Tesi etd-06302022-120851 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MURATORE, CLAUDIA
URN
etd-06302022-120851
Titolo
Covid-19 e gravidanza: studio dell’outcome materno, indagine istologica della placenta e valutazione del passaggio transplacentare delle Immunoglobuline anti-Spike e anti-Nucleo a seguito di infezione o vaccinazione
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Simoncini, Tommaso
correlatore Dott. Luchi, Carlo
correlatore Dott. Luchi, Carlo
Parole chiave
- covid-19
- gravidanza
- placenta
- sars-cov-2
- vaccini
Data inizio appello
12/07/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2092
Riassunto
La malattia da Coronavirus-2019 (Covid-19) è una delle emergenze sanitarie più eclatanti del mondo moderno. Si tratta di una zoonosi da SARS-CoV-2, virus a RNA appartenente alla famiglia dei Coronaviridae.
L’infezione si trasmette principalmente per via aerea, tramite droplet, secrezioni respiratorie o contatto diretto. La sintomatologia varia da quadri lievi, simil-influenzali con tosse, febbre, cefalea, astenia, anosmia, a quadri clinici gravi con polmonite interstiziale, ARDS, fino all’insufficienza multi-organo.
In questo studio retrospettivo monocentrico abbiamo osservato come l’infezione da SARS-CoV-2, contratta durante la gravidanza o in prossimità del parto, influisca sulla salute della madre e del feto, sull’insorgenza di complicanze e sullo sviluppo di alterazioni della placenta. Inoltre, a seguito dell’introduzione dei vaccini, abbiamo analizzato il passaggio transplacentare degli anticorpi, sia nelle donne con infezione che nelle donne vaccinate.
Da aprile 2020 fino a maggio 2022, sono state reclutate 252 donne, 94 con Covid pregresso, 43 con Covid al parto, 60 donne vaccinate durante la gravidanza e 55 gestanti come gruppo di controllo. Con esse, ai fini dell’indagine sierologica, sono stati reclutati i rispettivi neonati.
Dal punto di vista epidemiologico, l’incidenza delle donne positive al parto registrata presso l’AOUP è stata dell’1,2%. Invece l’incidenza di donne con Covid contratto durante la gravidanza è stata del 6%, quella di donne vaccinate del 26%.
Le variabili che abbiamo preso in analisi sono diverse: come varia il trend del tipo di parto, la presenza di alterazioni della crescita fetale confrontando l’incidenza di SGA nei vari gruppi, l’insorgenza di complicanze della gravidanza e come queste correlano con lo stato infettivo della donna, in particolare la presenza di emorragia post partum. Grazie all’analisi istologica delle placente, abbiamo inoltre osservato come varia il grado di ipossia placentare nei quattro gruppi per evidenziare eventuali differenze significative. Infine analizzando la presenza di IgG anti-Spike in donne vaccinate e di IgG anti-Spike e anti-Nucleo nelle donne con infezione e, confrontandole con il titolo anticorpale dei rispettivi neonati, abbiamo valutato il passaggio transplacentare degli anticorpi.
I risultati ottenuti dall’analisi statistica ci hanno permesso di osservare un aumento significativo dei parti con taglio cesareo nel gruppo delle donne positive al parto, con un’incidenza del 27,9% (escludendo i TC per feto podalico, placenta previa e precesarizzazione, in quanto non correlati con la presenza dell’infezione). Questa incidenza è stata poi confrontata con gli altri gruppi, riscontrando una differenza significativa nel confronto con il gruppo di controllo (p=0,02) e con il gruppo delle pregresse (p=0,045).
Lo studio dei nati SGA (Small for Gestazional Age) nei quattro gruppi ha evidenziato un’incidenza elevata nelle donne che hanno contratto l’infezione durante la gravidanza (13,9%) o in prossimità del parto (13,8%), con percentuali maggiori rispetto al gruppo di controllo (5,5%) e al gruppo delle vaccinate (3,3%). Questi risultati dimostrano come l’infezione virale, probabilmente a causa dello stato di ipossia materna durante la fase sintomatica, influisce sull’apporto di ossigeno al feto e quindi sul suo sviluppo. L’analisi statistica però non ha riscontrato nessuna differenza significativa se non nel confronto tra le donne con pregressa infezione e vaccinate.
