Tesi etd-07012013-100619 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MARRAUDINO, MARILENA
URN
etd-07012013-100619
Titolo
Studio degli effetti del trattamento cronico con fluoxetina nel recupero funzionale in un modello di ratto con lesione del midollo spinale cervicale
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA APPLICATA ALLA BIOMEDICINA
Relatori
relatore Sale, Alessandro
Parole chiave
- fluoxetina
- lesione del midollo spinale
- plasticità neurale
Data inizio appello
18/07/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/07/2053
Riassunto
La fluoxetina (FLX), inibitore selettivo del reuptake della serotonina, è un farmaco ampiamente prescritto nel trattamento delle sindromi depressive e di svariati disturbi psichiatrici. Numerosi lavori hanno evidenziato che la FLX può avere effetti benefici sull’apprendimento e sulla memoria, con un effetto marcato di riapertura della plasticità corticale nell’adulto. Recentemente, studi effettuati su modelli animali e trial clinici sull’uomo hanno dimostrato che la FLX è anche in grado di promuovere il recupero da deficit funzionali e neurologici causati da lesioni cerebrali.
Partendo da questi studi, il mio lavoro di Tesi è volto ad analizzare gli effetti di un trattamento cronico con fluoxetina nel recupero funzionale del comportamento motorio in ratti con lesione del midollo spinale (spinal cord injury, SCI) a livello cervicale. Gli animali sono stati suddivisi in due gruppi: trattati (FLX, 0.2 g/l in acqua, somministrata a partire da tre settimane prima della lesione fino a sette giorni dopo la stessa) e controlli lesionati non trattati (CTR). Gli animali sono stati poi sottoposti a crush bilaterale a livello C4 del midollo spinale: questo tipo di lesione comporta l’interruzione delle fibre sensitive ascendenti e motorie discendenti del tratto dorsale corticospinale, compromettendo il controllo dei movimenti fini degli arti anteriori.
Gli effetti aspecifici indotti sul comportamento motorio dalla laminectomia sono stati analizzati mediante lo studio di un gruppo di controlli (CTR-sham) nei quali è stata effettuata la sola laminectomia, senza il crush. Per la valutazione delle abilità motorie degli arti anteriori sono stati utilizzati due test comportamentali, alla cui esecuzione gli animali sono stati allenati per tre settimane prima della lesione e, una volta a settimana, per sei settimane dopo la lesione. Il primo test impegato è il Montoya staircase, che consta di un apparato composto da piccoli pozzetti situati ai due lati di una passerella con distanza scalare da essa, nei quali vengono inseriti pellet di zucchero. Il test valuta la capacità degli animali di servirsi degli arti anteriori per afferrare i pellet, misurata in termini di quantificazione del numero di pellet mangiati o spostati rispetto alla posizione d’origine; l’accuratezza nell’esecuzione del test è stata calcolata come la percentuale dei pellet mangiati sul totale di quelli manipolati. Il secondo test impegato è l’horizontal ladder, che si compone di una scala orizzontale costituita da pioli metallici, disposti in sequenza regolare nelle prime sessioni e imprevedibilmente irregolare nelle successive. Il test valuta la percentuale di passi effettuati in maniera corretta con le zampe anteriori rispetto al totale dei passi effettuati. I risultati hanno evidenziato, in entrambi i test, un’accelerazione del recupero funzionale negli animali trattati rispetto ai controlli durante le sei settimane successive alla lesione. Nello stesso periodo, i CTR-sham hanno mantenuto inalterate le loro prestazioni, non evidenziando alcun deficit motorio.
Per valutare se il recupero funzionale fosse dovuto all’induzione di processi di plasticità neurale del midollo spinale, ho inoltre analizzato, in animali sottoposti a trattamento cronico con FLX e in animali di controllo, l’equilibrio fra eccitazione ed inibizione, un importante fattore di regolazione della plasticità nel sistema nervoso centrale adulto. A tal fine, ho quantificato mediante Western-blot i livelli di espressione delle proteine trasportatrici vescicolari del glutammato (vGluT-1) e del GABA (vGAT), sia nella corteccia motoria sia nel midollo spinale. I risultati hanno evidenziato un aumento del rapporto eccitazione/inibizione nei soggetti trattati con FLX rispetto ai controlli.
Questi risultati suggeriscono una possibile applicazione della FLX nel campo del trattamento delle lesioni del midollo spinale.
Partendo da questi studi, il mio lavoro di Tesi è volto ad analizzare gli effetti di un trattamento cronico con fluoxetina nel recupero funzionale del comportamento motorio in ratti con lesione del midollo spinale (spinal cord injury, SCI) a livello cervicale. Gli animali sono stati suddivisi in due gruppi: trattati (FLX, 0.2 g/l in acqua, somministrata a partire da tre settimane prima della lesione fino a sette giorni dopo la stessa) e controlli lesionati non trattati (CTR). Gli animali sono stati poi sottoposti a crush bilaterale a livello C4 del midollo spinale: questo tipo di lesione comporta l’interruzione delle fibre sensitive ascendenti e motorie discendenti del tratto dorsale corticospinale, compromettendo il controllo dei movimenti fini degli arti anteriori.
Gli effetti aspecifici indotti sul comportamento motorio dalla laminectomia sono stati analizzati mediante lo studio di un gruppo di controlli (CTR-sham) nei quali è stata effettuata la sola laminectomia, senza il crush. Per la valutazione delle abilità motorie degli arti anteriori sono stati utilizzati due test comportamentali, alla cui esecuzione gli animali sono stati allenati per tre settimane prima della lesione e, una volta a settimana, per sei settimane dopo la lesione. Il primo test impegato è il Montoya staircase, che consta di un apparato composto da piccoli pozzetti situati ai due lati di una passerella con distanza scalare da essa, nei quali vengono inseriti pellet di zucchero. Il test valuta la capacità degli animali di servirsi degli arti anteriori per afferrare i pellet, misurata in termini di quantificazione del numero di pellet mangiati o spostati rispetto alla posizione d’origine; l’accuratezza nell’esecuzione del test è stata calcolata come la percentuale dei pellet mangiati sul totale di quelli manipolati. Il secondo test impegato è l’horizontal ladder, che si compone di una scala orizzontale costituita da pioli metallici, disposti in sequenza regolare nelle prime sessioni e imprevedibilmente irregolare nelle successive. Il test valuta la percentuale di passi effettuati in maniera corretta con le zampe anteriori rispetto al totale dei passi effettuati. I risultati hanno evidenziato, in entrambi i test, un’accelerazione del recupero funzionale negli animali trattati rispetto ai controlli durante le sei settimane successive alla lesione. Nello stesso periodo, i CTR-sham hanno mantenuto inalterate le loro prestazioni, non evidenziando alcun deficit motorio.
Per valutare se il recupero funzionale fosse dovuto all’induzione di processi di plasticità neurale del midollo spinale, ho inoltre analizzato, in animali sottoposti a trattamento cronico con FLX e in animali di controllo, l’equilibrio fra eccitazione ed inibizione, un importante fattore di regolazione della plasticità nel sistema nervoso centrale adulto. A tal fine, ho quantificato mediante Western-blot i livelli di espressione delle proteine trasportatrici vescicolari del glutammato (vGluT-1) e del GABA (vGAT), sia nella corteccia motoria sia nel midollo spinale. I risultati hanno evidenziato un aumento del rapporto eccitazione/inibizione nei soggetti trattati con FLX rispetto ai controlli.
Questi risultati suggeriscono una possibile applicazione della FLX nel campo del trattamento delle lesioni del midollo spinale.
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