Tesi etd-07012015-160642 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
COPPOLA, ILARIA
URN
etd-07012015-160642
Titolo
Potenziale effetto ipolipidemico ed antinfiammatorio di una miscela di estratti vegetali in ratti con steatosi e diabete di tipo 2
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MOLECOLARE E CELLULARE
Relatori
relatore Dott. Longo, Vincenzo
relatore Dott.ssa Della Croce, Clara Maria
relatore Dott. Vornoli, Andrea
relatore Dott.ssa Della Croce, Clara Maria
relatore Dott. Vornoli, Andrea
Parole chiave
- dieta iperlipidica
- drug metabolism
- glucose and lipid metabolism
- high fat diet
- metabolismo glucidico e lipidico
- streptozotocin
- streptozotocina
Data inizio appello
20/07/2015
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/07/2085
Riassunto
La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è una patologia epatica di carattere progressivo, che mostra una crescente incidenza nel mondo industrializzato. Essa ha inizio con il semplice accumulo di lipidi negli epatociti e progredisce nella forma più grave di steatoepatite non alcolica (NASH), a sua volta correlata ad infiammazione, fibrosi e cirrosi. Le cause dell’iniziale accumulo di lipidi epatici possono essere di diversa natura, come obesità, diabete, eccessivo consumo di alcol o malattie metaboliche. Recentemente ha preso piede l’idea di individuare sostanze di natura vegetale, da addizionare agli alimenti al fine di migliorare le condizioni generali della patologia in questione. A tale scopo, nella presente tesi, sono stati studiati i potenziali effetti anti-steatotici di una miscela (MIX) contenente vari estratti vegetali di caigua, soia, erba medica, carciofo e riso rosso fermentato (contenente monacolina K) in ratti con steatosi non alcolica (NAFLD) e con diabete di tipo 2.
Questo modello sperimentale è stato recentemente proposto perché ha la peculiarità di riprodurre molte caratteristiche della patogenesi della NAFLD nell’uomo.
I diversi effetti sono stati valutati mediante la determinazione dell’attività di enzimi del drug metabolism e l’analisi dell’espressione di geni del metabolismo lipidico, glucidico, dell’infiammazione, dello stress del reticolo endoplasmatico (RE) e dei mitocondri.
Ratti maschi di razza Wistar (n=42) sono stati trattati per 8 settimane. Durante le prime 4 settimane gli animali sono stati suddivisi in 2 gruppi, uno di controllo (CTR, n=6) alimentato con dieta standard (11% di energia derivante da grassi), ed un gruppo a dieta iperlipidica (HFD, n=30) (55% di energia derivante da grassi, 2% di colesterolo) e trattato per via intraperitoneale con una bassa dose di streptozotocina (35 mg/kg) al fine di indurre l’apoptosi parziale delle cellule β-pancreatiche con conseguente deplezione insulinica e sviluppo di diabete. Sono stati ammessi al trattamento i ratti con glucosio >14 mmol/l. In seguito al controllo glicemico, gli animali sono stati suddivisi in 6 gruppi di 6 ratti ciascuno e sono stati sottoposti a trattamento, mediante somministrazione intragastrica, per 4 settimane. La ripartizione in gruppi è la seguente: E con 10 mg/Kg di eugenolo (controllo positivo); M con latte di soia (veicolo di somministrazione); CTR e D con soluzione fisiologica e infine A e B, trattati rispettivamente con 0,3 mg/Kg e 1 mg/Kg di monacolina K, molecola presente nella miscela di estratti vegetali (le dosi giornaliere di monacolina K equivalgono, nell’uomo, a 43 µg/Kg e 143 µg/Kg). Al termine della sperimentazione è stato effettuato il sacrificio degli animali e da essi prelevati campioni di sangue e fegato.
Dai parametri ematici è emerso che i valori relativi a colesterolo totale, LDL, glucosio, trigliceridi ed ALT sono risultati aumentati nei gruppi D, A ed M, rispetto ai CTR, e parzialmente ripristinati nei gruppi B ed E, che hanno mostrato una significativa riduzione, rispetto al gruppo D, nei valori relativi al colesterolo LDL. Anche la presenza di steatosi, verificata tramite la quantificazione dei lipidi nel tessuto epatico, è risultata evidente rispetto al CTR, nei gruppi D, A ed M e significativamente ridotta, rispetto al gruppo D, nei gruppi B ed E.
Dall’analisi delle attività marcatrici del CYP2E1 (p-nitrofenolo idrossilasi ed anilina-idrossilasi) e del CYP3A (benzilossichinolina-debenzilasi e testosterone-idrossilasi) è stata osservata una significativa induzione sui gruppi D, A ed M ed un parziale ripristino dei valori di controllo nel solo gruppo B.
Per quanto riguarda gli enzimi antiossidanti, è stata osservata una generale induzione dell’attività DT-diaforasi e GSH-reduttasi per tutti e cinque i gruppi iperlipidemici, ma nessuna influenza sulla GSH-perossidasi con l’eccezione del gruppo D, la cui attività è risultata significativamente diminuita in relazione con l’osservata diminuzione del GSH epatico.
La presenza dell’1% di colesterolo nella dieta iperlipidica ha provocato nel gruppo D una forte induzione dell’espressione del gene CYP7A1, passaggio necessario per la conversione del colesterolo ad acidi biliari; una concomitante riduzione dell’espressione dell’HMGCoA reduttasi, gene chiave nella biosintesi del colesterolo, ed una riduzione dei livelli di espressione del gene LDLr, implicato nel re-uptake epatico del colesterolo LDL plasmatico. Nel gruppo B si osserva una netta tendenza al ripristino dei valori di controllo nell’espressione dei geni CYP7A1 ed HMGCoA reduttasi.
