Tesi etd-07022013-170400 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
GIORGI, LUIGI
Indirizzo email
luigi.dj89@libero.it
URN
etd-07022013-170400
Titolo
La Radioembolizzazione nell' epatocarcinoma: problematiche tecnico metodologiche e primi risultati
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Bartolozzi, Carlo
Parole chiave
- epatocarcinoma
- hcc
- ittrio
- radioembolizzazione
- TARE
- Y90
Data inizio appello
23/07/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’epatocarcinoma è uno dei pochi tumori la cui incidenza continua ad essere in aumento; il 50-70% degli HCC sono diagnosticati in fase intermedia-avanzata e quindi non suscettibili di terapia radicale ponendo notevoli problematiche per il trattamento di questi pazienti.
La Radioembolizzazione con Ittrio90 fa parte delle terapie loco regionali per il trattamento dei tumori epatici, indicate in pazienti in stadio intermedio e avanzato.
E’ una procedura in cui vengono iniettate tramite un accesso percutaneo,per via intra-arteriosa, particelle embolizzanti caricate con un radioisotopo. Le microsfere caricate con il radioisotopo Ittrio90 β emittente puro, vanno a localizzarsi preferenzialmente a livello del microcircolo tumorale, dove esplicano la loro funzione.
Attualmente esistono due tipi di dispositivi in commercio per il trattamento: SIR-Spheres® e TheraSphere® le quali presentano importanti differenze dal punto di vista dell’utilizzo e delle proprietà fisico-chimiche.
Numerosi studi in letteratura dimostrano come la crescita tumorale delle lesioni trattate si è arrestata in più del 90% dei pazienti, risultando in un tasso di controllo di malattia compreso tra 77% e 90%. La progressione dopo radioembolizzazione è quasi sempre il risultato di nuove lesioni sviluppatesi all’interno o all’esterno del fegato.
Confrontata con la chemioembolizzazione o con il Sorafenib presenta risultati equivalenti con buona tollerabilità del paziente. Data però la mancanza di studi clinici prospettici di confronto tra questi trattamenti, le indicazioni alla TARE non sono ancora state definite.
La procedura di radioembolizzazione con Y90 (TARE) è stata attivata presso la nostra Azienda Ospedaliera Universitaria nel Marzo 2012. Nel primo anno di attività sono stati trattati sia pazienti con tumori epatici primitivi (HCC e colangiocarcinoma) sia pazienti con lesioni epatiche metastatiche.
Scopo di questa tesi è di presentare i risultati del primo anno di attività nell’ambito di pazienti con HCC.
Risultati: Considerando la risposta complessiva a 3 mesi secondo i criteri mRECIST, sono stati osservati 1 (7,6%) caso di risposta completa, 8 (61,4%) casi di risposta parziale, 2 (15%) casi di stabilità di malattia e 2 (15%) casi di progressione tumorale per la comparsa di nuove lesioni. Il volume tumorale vitale è risultato ridotto in 12/13 (92,3%) casi, con un caso di minimo incremento volumetrico; la riduzione media del volume tumorale vitale è stata del 68,2% ± 26,6 (range, 19-100%).
La durata media del follow-up è stata di 7 ± 3 mesi (mediana 7,3 mesi). All’ultimo follow-up (30 giugno 2013), sono stati registrati 3 decessi (3/13, 23,1%),
mentre i restanti 10 pazienti (76,9%) sono tuttora in follow-up.
Conclusioni: La nostra esperienza preliminare, in accordo con i dati della letteratura, conferma la sicurezza del trattamento di radioembolizzazione epatica in pazienti con HCC e la sua efficacia in termini di controllo locale di malattia. Può rappresentare pertanto una valida opzione terapeutica in pazienti in stadio intermedio di malattia con controindicazioni o non rispondenti alla TACE e in pazienti in stadio avanzato che presentino localizzazione prevalentemente epatica con trombosi portale neoplastica che non raggiunge l’ilo epatico.
La Radioembolizzazione con Ittrio90 fa parte delle terapie loco regionali per il trattamento dei tumori epatici, indicate in pazienti in stadio intermedio e avanzato.
E’ una procedura in cui vengono iniettate tramite un accesso percutaneo,per via intra-arteriosa, particelle embolizzanti caricate con un radioisotopo. Le microsfere caricate con il radioisotopo Ittrio90 β emittente puro, vanno a localizzarsi preferenzialmente a livello del microcircolo tumorale, dove esplicano la loro funzione.
Attualmente esistono due tipi di dispositivi in commercio per il trattamento: SIR-Spheres® e TheraSphere® le quali presentano importanti differenze dal punto di vista dell’utilizzo e delle proprietà fisico-chimiche.
Numerosi studi in letteratura dimostrano come la crescita tumorale delle lesioni trattate si è arrestata in più del 90% dei pazienti, risultando in un tasso di controllo di malattia compreso tra 77% e 90%. La progressione dopo radioembolizzazione è quasi sempre il risultato di nuove lesioni sviluppatesi all’interno o all’esterno del fegato.
Confrontata con la chemioembolizzazione o con il Sorafenib presenta risultati equivalenti con buona tollerabilità del paziente. Data però la mancanza di studi clinici prospettici di confronto tra questi trattamenti, le indicazioni alla TARE non sono ancora state definite.
La procedura di radioembolizzazione con Y90 (TARE) è stata attivata presso la nostra Azienda Ospedaliera Universitaria nel Marzo 2012. Nel primo anno di attività sono stati trattati sia pazienti con tumori epatici primitivi (HCC e colangiocarcinoma) sia pazienti con lesioni epatiche metastatiche.
Scopo di questa tesi è di presentare i risultati del primo anno di attività nell’ambito di pazienti con HCC.
Risultati: Considerando la risposta complessiva a 3 mesi secondo i criteri mRECIST, sono stati osservati 1 (7,6%) caso di risposta completa, 8 (61,4%) casi di risposta parziale, 2 (15%) casi di stabilità di malattia e 2 (15%) casi di progressione tumorale per la comparsa di nuove lesioni. Il volume tumorale vitale è risultato ridotto in 12/13 (92,3%) casi, con un caso di minimo incremento volumetrico; la riduzione media del volume tumorale vitale è stata del 68,2% ± 26,6 (range, 19-100%).
La durata media del follow-up è stata di 7 ± 3 mesi (mediana 7,3 mesi). All’ultimo follow-up (30 giugno 2013), sono stati registrati 3 decessi (3/13, 23,1%),
mentre i restanti 10 pazienti (76,9%) sono tuttora in follow-up.
Conclusioni: La nostra esperienza preliminare, in accordo con i dati della letteratura, conferma la sicurezza del trattamento di radioembolizzazione epatica in pazienti con HCC e la sua efficacia in termini di controllo locale di malattia. Può rappresentare pertanto una valida opzione terapeutica in pazienti in stadio intermedio di malattia con controindicazioni o non rispondenti alla TACE e in pazienti in stadio avanzato che presentino localizzazione prevalentemente epatica con trombosi portale neoplastica che non raggiunge l’ilo epatico.
File
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tesi_definitiva.pdf | 1.09 Mb |
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