Tesi etd-07022015-102636 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
NAPOLETANO, MARCO
URN
etd-07022015-102636
Titolo
Prognosi dell'embolia polmonare: mortalità, recidiva e sanguinamento in una casistica di 380 pazienti trattati con terapia anticoagulante per 1 anno
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Palla, Antonio
Parole chiave
- embolia polmonare
- recidiva
- sanguinamento
- terapia anticoagulante
- tromboembolia venosa
- trombosi venosa profonda
Data inizio appello
21/07/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Introduzione: la prognosi dell’embolia polmonare a medio-lungo termine è tuttora poco nota. L’incidenza degli eventi avversi come la mortalità, la recidiva di tromboembolismo venoso e il sanguinamento rimane ancora dibattuta e varia molto a seconda delle diverse casistiche presenti in letteratura.
Scopi: l’obiettivo principale della presente tesi è quello di determinare la mortalità, la frequenza di recidiva tromboembolica e di sanguinamento durante il primo anno di terapia anticoagulante dopo un episodio di embolia polmonare. Obiettivi secondari sono quelli di valutare se vi sono differenze statisticamente significative nella frequenza di questi eventi tra pazienti con embolia polmonare provocata (cioè con fattori predisponenti la malattia al momento della diagnosi) e non provocata (assenza di fattori predisponenti), e valutare i fattori di rischio associati ai suddetti eventi avversi.
Pazienti e metodi: è stata presa in esame una casistica di 380 pazienti affetti da embolia polmonare. I pazienti sono giunti presso l’U.O. Pneumologia Universitaria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana nel periodo di tempo compreso tra Gennaio 2006 e Dicembre 2012. La diagnosi di malattia è stata eseguita mediante angioTC spirale o tramite scintigrafia polmonare da perfusione concordante con la probabilità clinica. Tutti i pazienti sono stati trattati con terapia anticoagulante per 12 mesi. Successivamente alla diagnosi i pazienti hanno eseguito follow-up ambulatoriale presso l’ambulatorio dedicato e strumentale con scintigrafia polmonare da perfusione ed ecodoppler venoso degli arti inferiori. Il follow-up è iniziato ad 1 mese di distanza dalla diagnosi di embolia polmonare, e proseguito con successivi controlli a 6 e 12 mesi. Durante il follow-up clinico-strumentale è stata indagata la presenza di eventi avversi quali il decesso, la recidiva di tromboembolismo venoso e il sanguinamento. È stato utilizzato il metodo Kaplan-Meier per l’analisi di sopravvivenza. Sono stati, inoltre, analizzati i fattori di rischio per il verificarsi degli eventi avversi tramite l’analisi di regressione logistica.
Risultati: l’età media è risultata essere di 68.8 ± 14.2 anni; 166 (43.7%) pazienti erano maschi e 214 (56.3%) femmine. La presenza di fattori predisponenti è stata riscontrata in 227 (59.7%) casi (definiti perciò affetti da embolia provocata), mentre in 153 (40.3%) pazienti non era presente alcun fattore predisponente la malattia (embolia non provocata). Gli interventi chirurgici (N=98; 43.2%) e la presenza di neoplasia attiva (N=75; 33%) sono risultati i fattori predisponenti più frequenti, la dispnea (N=234; 61.6%) e il dolore toracico (N=147; 38.7%) i sintomi più frequenti. Tra i segni fisici la tachicardia era presente in 107 (28.6%) casi. In 188 (49.5%) pazienti è stata diagnosticata la presenza di trombosi venosa profonda degli arti inferiori concomitante con l’embolia polmonare.
Durante il follow-up si sono verificati 16 (4.2%) decessi, 16 (4.2%) recidive di tromboembolismo venoso e 34 (8.9%) sanguinamenti. Le recidive si sono presentate in 11 (68.8%) casi come embolia polmonare e in 5 (31.2%) casi come trombosi venosa profonda degli arti inferiori. I sanguinamenti si sono manifestati come maggiori in 7 (20.9%) casi e minori in 27 (79.1%) casi. Analizzando gli eventi avversi durante il follow-up tra i pazienti con embolia non provocata e quelli con embolia provocata si sono verificati 3 (18.8%) decessi nei 153 (40.3%) pazienti con diagnosi di embolia non provocata e 13 (81.2%) nei 227 (59.7%) pazienti con embolia provocata. La mortalità è risultata significativamente più alta nel gruppo di pazienti con embolia provocata (p=0.05). Non sono state riscontrate differenze significative tra i due gruppi di pazienti per quanto riguarda la frequenza di recidiva di tromboembolismo venoso e di sanguinamento (p>0.05).
Tra i fattori di rischio l’età superiore a 79 anni e la presenza di neoplasia attiva al momento della diagnosi di embolia polmonare sono risultati associati al decesso; non sono stati riscontrati fattori di rischio per la recidiva di tromboembolismo venoso e per il sanguinamento.
