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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06302016-185746


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BENETTINI, GIACOMO
URN
etd-06302016-185746
Titolo
La correlazione tra i livelli preoperatori di Albumina e TLC e la mortalità nei pazienti affetti da frattura del collo del femore
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Lisanti, Michele
Parole chiave
  • Albumina
  • Fratture del collo del femore
  • Mortalità
  • Scoring Systems
  • TLC
Data inizio appello
19/07/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le fratture del collo del femore rappresentano una delle cause più comuni di ricovero per i pazienti anziani con età maggiore di 65 anni, con un lifetime risk pari al 18% nelle donne e al 6% negli uomini. La prevalenza mondiale annua si stima essere pari a 4,5 milioni con un trend negativo in crescita che vuole un suo aumento per il 2050 intorno a 6,5 milioni. In Italia nel 2008 abbiamo superato i 100.000 ricoveri annui con una spesa di circa 1.000.000.000 di euro per il nostro SSN. Gli esiti di frattura femorale comportano un rischio di “exitus” vicino a quello del tumore della mammella, con un range di mortalità stimabile in circa il 5% in fase acuta e 14-47% entro un anno. Alcuni tra i principali fattori di rischio associati con l’aumento della mortalità in seguito alla frattura del collo del femore sono: l’età, il sesso, il punteggio ASA score, lo stato nutrizionale, il tipo di frattura e il ritardo all’intervento chirurgico.La malnutrizione è comune negli anziani, in particolare nei soggetti ospedalizzati o ricoverati in case di riposo. Patterson, in uno studio da lui condotto, riferisce che il 60% dei pazienti da lui studiati con frattura femorale si trovava in una condizione di malnutrizione protido-energetica durante la prima settimana di ospedalizzazione. La malnutrizione protido-energetica (PEM) è una condizione quindi molto importante e da non sottovalutare in quanto si correla direttamente con un peggioramento dell’outcome poiché determina un aumento dell’insorgenza di complicazioni e del rischio di morte. In questo scenario è importante riconoscere i fattori di rischio correlati ad un aumento della mortalità in seguito a frattura prossimale del femore in modo tale da permettere al chirurgo ortopedico un ottimizzazione del management di questi pazienti con lo scopo di migliorarne l’outcome. Con questo obiettivo, diversi sistemi score come l’E-PASS, il NHFS e il POSSUM vengono frequentemente utilizzati nella pratica clinica ma non sono però privi di alcune limitazioni, soprattutto in termini di validità, specificità e semplicità. Ecco così che oltre a questi sistemi di score clinici abbiamo a disposizione anche semplici marker biologici facilmente reperibili al momento del ricovero come: l’emoglobina (Hb), l’albumina, la conta linfocitaria totale (TLC), la creatinina, il BUN (Blood Urea Nitrogen) e l’ormone paratiroideo (PTH). In particolare l’albumina e la TLC rappresentano due indicatori dello stato nutrizionale del paziente che come abbiamo già sottolineato rappresenta una condizione spesso presente in questa categoria di pazienti e direttamente correlata con un outcome negativo.
Lo scopo di questo studio è stato quello di indagare proprio sul ruolo dell’albumina sierica e della conta linfocitaria totale (TLC) rilevate al momento del ricovero come fattori predittivi di mortalità in seguito a frattura prossimale del femore con l’obbiettivo di validarne l’utilizzo nella pratica clinica in quanto due parametri facilmente ed economicamente reperibili e routinariamente rilevati al momento dell’ingresso in pronto soccorso.
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