Tesi etd-07012011-071505 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
MARCONCINI, GIULIA
URN
etd-07012011-071505
Titolo
Il valore predittivo dei livelli basali e stimolati della calcitonina sierica nella diagnosi di carcinoma midollare della tiroide
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Elisei, Rossella
Parole chiave
- calcitonina
- carcinoma midollare della tiroide
- test alla pentagastrina
Data inizio appello
19/07/2011
Consultabilità
Completa
Riassunto
Introduzione: Il carcinoma midollare della tiroide (CMT) è un tumore raro che origina dalle cellule C tiroidee che secernono Calcitonina (CT) e rappresenta il 5-10% di tutti i tumori tiroidei. A differenza degli altri tumori della tiroide la sopravvivenza a 10 anni è del 65% ed è influenzata dallo stadio della malattia. L’andamento clinico del CMT e la sopravvivenza del paziente dipendono dalla precocità del trattamento chirurgico iniziale, che dovrebbe essere effettuato quando il tumore è intratiroideo, e che si basa sulla tiroidectomia totale associato a linfadenectomia del compartimento centrale. Tranne rarissime eccezioni, la CT è sempre secreta dal CMT e risulta il suo marcatore sensibile e specifico sebbene si possa trovare elevata anche in altre condizioni, sia fisiologiche che patologiche, sia tiroidee che extratiroidee. L’importanza del dosaggio routinario della CT basale nel paziente con noduli tiroidei è ancora molto controverso, infatti è raccomandato dalle recenti linee guida europee mentre è ignorato in quelle statunitensi. La critica più importante è la scarsa specificità del dosaggio della CT e quindi il problema dei “falsi positivi”. L’utilizzazione del test di stimolo con Pentagastrina, potente secretagogo per la CT, può aiutarci a distinguere il CMT dalle altre condizioni di ipercalcitoninemia. Ad oggi in letteratura non vi sono indicazioni precise riguardo all’interpretazione di questo test.
Scopo dello studio: È stato quello di valutare l’accuratezza diagnostica dei diversi valori di CT sia basale e del suo picco dopo stimolazione e del test di stimolo positivo a prescindere dal picco, con la più alta sensibilità e specificità per la diagnosi di CMT e/o di ICC.
Pazienti e Metodi: Il gruppo di studio era costituito da 437 test (402 alla Pg e 35 al Calcio) eseguiti presso il Dipartimento di Endocrinologia di Pisa dal 2005 al 2010. Duecentosettantadue test sono stati eseguiti in soggetti con patologia nodulare. Centoquarantasei dei 272 test erano stati eseguiti per precedente evidenza di CT basale dosabile presso il nostro centro (gruppo A), mentre 126 erano stati eseguiti in soggetti riferiti al nostro centro per positività della CT basale in altra sede (gruppo B). Sebbene il dosaggio della CT basale da noi ripetuta fosse risultato negativo, abbiamo ritenuto opportuno sottoporre questi soggetti al test alla Pentagastrina. Cinquantuno dei 437 test erano stati eseguiti in soggetti portatori della mutazione di RET (gruppo C). In questo studio sono stati inoltre eseguiti 102 test alla Pentagastrina in soggetti con tiroidite cronica linfocitaria (58 test) (gruppo D) o apparentemente esenti da patologia tiroidea (44 test) (gruppo E). Inoltre è stato analizzato un piccolo gruppo di soggetti con tiroidite cronica in assenza di nodularità (gruppo F) e con CT basale positiva. I dati clinici e anatomopatologici sono stati ottenuti dalla revisione delle cartelle cliniche e dal database informatico. Per valutare l’accuratezza diagnostica della CT basale e stimolata abbiamo utilizzato diversi cut-off e abbiamo calcolato sensibilità, specificità e valori predittivi positivi e negativi.
Risultati: L’analisi della CT basale nei soggetti con patologia nodulare ha mostrato che, quando risulta elevata, ha una specificità del 65,7% nell’identificazione dei CMT e del 91,1% nell’identificare una patologia neoplastica (PTC) e/o preneoplastica (ICC) della tiroide. Analizzando le risposte dei test alla Pentagastrina emerge che il picco medio di CT stimolata è risultato statisticamente maggiore nei pazienti con patologia nodulare, minimo nei pazienti esenti da patologia tiroidea e intermedio nei pazienti con tiroidite cronica linfocitaria o portatori della mutazione del gene RET. L’analisi dei cut-off di CT stimolata per l’identificazione del CMT è risultato 100 pg/ml con una sensibilità del 96,34% e una specificità del 54,38%. L’analisi dell’incremento ha mostrato che un incremento >3 volte il valore basale della CT risulta altamente predittivo ma non esclusivo di CMT e ci permette comunque di distinguere le patologie neoplastiche e preneoplastiche tiroidee da quelle benigne.
