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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06302020-182138


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
ZHONG, WENQIAN
Indirizzo email
w.zhong@studenti.unipi.it, wencyzhong@gmail.com
URN
etd-06302020-182138
Titolo
I pattern degli anticorpi anti-nucleo in immunofluorescenza e la specificità anticorpale
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Migliorini, Paola
Parole chiave
  • anticorpi anti-nucleo
  • anticorpi anti-DFS70
  • anticorpi anti-CENP
  • pattern ANA
  • immunofluorescenza
  • immunoblot
Data inizio appello
20/07/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Introduzione: Il sistema immunitario è un’arma a doppio taglio, da un lato ci difende dalle infezioni, ma quando diventa iperattivo o alterato può causare danni potenzialmente fatali al nostro organismo, per esempio le reazioni allergiche e le reazioni di autoimmunità. Una malattia autoimmune è caratterizzata da una disfunzione del sistema immunitario con produzione di anticorpi o cellule effettrici verso gli antigeni endogeni causando un danno ai tessuti del proprio organismo. È fra le prime cause di morte tra le donne di età inferiore a 65 anni negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ed è un gruppo che comprende moltissime malattie. L’incidenza e la prevalenza delle singole patologie sono molto variabili, e all’interno della stessa patologia possono avere prevalenze differenti a seconda dell’area geografica studiata. L’autoimmunità può essere interpretata come un’incapacità del sistema immunitario di controllare i normali processi fisiologici implicati nella risposta infiammatoria. Questi processi si protraggono oltre al termine fisiologico oppure si sviluppano in un contesto dove non viene richiesto e si assiste ad una perdita della tolleranza nei confronti degli antigeni self. In questi casi vi è la possibilità che vengano prodotti degli autoanticorpi, alcuni dei quali possono avere un ruolo patogenetico.
Il nostro studio analizza due tipi di autoanticorpi anti-nucleo: anti-DFS70 e anti-CENP.
Il primo è stato identificato come associato a uno specifico Pattern ANA IFI caratterizzato da fluorescenza granulare finemente distribuita dei nuclei cellulari nell'interfase e della cromatina metafasica; è un riscontro comune nei riferimenti clinici di laboratorio, ed era considerato un biomarker utile per distinguere fra i soggetti ANA positivi quelli che non sono affetti da AARD (malattie reumatiche autoimmuni associate). Alcuni studi dimostrano infatti che la sola positività dell’anticorpo anti DFS70 in assenza di altri anticorpi AARD correlati comporta un rischio molto basso di sviluppare AARD entro 4 anni. Recentemente però sono molti i casi report di pazienti affetti da connettiviti che presentano unicamente la positività verso gli antigeni DFS70, e ciò mette in dubbio il ruolo non patogenetico di anti-DFS70 e la sua funzione di biomarker per escludere i soggetti sani.
Il secondo autoanticorpo ha come target le proteine associate ai centromeri ed è spesso riscontrato nei pazienti affetti da sclerosi sistemica forma cutanea limitata ma anche, con minor frequenza, in altre malattie autoimmuni che interessano il tessuto connettivo. Come per il caso precedente, la presenza di ACA in assenza di altre patologie è rara.
Il nostro studio si pone come obiettivo di definire la frequenza di positività per anticorpi anti-DFS70 e anti-CENP nei sieri di pazienti inviati al laboratorio di Immunoallergologia per la ricerca di autoanticorpi; di stabilire una possibile correlazione tra le rispettive positività sierologiche e le manifestazioni cliniche; di valutare utilità e rilevanza di una valutazione quantitativa dei livelli di anticorpi anti-CENP ottenuti in immunoblot.

Materiali e metodi: Sono stati raccolti tutti i campioni di sieri in cui è stata effettuata la ricerca di ANA con IFI e vengono poi inclusi nello studio finale tutti i soggetti che mostrano una positività confermata IFI al DFS70 e/o CENP.
È stata calcolata la percentuale di pazienti con la sola positività DFS70 all’IFI e la percentuale dei pazienti che presentano positività anche per altri autoanticorpi, e sono state ricercate le diagnosi nei due gruppi di pazienti. Sono stati poi confrontati i risultati ottenuti con IFI e quelli ottenuti con immunoblot.
Per quanto riguarda gli anticorpi anti-centromero, sono stati selezionati i pazienti con positività per anti-CENP all’immunoblot e il risultato è stato confrontato con il pattern all’IFI; è stata ricercata la correlazione fra positività anticorpale e diagnosi clinica e valutata la rilevanza di una determinazione quantitativa.

Risultati: La positività per anticorpi anti-CENP all’immunoblot e il pattern ACA all’immunofluorescenza sono fortemente associati con la diagnosi di sclerosi sistemica variante limitata e tale diagnosi si accompagna ai livelli più alti di anticorpi. La sensibilità dell’immunoblot è maggiore rispetto all’immunofluorescenza e l'analisi quantitativa ha dimostrato che i sieri con bassi livelli di anticorpi anti-CENP non sono positivi in immunofluorescenza. Nella maggior parte dei casi i sieri reagiscono sia con CENP-A che con CENP-B. Inoltre, delle 2 proteine target di anticorpi anti-CENP, la B e la A, CENP-B è quella più strettamente associata al pattern ACA.
Per quanto riguarda gli anticorpi anti-DFS70, i dati indicano come la loro presenza sia frequente. Esiste una limitata sovrapposizione fra immunofluorescenza ed immunoblot nell’identificare questa specificità.

Conclusione: Il nostro studio indica che un pattern centromerico all’IFI non necessita di conferma all’immunoblot perché è strettamente associato con la presenza di anticorpi anti-CENP ad alto titolo; una lettura quantitativa dell’immunoblot può aiutare il clinico ad interpretare il significato della presenza di una determinata specificità anticorpale (bassa reattività di scarso significato? Indice di malattia autoimmune magari in fase pre-clinica?); il ritrovamento di anticorpi anti DFS70 non esclude la presenza di malattia autoimmune se la clinica e la presenza di altri autoanticorpi suggerisce questa diagnosi.
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