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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-07012020-125049


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BARSACCHI, LAURA
URN
etd-07012020-125049
Titolo
L'omicidio mirato e i droni armati: l'ossimoro della guerra che protegge i diritti
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Marinai, Simone
Parole chiave
  • drone warfare
  • war on terror
  • targeted killings
  • omicidi mirati e droni
Data inizio appello
23/07/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La guerra che protegge i diritti è il paradosso del XXI secolo che si è affacciato sul panorama storico alla fine della guerra fredda, per diventare poi di cruciale importanza a seguito degli attacchi terroristici, rivendicati da Al Qaeda, contro il World Trade Center di New York l’11 settembre 2001. Da quella data storica è cominciata la global war on terror che ha visto, bene o male, numerosi Stati impegnarsi nella continua lotta contro questo nemico terribile, sempre più insidioso e tecnologicamente avanzato.
È questa presa di coscienza che ha portato gli Stati a dotarsi di strumenti sempre più all’avanguardia, capaci di fronteggiare ogni minaccia a seconda degli scenari bellici più disparati, raggiungendo così un nuovo modo di fare ed intendere la guerra che si discosta completamente da quello a cui siamo, per tradizione, abituati. Dunque, alla guerra del terrore si accosta una nuova modalità di concepire la guerra, la remote warfare: il conflitto del futuro capace di cambiare le sorti dell’universo.
Partendo da qui è possibile gettare le basi di quello che viene comunemente chiamato ormai conflitto asimmetrico, all’interno del quale le forze schierate differiscono notevolmente nell’essenza e nel combattimento, una situazione che non si sarebbe mai potuta verificare ai tempi dell’antica Grecia o dell’Impero Romano.
La tecnica dell’omicidio mirato, invece, si colloca all’interno di una diatriba fortemente discussa che pone non pochi problemi dal punto di vista dello ius in bello, del diritto internazionale umanitario e delle norme che regolano i diritti umani: fino a che punto è possibile parlare di guerra giusta? Il confine tra ciò che è legittimo e l’illegittimo è labile, il rischio è di ingenerare crimini internazionali.
Qual è, dunque, la morale della guerra del futuro? La riflessione porta la nostra attenzione proprio sull’ossimoro della guerra stessa come mezzo per difendere il diritto alla vita, attraverso una rivisitazione moderna della legittimità dell’uso della forza armata disciplinata dall’art. 2 paragrafo 4 della Carta delle Nazioni Unite, che rappresenta il punto di partenza di questo lavoro che si compone di due parti.

La prima è dedicata allo studio e all’analisi del divieto di uso della forza nei suoi limiti individuati e ben circoscritti dal diritto internazionale; in particolare ci si sofferma sulla concezione dei principi dello ius in bello e dello ius ad bellum fino ad arrivare a fornire un quadro generale della situazione attuale. Infatti, il quadro geo-politico che oggi ritroviamo a livello internazionale è in qualche modo frutto delle trasformazioni verificatesi negli anni a causa degli innumerevoli conflitti e del progresso tecnologico che ci ha condotti fino alla guerra del presente, impersonificata da omicidi mirati e droni armati. Dunque, questa prima parte è incentrata sulla riflessione in ordine alla legittimità di tali pratiche e a ciò che provocano nei riguardi della tutela dei diritti umani.

La seconda parte è incentrata sulla riflessione in ordine al contributo che gli antichi hanno dato alla creazione del diritto e allo sviluppo dei diritti umani in chiave sia antropologica che ideologica.
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