Conclusioni: Il nostro studio ha rilevato che: nei soggetti con patologia nodulare e CT basale >10 e <140 pg/ml è necessario eseguire il test di stimolo con Pentagastrina e che valori di CT stimolata superiori a 100 pg/ml ci permettono di distinguere il più possibile il CMT dalle altre condizioni di ipercalcitoninemia (i.e. aumenta la specificità rispetto alla CT basale). Per valori di CT basale superiori a 140 pg/ml l’utilità del test di stimolo è finalizzata all’esclusione di patologie neuroendocrine che si caratterizzano per elevata calcitoninemia ma un’assenza di risposta alla stimolazione. Nei soggetti esenti da patologia nodulare la CT basale non deve essere dosata in quanto può presentarsi alterata e può mostrare una risposta alla stimolazione con Pentagastrina, divenendo fattore confondente.
Scopo dello studio: È stato quello di valutare l’accuratezza diagnostica dei diversi valori di CT sia basale e del suo picco dopo stimolazione e del test di stimolo positivo a prescindere dal picco, con la più alta sensibilità e specificità per la diagnosi di CMT e/o di ICC.
Pazienti e Metodi: Il gruppo di studio era costituito da 437 test (402 alla Pg e 35 al Calcio) eseguiti presso il Dipartimento di Endocrinologia di Pisa dal 2005 al 2010. Duecentosettantadue test sono stati eseguiti in soggetti con patologia nodulare. Centoquarantasei dei 272 test erano stati eseguiti per precedente evidenza di CT basale dosabile presso il nostro centro (gruppo A), mentre 126 erano stati eseguiti in soggetti riferiti al nostro centro per positività della CT basale in altra sede (gruppo B). Sebbene il dosaggio della CT basale da noi ripetuta fosse risultato negativo, abbiamo ritenuto opportuno sottoporre questi soggetti al test alla Pentagastrina. Cinquantuno dei 437 test erano stati eseguiti in soggetti portatori della mutazione di RET (gruppo C). In questo studio sono stati inoltre eseguiti 102 test alla Pentagastrina in soggetti con tiroidite cronica linfocitaria (58 test) (gruppo D) o apparentemente esenti da patologia tiroidea (44 test) (gruppo E). Inoltre è stato analizzato un piccolo gruppo di soggetti con tiroidite cronica in assenza di nodularità (gruppo F) e con CT basale positiva. I dati clinici e anatomopatologici sono stati ottenuti dalla revisione delle cartelle cliniche e dal database informatico. Per valutare l’accuratezza diagnostica della CT basale e stimolata abbiamo utilizzato diversi cut-off e abbiamo calcolato sensibilità, specificità e valori predittivi positivi e negativi.
Risultati: L’analisi della CT basale nei soggetti con patologia nodulare ha mostrato che, quando risulta elevata, ha una specificità del 65,7% nell’identificazione dei CMT e del 91,1% nell’identificare una patologia neoplastica (PTC) e/o preneoplastica (ICC) della tiroide. Analizzando le risposte dei test alla Pentagastrina emerge che il picco medio di CT stimolata è risultato statisticamente maggiore nei pazienti con patologia nodulare, minimo nei pazienti esenti da patologia tiroidea e intermedio nei pazienti con tiroidite cronica linfocitaria o portatori della mutazione del gene RET. L’analisi dei cut-off di CT stimolata per l’identificazione del CMT è risultato 100 pg/ml con una sensibilità del 96,34% e una specificità del 54,38%. L’analisi dell’incremento ha mostrato che un incremento >3 volte il valore basale della CT risulta altamente predittivo ma non esclusivo di CMT e ci permette comunque di distinguere le patologie neoplastiche e preneoplastiche tiroidee da quelle benigne.
Conclusioni: Il nostro studio ha rilevato che: nei soggetti con patologia nodulare e CT basale >10 e <140 pg/ml è necessario eseguire il test di stimolo con Pentagastrina e che valori di CT stimolata superiori a 100 pg/ml ci permettono di distinguere il più possibile il CMT dalle altre condizioni di ipercalcitoninemia (i.e. aumenta la specificità rispetto alla CT basale). Per valori di CT basale superiori a 140 pg/ml l’utilità del test di stimolo è finalizzata all’esclusione di patologie neuroendocrine che si caratterizzano per elevata calcitoninemia ma un’assenza di risposta alla stimolazione. Nei soggetti esenti da patologia nodulare la CT basale non deve essere dosata in quanto può presentarsi alterata e può mostrare una risposta alla stimolazione con Pentagastrina, divenendo fattore confondente.
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