Analisi preliminari dei geni coinvolti nell’infiammazione (IL6, TNFα, TGFβ), nello stress ossidativo del RE (CHOP, XBP1) e dei mitocondri (UCP2 e CPT1a) sembrano evidenziare una tendenza all’aumento, più o meno marcata, nei vari gruppi di ratti a dieta iperlipidica rispetto al gruppo CTR, con l’eccezione del gruppo E dove è evidente un abbassamento rispetto a tutti gli altri gruppi e al CTR.
In conclusione, dall’analisi dei dati raccolti, la miscela vegetale analizzata ha determinato un miglioramento complessivo del quadro patologico della steatosi epatica.
Questo modello sperimentale è stato recentemente proposto perché ha la peculiarità di riprodurre molte caratteristiche della patogenesi della NAFLD nell’uomo.
I diversi effetti sono stati valutati mediante la determinazione dell’attività di enzimi del drug metabolism e l’analisi dell’espressione di geni del metabolismo lipidico, glucidico, dell’infiammazione, dello stress del reticolo endoplasmatico (RE) e dei mitocondri.
Ratti maschi di razza Wistar (n=42) sono stati trattati per 8 settimane. Durante le prime 4 settimane gli animali sono stati suddivisi in 2 gruppi, uno di controllo (CTR, n=6) alimentato con dieta standard (11% di energia derivante da grassi), ed un gruppo a dieta iperlipidica (HFD, n=30) (55% di energia derivante da grassi, 2% di colesterolo) e trattato per via intraperitoneale con una bassa dose di streptozotocina (35 mg/kg) al fine di indurre l’apoptosi parziale delle cellule β-pancreatiche con conseguente deplezione insulinica e sviluppo di diabete. Sono stati ammessi al trattamento i ratti con glucosio >14 mmol/l. In seguito al controllo glicemico, gli animali sono stati suddivisi in 6 gruppi di 6 ratti ciascuno e sono stati sottoposti a trattamento, mediante somministrazione intragastrica, per 4 settimane. La ripartizione in gruppi è la seguente: E con 10 mg/Kg di eugenolo (controllo positivo); M con latte di soia (veicolo di somministrazione); CTR e D con soluzione fisiologica e infine A e B, trattati rispettivamente con 0,3 mg/Kg e 1 mg/Kg di monacolina K, molecola presente nella miscela di estratti vegetali (le dosi giornaliere di monacolina K equivalgono, nell’uomo, a 43 µg/Kg e 143 µg/Kg). Al termine della sperimentazione è stato effettuato il sacrificio degli animali e da essi prelevati campioni di sangue e fegato.
Dai parametri ematici è emerso che i valori relativi a colesterolo totale, LDL, glucosio, trigliceridi ed ALT sono risultati aumentati nei gruppi D, A ed M, rispetto ai CTR, e parzialmente ripristinati nei gruppi B ed E, che hanno mostrato una significativa riduzione, rispetto al gruppo D, nei valori relativi al colesterolo LDL. Anche la presenza di steatosi, verificata tramite la quantificazione dei lipidi nel tessuto epatico, è risultata evidente rispetto al CTR, nei gruppi D, A ed M e significativamente ridotta, rispetto al gruppo D, nei gruppi B ed E.
Dall’analisi delle attività marcatrici del CYP2E1 (p-nitrofenolo idrossilasi ed anilina-idrossilasi) e del CYP3A (benzilossichinolina-debenzilasi e testosterone-idrossilasi) è stata osservata una significativa induzione sui gruppi D, A ed M ed un parziale ripristino dei valori di controllo nel solo gruppo B.
Per quanto riguarda gli enzimi antiossidanti, è stata osservata una generale induzione dell’attività DT-diaforasi e GSH-reduttasi per tutti e cinque i gruppi iperlipidemici, ma nessuna influenza sulla GSH-perossidasi con l’eccezione del gruppo D, la cui attività è risultata significativamente diminuita in relazione con l’osservata diminuzione del GSH epatico.
La presenza dell’1% di colesterolo nella dieta iperlipidica ha provocato nel gruppo D una forte induzione dell’espressione del gene CYP7A1, passaggio necessario per la conversione del colesterolo ad acidi biliari; una concomitante riduzione dell’espressione dell’HMGCoA reduttasi, gene chiave nella biosintesi del colesterolo, ed una riduzione dei livelli di espressione del gene LDLr, implicato nel re-uptake epatico del colesterolo LDL plasmatico. Nel gruppo B si osserva una netta tendenza al ripristino dei valori di controllo nell’espressione dei geni CYP7A1 ed HMGCoA reduttasi.
Analisi preliminari dei geni coinvolti nell’infiammazione (IL6, TNFα, TGFβ), nello stress ossidativo del RE (CHOP, XBP1) e dei mitocondri (UCP2 e CPT1a) sembrano evidenziare una tendenza all’aumento, più o meno marcata, nei vari gruppi di ratti a dieta iperlipidica rispetto al gruppo CTR, con l’eccezione del gruppo E dove è evidente un abbassamento rispetto a tutti gli altri gruppi e al CTR.
In conclusione, dall’analisi dei dati raccolti, la miscela vegetale analizzata ha determinato un miglioramento complessivo del quadro patologico della steatosi epatica.
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