logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06302020-132128


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PERICCIOLI, DALILA
URN
etd-06302020-132128
Titolo
Studio epidemiologico, di management e di trattamento di bambini in età prescolare con cefalea acuta afferiti al Dipartimento di Emergenza e Accettazione Pisano
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Peroni, Diego
correlatore Dott. Orsini, Alessandro
Parole chiave
  • tension-type headache
  • migraine
  • pediatrics
  • headache
  • cefalea di tipo tensivo
  • emicrania
  • età prescolare
  • cefalea
  • pediatria
Data inizio appello
20/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/07/2090
Riassunto
Introduzione: la cefalea è un argomento di grande interesse per il pediatra, trattandosi in effetti del disturbo neurologico più comune nella popolazione pediatrica, con una prevalenza che cresce gradualmente con l’età. La classificazione internazionale distingue cefalee primarie, tra cui spiccano in età pediatrica l’emicrania senza aura e la cefalea di tipo tensivo (TTH), e cefalee secondarie, direttamente attribuibili ad un disturbo sottostante, sistemico o intracranico. Tra queste prevalgono le cefalee dovute ad infezioni virali del tratto respiratorio superiore, mentre le cause intracraniche, sia benigne che life-threatening, sono più rare. La presentazione clinica delle cefalee nei bambini varia, sia in funzione del pattern temporale di insorgenza, sia in funzione dell’età, specialmente per l’emicrania. Una volta formulata la diagnosi, il trattamento dipende dalla specifica condizione di volta in volta sottostante; nel caso delle cefalee primarie, il trattamento può essere acuto, con preferenza di paracetamolo ed ibuprofene rispetto ad altre classi farmacologiche, profilattico o comportamentale.
Scopo della tesi: lo scopo di questa tesi è, in ultima analisi, quello di apportare dati utili ad implementare la conoscenza sul comportamento delle cefalee in età prescolare, in modo da migliorarne l’iter gestionale diagnostico-terapeutico, con particolare riferimento al setting dell’emergenza, dove l’ottimizzazione dei tempi e delle risorse diagnostiche è un aspetto cruciale. Su questo specifico argomento, e sulle cefalee in età prescolare in generale, scarseggiano infatti studi, probabilmente anche a causa delle difficoltà riscontrabili nel processo di valutazione e diagnosi dei bambini più piccoli, con limitate capacità verbali.
Materiali e Metodi: il presente lavoro è uno studio di tipo osservazionale descrittivo retrospettivo, inserito nel contesto di uno studio multicentrico. Le cartelle cliniche conservate nel Database del Pronto Soccorso dell’AOUP relative a bambini con età ≤ 6 anni e con cefalea acuta afferiti al DEA tra Gennaio 2016 e Dicembre 2018 sono state revisionate. Le informazioni raccolte, riguardanti le caratteristiche demografiche e cliniche dei soggetti del campione, nonché il management intrapreso al DEA, sono state poi implementate con dati relativi all’eventuale follow-up, ottenuti ricercando i vari nominativi nel Database dell’Ambulatorio della Neurologia Pediatrica di Pisa. I limiti intrinseci a questo lavoro, che verranno in parte superati grazie allo studio multicentrico, sono rappresentati dalla limitata estensione del campione, dall’impostazione retrospettiva stessa e dalla scarsità della letteratura sullo specifico argomento.
Risultati: il campione studiato è costituito da 55 soggetti, di cui il 61,8% di sesso maschile, con range di età da 33 a 78 mesi ed un’età media di 59,5 mesi. Le diagnosi formulate sono state: cefalee secondarie nel 52,5%, cefalee primarie nel 43,6%. Tra le cefalee primarie, i due principali tipi sono risultati essere la TTH episodica sporadica e l’emicrania senza aura (rispettivamente il 23,6% ed il 18,2% del totale). Per le cefalee secondarie, invece, sono stati segnalati soprattutto casi di cefalee acute attribuite ad infezioni virali (30,9% del totale). Cefalee dovute a patologie life-threatening ammontano all’1,8% del totale: si tratta di 1 solo caso di neoplasia intracranica. A proposito delle caratteristiche della cefalea, i risultati ottenuti riguardano la sede del dolore (diffuso/scarsamente localizzabile e bilaterale o frontale nell’81,8% dei casi), l’intensità (punteggio medio sulla scala del dolore di 4,5) ed i segni e sintomi associati (vomito nel 25,4%, nausea nel 12,7%, fotofobia nel 12,7%, fonofobia nel 5,6%). Nell’ambito dell’iter gestionale, oltre alla consueta valutazione anamnestica ed obiettiva, sono stati richiesti consulenze specialistiche, esami ematochimici e fundoscopie nel 20-30% dei casi ed esami di imaging nel 7,3% dei casi, in DEA o al ricovero. Una terapia farmacologica è stata somministrata nel 78,2% dei casi, con netta preferenza per paracetamolo ed ibuprofene e discrete percentuali di successo, superiori al 70%. Alla fine dell’iter diagnostico-terapeutico, la percentuale di ricovero è stata del 14,5%. 18 dei 55 bambini sono stati rivalutati in ambulatorio, con 1 solo caso di peggioramento.
Conclusioni: le analisi scaturite dai risultati a disposizione e dal confronto di questi con la letteratura confermano la rarità delle cefalee nelle fasce d’età inferiori e l’incremento del fenomeno con l’aumentare dell’età, così come il maggior coinvolgimento del sesso maschile in età prescolare. Sono state confermate le eziologie riscontrabili nei DEA, ottenendo percentuali di patologie life-threatening basse, simili a quelle della popolazione pediatrica generale. Per le cefalee primarie, sono emerse con forza possibili difficoltà nel differenziare questi tipi di cefalea nei bambini più piccoli. Sono poi state confermate le localizzazioni più frequenti del dolore, mentre è emersa rispetto alla letteratura una minor frequenza di segni e sintomi associati. Infine, dal punto di vista del management diagnostico-terapeutico, è stato osservato un utilizzo razionale delle risorse diagnostiche disponibili al DEA, con particolare riferimento all’imaging. Il ricorso all’analgesia è stato superiore rispetto a molti altri studi, confermando però i farmaci più utilizzati e la loro efficacia. In relazione all’aderenza al follow-up consigliato, soprattutto per i casi diagnosticati come cefalee primarie, sono state segnalate percentuali basse, inferiori al 50%.
File