Tesi etd-07012010-171023 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
CHIAPPI, LORENZO
URN
etd-07012010-171023
Titolo
La spiritualita della persona nella evoluzione della malattia: ruolo della comunicazione medico/paziente
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Basile Fasolo, Ciro
Parole chiave
- comunicazione
- etica
- relazione medico paziente
- spiritualità
Data inizio appello
20/07/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/07/2050
Riassunto
Il rapporto tra paziente e curante è cambiato radicalmente negli ultimi anni, passando dal vecchio modello paternalistico ippocratico a quello di tipo contrattuale dominante nelle società industrializzate. A partire dai pazienti terminali, il mondo medico ha iniziato a porre l’attenzione alla spiritualità e agli aspetti meno prettamente scientifici, attinenti al campo dell’intangibile, in grado di modificare l’evoluzione della malattia e di influenzare sia negativamente che positivamente il processo di guarigione nonché la percezione di benessere del paziente stesso. Negli ultimi anni l’interesse si è allargato a tutte le malattie che, cronicamente, sollecitano l’individuo che è il centro della cura e che porta la sua personalità e il suo bagaglio spirituale all’interno della relazione medica facendo della medicina una pratica spirituale.
Obiettivi:
L’obiettivo di questo studio è quello di puntualizzare tali aspetti attinenti al campo della spiritualità che, seppure non oggettivabili, sono meritevoli di attenzione da parte del medico per quattro fondamentali motivi:
• Incidono sull’evoluzione della malattia a vari livelli, sia in fase diagnostica che nel complesso processo di guarigione.
• Accrescono nel medico la sensibilità verso la globalità del paziente, influenzando positivamente la relazione terapeutica.
• Migliorano e affinano le qualità comunicative.
• Stimolano il paziente a diventare protagonista attivo del proprio processo di guarigione rendendolo più fiducioso e attento alle disposizioni mediche.
Materiali e metodi
Il presente studio prevede la somministrazione di un questionario ai membri dell’associazione VITE Onlus, in lista d’attesa per un trapianto o già trapiantati. Lo scopo di tale strumento è cercare di quantificare l’apporto di una sana ricerca spirituale alla qualità di vita del paziente, definire meglio la portata del bisogno, da parte dei pazienti, di sviluppare con il medico una relazione, o alleanza, terapeutica, che sappia stimolare ed accogliere anche questi aspetti della personalità, nonché evidenziare eventuali barriere comunicative che impediscano l’analisi di queste tematiche.
Le basi di questa tesi sono i numerosi studi in letteratura medica che da un lato definiscono i rapporti che intercorrono tra lo stress e la malattia: cardiovascolare, endocrina, immunologica, gastrointestinale; dall’altro mostrano gli aspetti positivi sulla performance, l’adattamento e, più in generale, il benessere, della spiritualità, e di azioni che sono ad essa strettamente connesse, come la meditazione, la preghiera, il contatto con la natura; nonché dimostrano statisticamente un crescente bisogno da parte dei pazienti di sentirsi centro del processo terapeutico non solo come portatori di una malattia ma nella complessità del loro essere.
A questo si contrappone il rischio che un medico imponga i tempi per la discussione di questi temi e giudichi, secondo la propria cultura e religione, le idee di un paziente, mostrando come un operatore sanitario che voglia far sentire accolto il paziente nella sua globalità dovrà prestare particolarmente attenzione al processo comunicativo che diventa così un mezzo terapeutico non farmacologico. Un medico dovrebbe quindi possedere adeguate abilità comunicative nonché una sana curiosità circa quei processi psicologici, culturali, religiosi, in grado di influenzare la narrativa e la ricerca spirituale individuale.
Conclusioni
Un paziente che sia parte integrante di una relazione terapeutica sana e stimolante è un paziente soddisfatto dell’operato del medico e della struttura sanitaria, informato e consapevole della malattia, del suo iter e delle sue conseguenze a medio e a lungo termine, attivamente responsabilizzato circa la sua terapia farmacologica, le modificazioni dello stile di vita e il follow-up. Questi aspetti portano benefici clinici notevoli, accelerando il processo di guarigione oltre che migliorando l’accettazione e il fronteggiamento nel caso di un peggioramento della malattia.
