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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07032012-110633


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BARETTI, MARINA
URN
etd-07032012-110633
Titolo
Polimorfismi di EZH2 e predizione della risposta alla chemioterapia nell'adenocarcinoma pancreatico
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Danesi, Romano
relatore Prof. Falcone, Alfredo
Parole chiave
  • adenocarcinoma pancreatico metastatico
  • chemioresistenza
  • geni Polycomb
  • fattori predittivi
Data inizio appello
24/07/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/07/2052
Riassunto
Le proteine del gruppo Polycomb (PcG) promuovono la repressione genica attraverso modificazioni di tipo epigenetico della struttura cromatinica. Esse sono organizzate in due complessi multiproteici: il complesso repressivo 1 e 2 di Polycomb (PRC1 e PRC2). PRC2 catalizza la trimetilazione dell’istone H3 sulla lisina 27, innescando il silenziamento del gene. EZH2 è la sua subunità catalitica. EZH2 svolge un ruolo importante nella biologia delle cellule staminali pancreatiche (CST) favorendone i processi di auto-rinnovamento, contribuendo ai fenomeni di progressione tumorale ed è correlato con fattori prognostici negativi dell’adenocarcinoma pancreatico duttale (PDAC): lo stadio, il grading e l’aggressività tumorale. Le linee cellulari pancreatiche resistenti alla gemcitabina si arricchiscono di una quota di CST pancreatiche e il silenziamento genico di EZH2 ripristina la sensibilità di suddette linee pancreatiche al trattamento con gemcitabina. Si è messo in evidenza, inoltre, che il loro trattamento con l’associazione di gemcitabina e DZNeP (inibitore selettivo di EZH2) porta ad un aumento significativo del combination index dei due farmaci.

Sulla base di tali evidenze, questo lavoro di tesi ha indagato il ruolo predittivo di quattro polimorfismi a singolo nucleotide (SNPs) di EZH2, selezionati sulla base di analisi tissutali e funzionali, nel PDAC metastatico in pazienti trattati in prima linea con gemcitabina o regimi di combinazione di gemcitabina e Platino. Dei quattro polimorfismi, studiati, due sono risultati interessanti.
L’analisi del polimorfismo rs6950683 ha mostrato che nei pazienti con il genotipo C/C (32 su un totale di 88 studiati) vi è stata una risposta obiettiva in 7 (21.9%), nel genotipo C/T (18 pazienti) si è avuta una risposta parziale in 1 (5.6%) e nel genotipo T/T (38 pazienti), solo 4 hanno risposto (10.5%). Suddividendo i pazienti sulla base della presenza dell’allele C, abbiamo dimostrato che il tasso di risposta nel genotipo C/C è stato del 21.9%, mentre nel gruppo “any T” (C/T+T/T) è stato del 8.9% (P=0.08). Questo trend viene confermato nell’analisi per sottogruppo: nei pazienti trattati con sola gemcitabina, quelli con il genotipo C/C (15 pazienti su 63) hanno avuto un tasso di risposta pari al 26.7%, superiore a quello del gruppo “any T” (C/T+T/T)che ha avuto un tasso di risposta pari al 8.3 % (P=0.06). La valutazione comparativa della PFS tra il genotipo C/C vs C/T + T/T ha confermato il trend verso un miglior outcome nel genotipo omozigote C/C (6.5 mesi vs 6.1 mesi, p: 0.76). Questo andamento è stato ribadito dai valori di OS mediana: 11 mesi nei pazienti con il genotipo C/C per il polimorfismo in analisi, verso 7.9 mesi nei pazienti con almeno un allele T.
Dai risultati delle nostre analisi è risultato interessante anche lo SNP rs887569 di EZH2. L’analisi sull’intera popolazione di 82 pazienti genotipizzati per questo polimorfismo ha evidenziato un trend verso una migliore risposta nel genotipo A/A. Sui 44 pazienti con tale genotipo, 8 hanno avuto una risposta parziale (18.2%). Invece, il tasso di risposta è stato di 2 pazienti su 29 (6.9%) nel genotipo A/G e solo 1 paziente su 9 nel genotipo G/G (11.1%). Suddividendo i pazienti sulla base della presenza dell’allele A si è visto un trend verso una differenza significativa nel sottogruppo di pazienti trattati con gemcitabina. Infatti: il tasso di risposta nel genotipo A/A è stato del 20%, mentre nel gruppo “any G” (A/G+G/G) è stato del 6.1% (P=0.09) Anche la valutazione comparativa della PFS ha confermato una tendenza al miglior outcome nei pazienti con il genotipo A/A rispetto a quelli con i genotipi A/G e G/G, con una PFS rispettivamente di 7 mesi e 6 mesi (p: 0.48). Questo trend è stato avvalorato dai valori di OS mediana: 8.9 mesi nei pazienti con il genotipo A/A verso 7.9 mesi nei pazienti “any G”.
Abbiamo eseguito, inoltre, degli studi in silico in base ai quali abbiamo ipotizzato che i polimorfismi di EZH2 studiati si associano ad alterazioni dei siti di legame di fattori di trascrizione, che potrebbero condizionare una diversa espressione del gene EZH2
In questo studio, quindi, abbiamo dimostrato che il polimorfismo rs6950683 di EZH2 con il genotipo C/ C e il polimorfismo rs887569, genotipo A/A sono associati ad una miglior risposta obiettiva. Questo dato è emerso sia nella valutazione della popolazione globale ed è stato ampiamente confermato nel sottogruppo di pazienti trattati con gemcitabina in monoterapia. Nelle analisi delle funzioni di sopravvivenza si conferma una tendenza a favore dei gruppi più responsivi, sebbene non statisticamente significativa.
Tuttavia sarà necessario validare il ruolo prognostico di tali polimorfismi in un’ulteriore coorte di pazienti affetti da PDAC e valutarne il reale valore predittivo nell’ambito di studi prospettici. Sarà necessario, inoltre, caratterizzare funzionalmente i polimorfismi con ulteriori studi in silico e in vivo e valutarne l’associazione con i livelli di espressione della proteina attraverso analisi immunistochimiche di campioni istologici di PDAC. Inoltre, poichè le CST pancreatiche sono coinvolte in prima linea nel fenomeno della ricaduta della malattia dopo resezione chirurgica e nella metastatizzazione, sarà interessante valutare la correlazione tra polimorfismi di EZH2 e l’efficacia del trattamento anche in fase adiuvante.
In conclusione, questo studio suggerisce che gli SNPs di EZH2 studiati, potrebbero costituire uno strumento utile in ambito clinico per la selezione dei pazienti da sottoporre ad un trattamento chemioterapico contenente gemcitabina o meno.
Inoltre i risultati sinergici osservati tra gli inibitori di EZH2 e la gemcitabina nelle linee cellulari di PDAC suggeriscono un ruolo per EZH2 non solo come fattore prognostico e predittivo ma anche come possibile, futuro target terapeutico per migliorare l'efficacia del trattamento del PDAC.

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