Tesi etd-07012007-120114 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
Calvaruso, Silvia
URN
etd-07012007-120114
Titolo
Efficacia dell'Ezetimibe in Soggetti Trattati con LDL Aferesi Selettiva
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Bionda, Alberto
Parole chiave
- Ipercolesterolemia Familiare
- Iperlipidemie Refrattarie
- LDL Aferesi
- Ezetimibe
- statine
Data inizio appello
17/07/2007
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/07/2047
Riassunto
Le Dislipidemie ereditarie costituiscono un’emergenza socio sanitaria perché sono le malattie ereditarie più frequenti e generano il 76% dei pazienti con patologia vascolare aterosclerotica precoce (30-60 anni) e perché si stima che il 10-20% dei pazienti affetti da Dislipidemia ereditaria abbia un fenotipo “refrattario” alla terapia ovvero, nonostante uno stile di vita salutistico, la terapia dietetica controllata e plurifarmacologica massimale, non possa avere valori plasmatici dei lipidi entro i limiti che la medicina basata sull'evidenza indica necessari per la prevenzione della vasculopatia arteriosa.
L'attuale esistenza di limiti nella la terapia/prevenzione dell’aterosclerosi ha reso necessario sperimentare nuove terapie. La rimozione dei fattori aterogenetici per via extracorporea é oggi l'unica alternativa terapeutica stante la realtà che le tecniche chirurgiche di indiretta manipolazione del metabolismo lipidico a livello epatico quali il by pass ileale, lo shunt porta cava o la combinazione di entrambi e la diversione biliare, per quanto efficaci nella riduzione del pool del colesterolo tollerabili per i pazienti, generano complicanze cliniche. Del pari non conveniente risulta l’alternativa, raramente praticabile, del trapianto di fegato in relazione alla necessità di una terapia immunosoppressiva a vita ed al pericolo di rigetto; ancora incerte appaiono le prospettive della terapia genetica poiché le tecniche di trasferimento genico non hanno prodotto utili risultati clinici.
Per i soggetti affetti da Iperlipidemie primitive “refrattarie”, i protocolli di terapia con aferesi selettiva prevedono, comunque, l'uso di farmaci per prolungare l’intervallo interaferetico.
E' stato dimostrato che l’Ezetimibe, prototipo di una nuova classe di farmaci in grado di ridurre il colesterolo plasmatico interferendo con il suo assorbimento da parte degli enterociti, è efficace e può essere associato ad inibitori della 3-idrossi-3-metilglutaril coenzima A reduttasi senza effetti collaterali.
Questa tesi, dopo aver riassunto la rilevanza e le caratteristiche delle Dislipidemie familiari, esaminato le tecniche di trattamento aferetico delle iperlipidemie e richiamato i dati della letteratura sull’Ezetimibe, riporta i risultati di uno studio sull’efficacia, la tollerabilità di questo farmaco in pazienti affetti da Ipercolesterolemia Familiare “refrattaria” in trattamento cronico con LDL aferesi selettiva e statine. Ulteriore obiettivo è stato valutare se l’aggiunta dell’Ezetimibe alla terapia farmacologica massimale e aferetica in atto renda possibile un aumento degli intervalli interaferetici così da migliorare la qualità della vita dei pazienti e ridurre i costi pro assistito.
In ogni paziente sono stati studiati tre regimi colesterolemici: Fase A: solo trattamento di LDL aferesi; Fase B: LDL aferesi e terapia con statina (durata 6 mesi); Fase C: LDL aferesi, terapia con statina più Ezetimibe 10 mg/die (durata 6 mesi). L’effetto dei due regimi di terapia farmacologica (statina vs statina + Ezetimibe), associate alla LDL aferesi, è stato valutato confrontando le variazioni delle concentrazioni di CH-tot, LDL, HDL, TG, Apo A1, Apo B rispetto ai valori rilevati con sola LDL aferesi.
Nelle fasi B e C, ogni paziente ha modificato lo standard del proprio intervallo interaferetico sì da sperimentare intervalli di 2 settimane e di 3-4 settimane. Gli effetti e la potenzialità terapeutica dell’Ezetimibe sui lipidi aterogeni sono stati valutati anche determinando i parametri lipidici al termine del trattamento aferetico e a distanza di 2, 4, 6 e 11 giorni dalla seduta aferetica. Questi dati consentono di costruire per ogni paziente la “curva di rebound” e di paragonare la curva acquisita in monoterapia con quella rilevata durante associazione farmacologica. Il modello clinico costituito da pazienti affetti, come unica condizione patologica, da Ipercolesterolemia Refrattaria ha la peculiarità, infatti, che nel medesimo soggetto è possibile studiare gli effetti di una massiva riduzione del colesterolo, il ritorno alle condizioni sperimentali basali che avviene in un intervallo di tempo predeterminato dal difetto genetico e anche le influenze che un farmaco o un’associazione di farmaci possono avere sulla “curva di rebound”.
La ricerca, previa approvazione da parte del comitato etico dell’A.O.U.P. e grazie all’Industria Farmaceutica che ha concesso il farmaco non ancora in commercio in Italia è stata da me svolta dal Dicembre 2004 al Giugno 2006 presso l’U.O. di Medicina Interna II Universitaria.