Un risultato significativo riguarda invece l’insorgenza di complicanze nelle donne che hanno contratto l’infezione con sviluppo di sintomi gravi. Tra le pazienti con patologia della gravidanza insorta dopo il covid il 26,3% era stata ospedalizzata per sintomi gravi legati all’infezione, mentre il 73,7% non era ospedalizzata ma paucisintomatica. Il confronto di queste incidenze ci permette di ottenere un p-value di 0,026, quindi molto significativo. Inoltre l’ODDS Ratio calcolato è di 5,9, rendendo le donne ospedalizzate 6 volte più esposte a sviluppare una complicanza rispetto alla popolazione delle non ospedalizzate. Da questo si deduce in maniera evidente quanto la gravità dello stato infettivo della madre correli in maniera negativa con il decorso della gravidanza.
Si è osservato inoltre un aumento importante dell’emorragia post-partum nelle donne con infezione al momento del parto (21,6%), mentre la percentuale di emorragia nelle pazienti che aveva contratto l’infezione durante la gestazione è del 3,6%. Il confronto tra queste incidenze ha portato a un risultato significativo (p=0,0032). Questo dato importante ci permette di dedurre che la presenza del virus durante il parto alteri in maniera significativa lo stato di coagulazione materno, probabilmente a seguito di uno stato di CID causato dall’infezione.
L’analisi istologica delle placente invece non ha riportato alcuna alterazione significativa, nonostante percentuali di ipossia di grado II più alte della media.
Infine, l’indagine sierologica ci ha permesso di osservare come il passaggio attraverso la palcenta delle IgG anti-S sia avvenuto nel 100% dei casi sia nelle donne vaccinate che nelle donne con infezione. Il passaggio delle igG anti-N è avvenuto nell’83,3% dei casi analizzati. Questo dato è fondamentale per sottolineare l’importanza della vaccinazione durante la gravidanza, in quanto protettiva non solo per la madre ma anche per il feto.
In conclusione, questo studio ci ha permesso di capire quanto sia importante la prevenzione in questa categoria di pazienti. La presenza di infezione infatti, soprattutto nella sua forma più aggressiva, può compromettere in maniera significativa il fisiologico decorso della gravidanza.
L’infezione si trasmette principalmente per via aerea, tramite droplet, secrezioni respiratorie o contatto diretto. La sintomatologia varia da quadri lievi, simil-influenzali con tosse, febbre, cefalea, astenia, anosmia, a quadri clinici gravi con polmonite interstiziale, ARDS, fino all’insufficienza multi-organo.
In questo studio retrospettivo monocentrico abbiamo osservato come l’infezione da SARS-CoV-2, contratta durante la gravidanza o in prossimità del parto, influisca sulla salute della madre e del feto, sull’insorgenza di complicanze e sullo sviluppo di alterazioni della placenta. Inoltre, a seguito dell’introduzione dei vaccini, abbiamo analizzato il passaggio transplacentare degli anticorpi, sia nelle donne con infezione che nelle donne vaccinate.
Da aprile 2020 fino a maggio 2022, sono state reclutate 252 donne, 94 con Covid pregresso, 43 con Covid al parto, 60 donne vaccinate durante la gravidanza e 55 gestanti come gruppo di controllo. Con esse, ai fini dell’indagine sierologica, sono stati reclutati i rispettivi neonati.
Dal punto di vista epidemiologico, l’incidenza delle donne positive al parto registrata presso l’AOUP è stata dell’1,2%. Invece l’incidenza di donne con Covid contratto durante la gravidanza è stata del 6%, quella di donne vaccinate del 26%.
