 ed Agosto 2016, per retinoblastoma di stadio avanzato. Questi sono stati suddivisi in due gruppi in base al trattamento ricevuto prima dell’enucleazione: - I gruppo (IVC): 13 occhi di 13 pazienti; - II gruppo (IVC+ IAC): 13 occhi di 12 pazienti. Sono stati raccolti i dati clinici, le caratteristiche tumorali, le informazioni relative ai trattamenti effettuati prima e dopo l’enucleazione, la presenza di malattia metastatica e le caratteristiche istopatologiche. È stato utilizzato il Wilcoxon rank-sum (Mann-Whitney) test per lo studio delle variabili continue, l’exact test di Fisher e il test del chi quadro di Pearson per lo studio delle variabili categoriali ed il test per il confronto delle curve di Kaplan Meier survival per l’analisi della sopravvivenza oculare. È stato considerato statisticamente significativo un valore di p ≤ 0,05.
Risultati: È stata osservata la presenza di HRH in 8 occhi (61,5%) del primo gruppo e in 10 occhi (77%) del secondo gruppo, in assenza di differenze statisticamente significative. Su 8 occhi con HRH positive del primo gruppo, 2 occhi (25%) avevano mostrato un’invasione della camera anteriore, 3 occhi (37,5%) avevano presentato un’invasione del corpo ciliare, in 3 occhi (37,5 %) vi era stato un coinvolgimento massivo della coroide (C2), in 2 occhi (25%) vi era stata evidenza di invasione postlaminare del nervo ottico (N2) e in 2 occhi (25%) era stato descritto un interessamento sclerale (S1). Su 10 occhi con HRH positive del secondo gruppo, 1 occhio (10%) aveva mostrato un’invasione della camera anteriore, 3 occhi (30%) avevano presentato un’invasione del corpo ciliare, in 8 occhi (80 %) vi era stato un coinvolgimento massivo della coroide (C2); in 4 occhi (40%) vi era stata evidenza di invasione del nervo ottico (N2- N3) di cui il 20% postlaminare (N2) e il 20% del margine di resezione (N3); in 5 occhi (50%) era stato descritto un interessamento sclerale (S1). Non abbiamo riscontrato differenze statisticamente significative tra le HRH positive nei due sottogruppi.
Non sono state osservate correlazioni statisticamente significative tra HRH e le caratteristiche cliniche intraoculari tumorali riscontrate alla diagnosi (seeding vitreale e sottoretinico, distacco di retina ed emorragia vitreale) nei due gruppi. Il tempo intercorso dalla diagnosi all’enucleazione era stato minore nel primo gruppo (mediana = 5 mesi) rispetto al secondo gruppo ( mediana = 16 mesi) con una differenza statisticamente significativa nei due gruppi ( p= 0,0007). L’analisi della sopravvivenza oculare ha mostrato una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi con maggiore sopravvivenza oculare nel II gruppo (p = 0,0024).
Conclusioni: l’associazione della IAC alla chemioterapia sistemica tradizionale non espone i pazienti ad un maggior rischio di presenza dei fattori HRH e quindi ad eventuale diffusione metastatica; tuttavia, sebbene l’allungamento del tempo dalla diagnosi all’enucleazione non è associata ad una minore sopravvivenza oculare è necessario considerare che esiste, ed è documentato, il maggior rischio di malattia extraoculare in caso di ritardo dell’enucleazione; per cui l’uso delle nuove strategie chemioterapiche (IAC, IVtC) rappresenta un successo in termini di controllo tumorale e di riduzione delle tossicità sistemiche ma tali terapie, prolungando il tempo di sopravvivenza oculare, vanno usate con cautela considerando anche la non confermata assenza di complicanze e tossicità a lungo termine. Ulteriori studi, in particolare prospettici, sono necessari per chiarire i dubbi e fornire maggior garanzie su questi recenti trattamenti conservativi che oggi rappresentano una nuova frontiera terapeutica nel management dei retinoblastomi in stadio avanzato.
Nella valutazione della malattia metastatica è necessario individuare i fattori istopatologici oculari ad alto rischio (precursori di diffusione metastatica). Per caratteristiche istopatologiche ad alto rischio (HRH) si indica la presenza di coinvolgimento di: camera anteriore, iride, corpo ciliare, nervo ottico (N2- N3), coroide (C2), sclera (S1- S2), secondo la sotto-classificazione del retinoblastoma extra-retinico.