Nei pazienti con Ipercolesterolemia Familiare “Refratatria” in LDL aferesi selettiva la somministrazione dell’Ezetimibe in associazione non ha avuto effetti collaterali, riduce significativamente le concentrazioni pre-aferesi del colesterolo LDL e modifica la “curva di rebound” consentendo al paziente un intervallo interaferetico più lungo. La somministrazione di Ezetimibe induce, inoltre, un aumento significativo dei livelli di Apo-A1 suggerendo un aumento della capacità di trasporto inverso del colesterolo.
L'attuale esistenza di limiti nella la terapia/prevenzione dell’aterosclerosi ha reso necessario sperimentare nuove terapie. La rimozione dei fattori aterogenetici per via extracorporea é oggi l'unica alternativa terapeutica stante la realtà che le tecniche chirurgiche di indiretta manipolazione del metabolismo lipidico a livello epatico quali il by pass ileale, lo shunt porta cava o la combinazione di entrambi e la diversione biliare, per quanto efficaci nella riduzione del pool del colesterolo tollerabili per i pazienti, generano complicanze cliniche. Del pari non conveniente risulta l’alternativa, raramente praticabile, del trapianto di fegato in relazione alla necessità di una terapia immunosoppressiva a vita ed al pericolo di rigetto; ancora incerte appaiono le prospettive della terapia genetica poiché le tecniche di trasferimento genico non hanno prodotto utili risultati clinici.
Per i soggetti affetti da Iperlipidemie primitive “refrattarie”, i protocolli di terapia con aferesi selettiva prevedono, comunque, l'uso di farmaci per prolungare l’intervallo interaferetico.
E' stato dimostrato che l’Ezetimibe, prototipo di una nuova classe di farmaci in grado di ridurre il colesterolo plasmatico interferendo con il suo assorbimento da parte degli enterociti, è efficace e può essere associato ad inibitori della 3-idrossi-3-metilglutaril coenzima A reduttasi senza effetti collaterali.
Questa tesi, dopo aver riassunto la rilevanza e le caratteristiche delle Dislipidemie familiari, esaminato le tecniche di trattamento aferetico delle iperlipidemie e richiamato i dati della letteratura sull’Ezetimibe, riporta i risultati di uno studio sull’efficacia, la tollerabilità di questo farmaco in pazienti affetti da Ipercolesterolemia Familiare “refrattaria” in trattamento cronico con LDL aferesi selettiva e statine. Ulteriore obiettivo è stato valutare se l’aggiunta dell’Ezetimibe alla terapia farmacologica massimale e aferetica in atto renda possibile un aumento degli intervalli interaferetici così da migliorare la qualità della vita dei pazienti e ridurre i costi pro assistito.
In ogni paziente sono stati studiati tre regimi colesterolemici: Fase A: solo trattamento di LDL aferesi; Fase B: LDL aferesi e terapia con statina (durata 6 mesi); Fase C: LDL aferesi, terapia con statina più Ezetimibe 10 mg/die (durata 6 mesi). L’effetto dei due regimi di terapia farmacologica (statina vs statina + Ezetimibe), associate alla LDL aferesi, è stato valutato confrontando le variazioni delle concentrazioni di CH-tot, LDL, HDL, TG, Apo A1, Apo B rispetto ai valori rilevati con sola LDL aferesi.
Nelle fasi B e C, ogni paziente ha modificato lo standard del proprio intervallo interaferetico sì da sperimentare intervalli di 2 settimane e di 3-4 settimane. Gli effetti e la potenzialità terapeutica dell’Ezetimibe sui lipidi aterogeni sono stati valutati anche determinando i parametri lipidici al termine del trattamento aferetico e a distanza di 2, 4, 6 e 11 giorni dalla seduta aferetica. Questi dati consentono di costruire per ogni paziente la “curva di rebound” e di paragonare la curva acquisita in monoterapia con quella rilevata durante associazione farmacologica. Il modello clinico costituito da pazienti affetti, come unica condizione patologica, da Ipercolesterolemia Refrattaria ha la peculiarità, infatti, che nel medesimo soggetto è possibile studiare gli effetti di una massiva riduzione del colesterolo, il ritorno alle condizioni sperimentali basali che avviene in un intervallo di tempo predeterminato dal difetto genetico e anche le influenze che un farmaco o un’associazione di farmaci possono avere sulla “curva di rebound”.
La ricerca, previa approvazione da parte del comitato etico dell’A.O.U.P. e grazie all’Industria Farmaceutica che ha concesso il farmaco non ancora in commercio in Italia è stata da me svolta dal Dicembre 2004 al Giugno 2006 presso l’U.O. di Medicina Interna II Universitaria.
Nei pazienti con Ipercolesterolemia Familiare “Refratatria” in LDL aferesi selettiva la somministrazione dell’Ezetimibe in associazione non ha avuto effetti collaterali, riduce significativamente le concentrazioni pre-aferesi del colesterolo LDL e modifica la “curva di rebound” consentendo al paziente un intervallo interaferetico più lungo. La somministrazione di Ezetimibe induce, inoltre, un aumento significativo dei livelli di Apo-A1 suggerendo un aumento della capacità di trasporto inverso del colesterolo.
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