Tesi etd-06302023-084602 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
STENTATI, VIOLA
URN
etd-06302023-084602
Titolo
Il diritto all'oblio come garanzia della persona (tra i guasti del "circo mediatico" e le prospettive aperte dalla riforma Cartabia)
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Bresciani, Luca
Parole chiave
- Cartabia
- Circo mediatico
- Diritto all'oblio
- Diritto di cronaca
- Freedom of speech
- Garanzia
- Media
- Media circus
- Presumption of innocence
- Presunzione di innocenza
- Riforma
- Right to be forgotten
Data inizio appello
17/07/2023
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il presente elaborato si pone l’obiettivo di indagare sulla portata applicativa del principio della presunzione di innocenza, e di come essa si rapporta con due realtà giuridiche confliggenti: da un lato, il processo mediatico e le sue distorsioni, dall’altro la tutela del diritto all’oblio, in particolare alla luce del nuovo art-64-ter disp. att. c.p.p., introdotto dalla riforma Cartabia.
In entrambi i casi, la garanzia deve necessariamente rapportarsi con il diritto di cronaca e di critica, sancito all’art. 21 Cost., al fine di salvaguardare la libertà di informazione e, al tempo stesso, porre un freno al suo cattivo esercizio, sia durante che dopo il processo.
Il primo capitolo si occupa del problema della possibile interpretazione estensiva della presunzione di innocenza, di come sia necessario abbandonare una concezione puramente “normativa” ed endoprocessuale per estendere la portata garantistica del principio alla tutela della dignità e della reputazione di tutti coloro che hanno subito un procedimento penale e vogliono reinserirsi a pieno titolo all’interno della società, circostanza spesso ostacolata dalla diffusione incontrollata delle notizie da parte degli organi di stampa.
Il secondo capitolo descrive il controverso rapporto tra il diritto di cronaca e il diritto all’oblio, che fin dal secolo scorso aperto un ampio dibattito in dottrina e in giurisprudenza, prendendo in esame anche esperienze extra-continentali, dalle quali emergono somiglianze e differenze con la nostra realtà giuridica.
Il terzo capitolo si occupa del rapporto tra la presunzione di innocenza e la fenomenologia del “processo mediatico”, che comporta una serie di conseguenze pregiudizievoli non soltanto a livello meramente endo-processuale, per esempio attentando alla “virgin mind” del giudice o intensificando la fuga di notizie, ma anche a livello extra-processuale, sulla dignità, sulla reputazione, sull’identità personale e digitale di colui che ha subito un processo penale e che continua ad essere oggetto di articoli che lo rappresentano come colpevole, anche se nel frattempo è intervenuta una sentenza di assoluzione: per arginare le distorsioni del “circo mediatico-giudiziario” sul diritto all’oblio, si pone la necessità di estendere la garanzia della presunzione di innocenza alla tutela di tutti quei valori extra-processuali che costituiscono un’“universalità di beni”, propria di chi vuole evitare di essere etichettato in perpetuo come “reo” da parte della civiltà mediatica.
Il quarto capitolo si occupa della nuova disciplina introdotta dall’art. 64-ter disp. att. c.p.p., delle sue caratteristiche e delle sue problematicità; inoltre, si pone la questione di capire se sia possibile o meno estendere la tutela dei propri dati personali anche al di là dei confini territoriali europei.
In entrambi i casi, la garanzia deve necessariamente rapportarsi con il diritto di cronaca e di critica, sancito all’art. 21 Cost., al fine di salvaguardare la libertà di informazione e, al tempo stesso, porre un freno al suo cattivo esercizio, sia durante che dopo il processo.
Il primo capitolo si occupa del problema della possibile interpretazione estensiva della presunzione di innocenza, di come sia necessario abbandonare una concezione puramente “normativa” ed endoprocessuale per estendere la portata garantistica del principio alla tutela della dignità e della reputazione di tutti coloro che hanno subito un procedimento penale e vogliono reinserirsi a pieno titolo all’interno della società, circostanza spesso ostacolata dalla diffusione incontrollata delle notizie da parte degli organi di stampa.
Il secondo capitolo descrive il controverso rapporto tra il diritto di cronaca e il diritto all’oblio, che fin dal secolo scorso aperto un ampio dibattito in dottrina e in giurisprudenza, prendendo in esame anche esperienze extra-continentali, dalle quali emergono somiglianze e differenze con la nostra realtà giuridica.
Il terzo capitolo si occupa del rapporto tra la presunzione di innocenza e la fenomenologia del “processo mediatico”, che comporta una serie di conseguenze pregiudizievoli non soltanto a livello meramente endo-processuale, per esempio attentando alla “virgin mind” del giudice o intensificando la fuga di notizie, ma anche a livello extra-processuale, sulla dignità, sulla reputazione, sull’identità personale e digitale di colui che ha subito un processo penale e che continua ad essere oggetto di articoli che lo rappresentano come colpevole, anche se nel frattempo è intervenuta una sentenza di assoluzione: per arginare le distorsioni del “circo mediatico-giudiziario” sul diritto all’oblio, si pone la necessità di estendere la garanzia della presunzione di innocenza alla tutela di tutti quei valori extra-processuali che costituiscono un’“universalità di beni”, propria di chi vuole evitare di essere etichettato in perpetuo come “reo” da parte della civiltà mediatica.
Il quarto capitolo si occupa della nuova disciplina introdotta dall’art. 64-ter disp. att. c.p.p., delle sue caratteristiche e delle sue problematicità; inoltre, si pone la questione di capire se sia possibile o meno estendere la tutela dei propri dati personali anche al di là dei confini territoriali europei.
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