Obiettivi: - Esaminare, in occhi enucleati per retinoblastoma di stadio avanzato e resistente, la presenza di caratteristiche HRH; - In particolare, comparare tali caratteristiche in 2 gruppi di pazienti, il primo costituito da pazienti trattati con chemioterapia sistemica (IVC) ed il secondo gruppo da pazienti sottoposti a chemioterapia sistemica + chemioterapia intra-arteriosa (IAC);- Valutare se tali fattori HRH sono associati a caratteristiche cliniche intraoculari tumorali;- Analizzare l’associazione tra i fattori HRH con il tempo di enucleazione.
Materiali e metodi: Lo studio retrospettivo è stato effettuato su 26 occhi selezionati di 60 enucleati, tra Gennaio 2000 ed Agosto 2016, per retinoblastoma di stadio avanzato. Questi sono stati suddivisi in due gruppi in base al trattamento ricevuto prima dell’enucleazione: - I gruppo (IVC): 13 occhi di 13 pazienti; - II gruppo (IVC+ IAC): 13 occhi di 12 pazienti. Sono stati raccolti i dati clinici, le caratteristiche tumorali, le informazioni relative ai trattamenti effettuati prima e dopo l’enucleazione, la presenza di malattia metastatica e le caratteristiche istopatologiche. È stato utilizzato il Wilcoxon rank-sum (Mann-Whitney) test per lo studio delle variabili continue, l’exact test di Fisher e il test del chi quadro di Pearson per lo studio delle variabili categoriali ed il test per il confronto delle curve di Kaplan Meier survival per l’analisi della sopravvivenza oculare. È stato considerato statisticamente significativo un valore di p ≤ 0,05.
Risultati: È stata osservata la presenza di HRH in 8 occhi (61,5%) del primo gruppo e in 10 occhi (77%) del secondo gruppo, in assenza di differenze statisticamente significative. Su 8 occhi con HRH positive del primo gruppo, 2 occhi (25%) avevano mostrato un’invasione della camera anteriore, 3 occhi (37,5%) avevano presentato un’invasione del corpo ciliare, in 3 occhi (37,5 %) vi era stato un coinvolgimento massivo della coroide (C2), in 2 occhi (25%) vi era stata evidenza di invasione postlaminare del nervo ottico (N2) e in 2 occhi (25%) era stato descritto un interessamento sclerale (S1). Su 10 occhi con HRH positive del secondo gruppo, 1 occhio (10%) aveva mostrato un’invasione della camera anteriore, 3 occhi (30%) avevano presentato un’invasione del corpo ciliare, in 8 occhi (80 %) vi era stato un coinvolgimento massivo della coroide (C2); in 4 occhi (40%) vi era stata evidenza di invasione del nervo ottico (N2- N3) di cui il 20% postlaminare (N2) e il 20% del margine di resezione (N3); in 5 occhi (50%) era stato descritto un interessamento sclerale (S1). Non abbiamo riscontrato differenze statisticamente significative tra le HRH positive nei due sottogruppi.
Non sono state osservate correlazioni statisticamente significative tra HRH e le caratteristiche cliniche intraoculari tumorali riscontrate alla diagnosi (seeding vitreale e sottoretinico, distacco di retina ed emorragia vitreale) nei due gruppi. Il tempo intercorso dalla diagnosi all’enucleazione era stato minore nel primo gruppo (mediana = 5 mesi) rispetto al secondo gruppo ( mediana = 16 mesi) con una differenza statisticamente significativa nei due gruppi ( p= 0,0007). L’analisi della sopravvivenza oculare ha mostrato una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi con maggiore sopravvivenza oculare nel II gruppo (p = 0,0024).
Conclusioni: l’associazione della IAC alla chemioterapia sistemica tradizionale non espone i pazienti ad un maggior rischio di presenza dei fattori HRH e quindi ad eventuale diffusione metastatica; tuttavia, sebbene l’allungamento del tempo dalla diagnosi all’enucleazione non è associata ad una minore sopravvivenza oculare è necessario considerare che esiste, ed è documentato, il maggior rischio di malattia extraoculare in caso di ritardo dell’enucleazione; per cui l’uso delle nuove strategie chemioterapiche (IAC, IVtC) rappresenta un successo in termini di controllo tumorale e di riduzione delle tossicità sistemiche ma tali terapie, prolungando il tempo di sopravvivenza oculare, vanno usate con cautela considerando anche la non confermata assenza di complicanze e tossicità a lungo termine. Ulteriori studi, in particolare prospettici, sono necessari per chiarire i dubbi e fornire maggior garanzie su questi recenti trattamenti conservativi che oggi rappresentano una nuova frontiera terapeutica nel management dei retinoblastomi in stadio avanzato.
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