Nell’analisi dei questionari mi sono imbattuto in una mancanza fondamentale del mio operato: l’assenza di uno strumento di indagine della spiritualità di un paziente da utilizzare all’interno della sua storia clinica per correlare gli eventuali problemi spirituali insorti durante l’iter con una modifica nella sua storia clinica. Probabilmente l’utilizzo di tali strumenti da parte di figure mediche preferenziali, ad esempio il medico di famiglia, e la redazione di un’anamnesi spirituale potrebbe facilitare la correlazione tra gli aspetti spirituali ed il processo di evoluzione della malattia nonché definire con più precisione il ruolo della comunicazione medico-paziente.
Obiettivi:
L’obiettivo di questo studio è quello di puntualizzare tali aspetti attinenti al campo della spiritualità che, seppure non oggettivabili, sono meritevoli di attenzione da parte del medico per quattro fondamentali motivi:
• Incidono sull’evoluzione della malattia a vari livelli, sia in fase diagnostica che nel complesso processo di guarigione.
• Accrescono nel medico la sensibilità verso la globalità del paziente, influenzando positivamente la relazione terapeutica.
• Migliorano e affinano le qualità comunicative.
• Stimolano il paziente a diventare protagonista attivo del proprio processo di guarigione rendendolo più fiducioso e attento alle disposizioni mediche.
Materiali e metodi
Il presente studio prevede la somministrazione di un questionario ai membri dell’associazione VITE Onlus, in lista d’attesa per un trapianto o già trapiantati. Lo scopo di tale strumento è cercare di quantificare l’apporto di una sana ricerca spirituale alla qualità di vita del paziente, definire meglio la portata del bisogno, da parte dei pazienti, di sviluppare con il medico una relazione, o alleanza, terapeutica, che sappia stimolare ed accogliere anche questi aspetti della personalità, nonché evidenziare eventuali barriere comunicative che impediscano l’analisi di queste tematiche.
Le basi di questa tesi sono i numerosi studi in letteratura medica che da un lato definiscono i rapporti che intercorrono tra lo stress e la malattia: cardiovascolare, endocrina, immunologica, gastrointestinale; dall’altro mostrano gli aspetti positivi sulla performance, l’adattamento e, più in generale, il benessere, della spiritualità, e di azioni che sono ad essa strettamente connesse, come la meditazione, la preghiera, il contatto con la natura; nonché dimostrano statisticamente un crescente bisogno da parte dei pazienti di sentirsi centro del processo terapeutico non solo come portatori di una malattia ma nella complessità del loro essere.
A questo si contrappone il rischio che un medico imponga i tempi per la discussione di questi temi e giudichi, secondo la propria cultura e religione, le idee di un paziente, mostrando come un operatore sanitario che voglia far sentire accolto il paziente nella sua globalità dovrà prestare particolarmente attenzione al processo comunicativo che diventa così un mezzo terapeutico non farmacologico. Un medico dovrebbe quindi possedere adeguate abilità comunicative nonché una sana curiosità circa quei processi psicologici, culturali, religiosi, in grado di influenzare la narrativa e la ricerca spirituale individuale.
Conclusioni
Un paziente che sia parte integrante di una relazione terapeutica sana e stimolante è un paziente soddisfatto dell’operato del medico e della struttura sanitaria, informato e consapevole della malattia, del suo iter e delle sue conseguenze a medio e a lungo termine, attivamente responsabilizzato circa la sua terapia farmacologica, le modificazioni dello stile di vita e il follow-up. Questi aspetti portano benefici clinici notevoli, accelerando il processo di guarigione oltre che migliorando l’accettazione e il fronteggiamento nel caso di un peggioramento della malattia.
Nell’analisi dei questionari mi sono imbattuto in una mancanza fondamentale del mio operato: l’assenza di uno strumento di indagine della spiritualità di un paziente da utilizzare all’interno della sua storia clinica per correlare gli eventuali problemi spirituali insorti durante l’iter con una modifica nella sua storia clinica. Probabilmente l’utilizzo di tali strumenti da parte di figure mediche preferenziali, ad esempio il medico di famiglia, e la redazione di un’anamnesi spirituale potrebbe facilitare la correlazione tra gli aspetti spirituali ed il processo di evoluzione della malattia nonché definire con più precisione il ruolo della comunicazione medico-paziente.
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