Le variabili che abbiamo preso in analisi sono diverse: come varia il trend del tipo di parto, la presenza di alterazioni della crescita fetale confrontando l’incidenza di SGA nei vari gruppi, l’insorgenza di complicanze della gravidanza e come queste correlano con lo stato infettivo della donna, in particolare la presenza di emorragia post partum. Grazie all’analisi istologica delle placente, abbiamo inoltre osservato come varia il grado di ipossia placentare nei quattro gruppi per evidenziare eventuali differenze significative. Infine analizzando la presenza di IgG anti-Spike in donne vaccinate e di IgG anti-Spike e anti-Nucleo nelle donne con infezione e, confrontandole con il titolo anticorpale dei rispettivi neonati, abbiamo valutato il passaggio transplacentare degli anticorpi.
I risultati ottenuti dall’analisi statistica ci hanno permesso di osservare un aumento significativo dei parti con taglio cesareo nel gruppo delle donne positive al parto, con un’incidenza del 27,9% (escludendo i TC per feto podalico, placenta previa e precesarizzazione, in quanto non correlati con la presenza dell’infezione). Questa incidenza è stata poi confrontata con gli altri gruppi, riscontrando una differenza significativa nel confronto con il gruppo di controllo (p=0,02) e con il gruppo delle pregresse (p=0,045).
Lo studio dei nati SGA (Small for Gestazional Age) nei quattro gruppi ha evidenziato un’incidenza elevata nelle donne che hanno contratto l’infezione durante la gravidanza (13,9%) o in prossimità del parto (13,8%), con percentuali maggiori rispetto al gruppo di controllo (5,5%) e al gruppo delle vaccinate (3,3%). Questi risultati dimostrano come l’infezione virale, probabilmente a causa dello stato di ipossia materna durante la fase sintomatica, influisce sull’apporto di ossigeno al feto e quindi sul suo sviluppo. L’analisi statistica però non ha riscontrato nessuna differenza significativa se non nel confronto tra le donne con pregressa infezione e vaccinate.
Un risultato significativo riguarda invece l’insorgenza di complicanze nelle donne che hanno contratto l’infezione con sviluppo di sintomi gravi. Tra le pazienti con patologia della gravidanza insorta dopo il covid il 26,3% era stata ospedalizzata per sintomi gravi legati all’infezione, mentre il 73,7% non era ospedalizzata ma paucisintomatica. Il confronto di queste incidenze ci permette di ottenere un p-value di 0,026, quindi molto significativo. Inoltre l’ODDS Ratio calcolato è di 5,9, rendendo le donne ospedalizzate 6 volte più esposte a sviluppare una complicanza rispetto alla popolazione delle non ospedalizzate. Da questo si deduce in maniera evidente quanto la gravità dello stato infettivo della madre correli in maniera negativa con il decorso della gravidanza.
Si è osservato inoltre un aumento importante dell’emorragia post-partum nelle donne con infezione al momento del parto (21,6%), mentre la percentuale di emorragia nelle pazienti che aveva contratto l’infezione durante la gestazione è del 3,6%. Il confronto tra queste incidenze ha portato a un risultato significativo (p=0,0032). Questo dato importante ci permette di dedurre che la presenza del virus durante il parto alteri in maniera significativa lo stato di coagulazione materno, probabilmente a seguito di uno stato di CID causato dall’infezione.
L’analisi istologica delle placente invece non ha riportato alcuna alterazione significativa, nonostante percentuali di ipossia di grado II più alte della media.
Infine, l’indagine sierologica ci ha permesso di osservare come il passaggio attraverso la palcenta delle IgG anti-S sia avvenuto nel 100% dei casi sia nelle donne vaccinate che nelle donne con infezione. Il passaggio delle igG anti-N è avvenuto nell’83,3% dei casi analizzati. Questo dato è fondamentale per sottolineare l’importanza della vaccinazione durante la gravidanza, in quanto protettiva non solo per la madre ma anche per il feto.
In conclusione, questo studio ci ha permesso di capire quanto sia importante la prevenzione in questa categoria di pazienti. La presenza di infezione infatti, soprattutto nella sua forma più aggressiva, può compromettere in maniera significativa il fisiologico decorso della gravidanza.
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