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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06302021-224408


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
TESTORI, NICOLETTA
URN
etd-06302021-224408
Titolo
Le alterazioni della voce e della deglutizione nel paziente COVId-19
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Fattori, Bruno
correlatore Dott. Nacci, Andrea
Parole chiave
  • disfagia
  • disfonia
  • covid-19
  • otorinolaringoiatria
  • otorhinolaryngology
  • dysphagia
  • dysphonia
  • ent
Data inizio appello
14/07/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/07/2091
Riassunto
L’11 marzo 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato lo stato di pandemia per diffusione mondiale di SARS-CoV-2, un nuovo coronavirus agente eziologico della malattia denominata COVID-19. Il virus è risultato ad altissima contagiosità. Nella maggior parte dei casi la malattia è del tutto asintomatica o lieve, con sintomi analoghi a quelli dell’influenza, tuttavia può manifestarsi anche con polmonite, da moderata a grave, Sindrome da Distress Respiratorio Acuto, insufficienza multiorgano e sepsi. Per quanto il tasso di mortalità associato a COVID-19 sia più basso di quello di SARS e MERS (dallo 0.03% al 7.8% a seconda dell’età), la diffusibilità così elevata ha reso necessario il ricorso a misure di contenimento drastiche. Nel vasto corteo delle manifestazioni con cui si può presentare la malattia, quelle di pertinenza otorinolaringoiatrica sono state oggetto di diversi studi; in particolare molta attenzione è stata posta su due interessanti sintomi che si sono rivelati essere sia avvisaglie precoci di malattia, sia sequele persistenti a lungo dopo la negativizzazione, ovvero anosmia e ageusia. Sono stati studiati i meccanismi fisiopatologici con i quali SARS-CoV-2 provoca questo tipo di alterazioni, rafforzando l’ipotesi che il virus abbia capacità neurotropiche. Questa ipotesi patogenetica accomuna anosmia e ageusia ad altre due manifestazioni otorinolaringoiatriche che si sono presentate in relazione a COVID-19, ovvero disfagia e disfonia. In altre patologie, la disfagia è nota per essere associata a un aumento del rischio di polmonite, disidratazione, malnutrizione, durata del ricovero, dipendenza e mortalità. Sia la disfagia che la disfonia hanno un effetto significativo sulla qualità della vita. È quindi essenziale che l'effetto del COVID-19 su queste funzioni sia compreso in modo che la gestione possa essere mirata in modo appropriato. Un’analisi della letteratura ha rivelato che la causa più frequentemente associata allo sviluppo di disfagia e disfonia nel paziente COVID-19 è il ricovero in Unità di Terapia Intensiva con necessità di ventilazione meccanica e intubazione endotracheale, che spesso in questi pazienti è di durata prolungata. Questo riscontro non sorprende, dato che è noto che l’utilizzo di device endotracheali possa causare danni di vario tipo all’apparato deglutitorio e fonatorio, risultando in un peggioramento delle rispettive funzionalità. Meno frequenti sono stati gli studi su disfagia e disfonia in pazienti ricoverati con malattia lieve-moderata, la coorte su cui è incentrato il nostro studio. In particolare, abbiamo potuto raccogliere dati clinici autoriferiti dai pazienti, valutati in modo oggettivo e secondo parametri percettivi con metodi validati dalle linee guida e dalla pratica clinica, in modo da poter avere un approccio integrato. Abbiamo valutato i pazienti durante il ricovero e dopo 90 giorni dalla dimissione, in modo da avere la possibilità di monitorare l’andamento nel tempo di eventuali alterazioni. Abbiamo inoltre raccolto i dati spirometrici di un gruppo di pazienti, rapportandoli alla sintomatologia eventualmente presente, formulando l’ipotesi che i parametri respiratori (spirometria e presenza o meno di polmonite) potessero correlare significativamente con i dati clinici, dal momento che respirazione, deglutizione e fonazione sono funzionalità strettamente interdipendenti. Abbiamo ricercato eventuali associazioni con dati anamnestici quali comorbidità, sesso, abitudine al fumo. La nostra analisi ha riscontrato che alterazioni della voce e della deglutizione possono persistere per lungo tempo dopo la guarigione; per questo motivo sarebbe utile e consigliabile impostare un percorso riabilitativo specifico. Sarebbe altresì interessante esaminare pazienti appartenenti a questa coorte mediante test strumentali.
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