La longevità della popolazione comporta inevitabilmente un aumento della prevalenza delle malattie croniche e della non autonomia; ma anche la crescita delle famiglie nucleari, dei single, crea una fascia di popolazione sempre più ampia, che rivela una grande fragilità nel momento in cui viene meno la salute. Per questo la farmacia, con la sua eccellente capillarità, può giocare una superba partita in questo scenario dove il “bisogno di salute del cittadino” sta cambiando, investendo quindi nel cambiamento, e inserendo nuovi servizi di cui la cittadinanza mostra sempre di più di aver bisogno. Il nuovo paradigma si chiama “farmacia dei servizi”, struttura in cui il cittadino, oltre ai consueti farmaci, potrà accedere a tutta una serie di prestazioni aggiuntive come si vede dall’attuazione della Legge 69 del 2009 e dai successivi decreti attuativi. La farmacia del futuro affianca i servizi di dispensazione del farmaco con servizi orientati a potenziare l’offerta sanitaria territoriale, in particolare rafforzando le attività di diagnosi precoce, monitorando il livello di rischio dei cittadini, svolgendo attività di prevenzione e di diffusione di comportamenti e stili di vita sani, ma soprattutto affiancando il sistema territoriale nella gestione e monitoraggio di percorsi di terapia individuali. Queste esigenze, in via di realizzazione, sono simili a quelle dei colleghi stranieri. Anzi, in alcuni ambiti, all’estero, il modello della farmacia dei servizi sembra svilupparsi in modo più rapido che in Italia. Il coinvolgimento della farmacia nell’assistenza di base è ormai un elemento comune ai paesi leader dell’Unione Europea, questa strada è stata imboccata nel 2008 con il libro bianco del Ministero della Salute Britannico, e seguita da Francia e Italia, nel 2009, rispettivamente con la Legge Hpst e con la Legge 69/2009.