Conclusioni: a distanza di 1 anno dall’evento acuto, la mortalità durante trattamento anticoagulante è risultata pari a circa il 5%, così come l’incidenza di recidiva di tromboembolismo venoso, mentre l’incidenza di sanguinamento è risultata doppia, 9%. La mortalità è significativamente superiore nei pazienti con embolia polmonare provocata mentre la frequenza delle recidive e dei sanguinamenti è risultata uguale nei pazienti con embolia polmonare provocata e non. Fattori di rischio per la mortalità sono stati l’età superiore a 79 anni e la presenza di neoplasia attiva.
Scopi: l’obiettivo principale della presente tesi è quello di determinare la mortalità, la frequenza di recidiva tromboembolica e di sanguinamento durante il primo anno di terapia anticoagulante dopo un episodio di embolia polmonare. Obiettivi secondari sono quelli di valutare se vi sono differenze statisticamente significative nella frequenza di questi eventi tra pazienti con embolia polmonare provocata (cioè con fattori predisponenti la malattia al momento della diagnosi) e non provocata (assenza di fattori predisponenti), e valutare i fattori di rischio associati ai suddetti eventi avversi.
Pazienti e metodi: è stata presa in esame una casistica di 380 pazienti affetti da embolia polmonare. I pazienti sono giunti presso l’U.O. Pneumologia Universitaria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana nel periodo di tempo compreso tra Gennaio 2006 e Dicembre 2012. La diagnosi di malattia è stata eseguita mediante angioTC spirale o tramite scintigrafia polmonare da perfusione concordante con la probabilità clinica. Tutti i pazienti sono stati trattati con terapia anticoagulante per 12 mesi. Successivamente alla diagnosi i pazienti hanno eseguito follow-up ambulatoriale presso l’ambulatorio dedicato e strumentale con scintigrafia polmonare da perfusione ed ecodoppler venoso degli arti inferiori. Il follow-up è iniziato ad 1 mese di distanza dalla diagnosi di embolia polmonare, e proseguito con successivi controlli a 6 e 12 mesi. Durante il follow-up clinico-strumentale è stata indagata la presenza di eventi avversi quali il decesso, la recidiva di tromboembolismo venoso e il sanguinamento. È stato utilizzato il metodo Kaplan-Meier per l’analisi di sopravvivenza. Sono stati, inoltre, analizzati i fattori di rischio per il verificarsi degli eventi avversi tramite l’analisi di regressione logistica.
Risultati: l’età media è risultata essere di 68.8 ± 14.2 anni; 166 (43.7%) pazienti erano maschi e 214 (56.3%) femmine. La presenza di fattori predisponenti è stata riscontrata in 227 (59.7%) casi (definiti perciò affetti da embolia provocata), mentre in 153 (40.3%) pazienti non era presente alcun fattore predisponente la malattia (embolia non provocata). Gli interventi chirurgici (N=98; 43.2%) e la presenza di neoplasia attiva (N=75; 33%) sono risultati i fattori predisponenti più frequenti, la dispnea (N=234; 61.6%) e il dolore toracico (N=147; 38.7%) i sintomi più frequenti. Tra i segni fisici la tachicardia era presente in 107 (28.6%) casi. In 188 (49.5%) pazienti è stata diagnosticata la presenza di trombosi venosa profonda degli arti inferiori concomitante con l’embolia polmonare.
Durante il follow-up si sono verificati 16 (4.2%) decessi, 16 (4.2%) recidive di tromboembolismo venoso e 34 (8.9%) sanguinamenti. Le recidive si sono presentate in 11 (68.8%) casi come embolia polmonare e in 5 (31.2%) casi come trombosi venosa profonda degli arti inferiori. I sanguinamenti si sono manifestati come maggiori in 7 (20.9%) casi e minori in 27 (79.1%) casi. Analizzando gli eventi avversi durante il follow-up tra i pazienti con embolia non provocata e quelli con embolia provocata si sono verificati 3 (18.8%) decessi nei 153 (40.3%) pazienti con diagnosi di embolia non provocata e 13 (81.2%) nei 227 (59.7%) pazienti con embolia provocata. La mortalità è risultata significativamente più alta nel gruppo di pazienti con embolia provocata (p=0.05). Non sono state riscontrate differenze significative tra i due gruppi di pazienti per quanto riguarda la frequenza di recidiva di tromboembolismo venoso e di sanguinamento (p>0.05).
Tra i fattori di rischio l’età superiore a 79 anni e la presenza di neoplasia attiva al momento della diagnosi di embolia polmonare sono risultati associati al decesso; non sono stati riscontrati fattori di rischio per la recidiva di tromboembolismo venoso e per il sanguinamento.
Conclusioni: a distanza di 1 anno dall’evento acuto, la mortalità durante trattamento anticoagulante è risultata pari a circa il 5%, così come l’incidenza di recidiva di tromboembolismo venoso, mentre l’incidenza di sanguinamento è risultata doppia, 9%. La mortalità è significativamente superiore nei pazienti con embolia polmonare provocata mentre la frequenza delle recidive e dei sanguinamenti è risultata uguale nei pazienti con embolia polmonare provocata e non. Fattori di rischio per la mortalità sono stati l’età superiore a 79 anni e la presenza di neoplasia attiva.
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