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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07022021-155222


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GHEZZI, FRANCESCA
URN
etd-07022021-155222
Titolo
Connubio tra contrasto all'immigrazione clandestina e obbligo di soccorso in mare: l'approccio italiano e il ruolo del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
SCIENZE DEL GOVERNO E DELL'AMMINISTRAZIONE DEL MARE
Relatori
relatore C.C. (AN) Carafa, Simone
correlatore C.C. (AN) Principale, Francesco
Parole chiave
  • immigrazione
  • mediterraneo
  • ong
  • sar
  • soccorso
Data inizio appello
21/07/2021
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’immigrazione è un fenomeno antichissimo ed è insito nella natura dell’uomo, uomo che fin dall’antichità ha sentito l’esigenza di muoversi e lasciare la propria terra d’origine.
L’Europa da sempre è stata terra di immigrazioni e l’Italia, certamente per via della posizione strategica nel Mediterraneo e per la configurazione delle sue coste, è interessata dal fenomeno per via soprattutto marittima.
L’oggetto della analisi è l’immigrazione irregolare via mare che vede il nostro Paese in primo piano nella gestione e nel contrasto del fenomeno e che, negli ultimi decenni, ha subito un’ intensificazione. Nello specifico il difficile connubio tra il contrasto all’immigrazione clandestina via mare e l’obbligo di soccorso, quest’ultimo da sempre riconosciuto come norma consuetudinaria e posto a fondamento di numerose convenzioni internazionali, che vede direttamente coinvolto il Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera. Poteri di contrasto all’immigrazione clandestina da parte dello Stato costiero che sono riconosciuti a livello internazionale dalla Convenzione di Montego Bay sul diritto del mare, la cui deroga in presenza di accordi bilaterali tra Stati è stata messa da ultimo in discussione proprio con riferimento al nostro Paese e alla Libia. Contrasto poi che trova un grande limite davanti a sé sancito nel principio di non refoulement: il divieto di respingimenti collettivi. Il tema viene poi arricchito da ulteriori criticità connesse all’espletamento dell’obbligo di soccorso. Si rende necessario dapprima esaminare la ripartizione del mar Mediterraneo in zone SAR soffermandosi sulla controversa zona maltese e sulla dubbia esistenza di quella libica, per poi discutere sulla definizione e individuazione di un luogo di sbarco sicuro. Luogo in cui sbarcare le persone soccorse connotato dalle difficoltà che scaturiscono dalla prassi maltese di non farsi carico dello sbarco e dal ritenere la Libia un possibile luogo sicuro. Il tema è di forte attualità ed ha assunto una posizione di primo piano nell’opinione pubblica, enfatizzato dai mass media e dibattuto dalle forze politiche. La sua complessità ha comportato, negli ultimi anni, non poche difficoltà per il nostro Paese che si trova ad affrontare il problema in prima linea e l’adozione di una politica migratoria “di chiusura” nel biennio 2018-2019. Si analizzerà la normativa interna racchiusa nel T.U. Immigrazione alla luce delle ultime modifiche accorse con i decreti sicurezza e il successivo D.L. n. 130/2020, il decreto interministeriale 14 luglio 2003 per i relativi riparti di competenze e poteri di intervento delle FF.A.A. in mare.
Risulta insufficiente l’adozione di un approccio unico a livello statale come dimostrato dalle difficoltà che i Paesi di approdo, in primis l’Italia, hanno affrontato nell’ ultimo decennio ma, come interiorizzato dall’ Unione Europea nel Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo sebbene discutibilmente realizzato, è necessario un approccio integrato che coinvolga tutti gli Stati in un’ottica di collaborazione e solidarietà. Il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera è stato, è, e sarà direttamente coinvolto nell’evolversi del fenomeno, prestando soccorso a chi si trova in difficoltà in mare, prescindendo dai possibili risvolti che l’immigrazione illegale possa avere nel panorama nazionale e/o europeo.
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