Tesi etd-06302016-185228 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
LILOIA, CONCETTA
URN
etd-06302016-185228
Titolo
Correlazione volume/istologia in testicoli criptorchidi. Studio in una coorte di 25 bambini sottoposti ad orchidopessi monolaterale
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Spinelli, Claudio
Parole chiave
- criptorchidismo
- fertilità
- orchidopessi
- volume testicolare
Data inizio appello
19/07/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Background e scopo dello studio
Il criptorchidismo (dal greco kryptos, <<nascosto>> e orchis <<testicolo>>) è la più frequente patologia nell’ambito dell’urologia pediatrica. Si definisce criptorchide il bambino che, a 6-12 mesi di vita, presenta ancora uno o entrambi i testicoli non discesi nella borsa scrotale. Tale affezione ha importanti implicazioni cliniche: può aumentare il rischio di torsione testicolare, influenzare la fertilità futura del paziente e dare un quadro di degenerazione maligna a lungo termine.
Lo scopo del nostro studio è stato quello di voler verificare se ad una maggiore riduzione del volume testicolare corrisponda effettivamente un danno istopatologico più severo. Al fine di valutare la futura fertilità nei pazienti pediatrici affetti da criptorchidismo unilaterale, abbiamo messo in correlazione il volume testicolare, misurato prima dell’orchidopessi, con i reperti istopatologici ottenuti durante l’intervento chirurgico.
Materiali e metodi
Lo studio ha preso in considerazione 25 pazienti pediatrici affetti da criptorchidismo unilaterale e sottoposti a intervento di orchidopessi.
I pazienti, tutti appartenenti agli stadi 1 e 2 di Tanner, sono stati suddivisi in due gruppi sulla base dell’entità della riduzione dei volumi testicolari rispetto ai valori normali: nel gruppo A sono stati inclusi i pazienti aventi una riduzione del 10-20%; nel gruppo B quelli con una riduzione del volume testicolare compresa tra il 21-80%. Per ogni paziente sono stati presi in considerazione l’anamnesi ed il quadro obiettivo e sono stati esaminati i dati ottenuti dagli esami strumentali. Per ognuno dei 25 pazienti, in particolare, è stata eseguita un’ecografia pre-operatoria con lo scopo di misurare il volume testicolare e, in seguito, è stata effettuata una biopsia durante l’orchidopessi per poter quantificare i risultati ottenuti dall’analisi istopatologica. I danni istopatologici sono stati valutati in conformità a criteri specifici, quali: la presenza e il grado di fibrosi, l’ispessimento della membrana basale, l’anisometria, il numero di tubuli con spermatogoni, la quantità di cellule del Sertoli per tubulo e il Fertility Index “FI”. Per la valutazione delle condizioni testicolari riguardanti la potenziale fertilità futura, è stato preso in considerazione l’indice di fertilità superiore o inferiore al 50% del valore normale ed è stato eseguito il confronto statistico tra i due gruppi.
Risultati
Il volume testicolare stimato prima dell'intervento e i dati istopatologici ottenuti con la biopsia non sembrano essere strettamente correlati tra loro, poiché abbiamo notato che non sempre un volume testicolare maggiormente ridotto è associato con un danno istopatologico più severo e, quindi, con un indice di fertilità inferiore. Abbiamo osservato che nel gruppo A l’80% dei pazienti ha un indice di fertilità superiore al 50% e il 20% un indice di fertilità inferiore al 50% del valore normale. Nel gruppo B il 73.3% dei bambini ha un indice di fertilità maggiore del 50% invece, il 26.7% un indice di fertilità inferiore al 50%.
Non sembra esserci, pertanto, una differenza statisticamente significativa tra queste due condizioni (p> 0,05).
Discussione
Il criptorchidismo è una malformazione urogenitale, riscontrata frequentemente in età pediatrica, correlata con la potenziale infertilità adulta. Il rischio di non essere fertili in futuro aumenta sensibilmente in caso di criptorchidismo bilaterale.
L’orchidopessi è una delle più frequenti procedure chirurgiche impiegate per il criptorchidismo dal momento che si è dimostrata avere un effetto benefico sulla fertilità, pertanto deve essere eseguita il prima possibile: tra i sei e i dodici mesi.
Dal momento che non è possibile effettuare lo spermiogramma in età pediatrica, l’analisi dell'istologia testicolare, la misurazione del volume testicolare e i dosaggi ormonali sono le uniche metodiche che possono essere impiegate per valutare la futura fertilità nei bambini e negli adolescenti.
La biopsia testicolare fornisce un valido aiuto nel predire la fertilità futura: è stato dimostrato che lo studio istologico, in particolare il Fertility Index, ossia il numero di spermatogoni per sezione tubulare trasversale, è tipicamente ridotto nei bambini criptorchidi ed è significativo per quanto riguarda la potenziale fertilità. Effettuata la biopsia, il ritrovamento di un numero inferiore a 0,2 spermatogoni per tubulo alla successiva conta germinale è un fattore predittivo di riduzione della fertilità futura.
I testicoli criptorchidi hanno dimensioni minori del normale. Nei casi unilaterali, per compensare la diminuzione del volume del testicolo criptorchide, quello controlaterale può andare incontro ad ipertrofia, che dovrebbe essere in grado di compensare la funzione del testicolo non disceso, cosa che può avere un importante impatto sulla fertilità.
Nell’ambito della chirurgia pediatrica è controversa l’esistenza di una stretta correlazione tra il volume testicolare e le caratteristiche anatomopatologiche: per alcuni autori, il volume testicolare è strettamente correlato con la fertilità dal momento che circa il 70-80% della massa testicolare è costituito da tubuli seminiferi, e quindi la riduzione patologica del volume testicolare è associata ad una ridotta funzione tubulare. In considerazione di ciò, sarebbe prevedibile che una maggiore riduzione del volume testicolare si associ ad un danno istopatologico più severo e quindi ad un maggior rischio di infertilità rispetto a un testicolo avente una riduzione di volume di minore entità.
Tuttavia molti studi non sono concordi sull’esistenza di una così stretta correlazione tra il volume testicolare ed il conteggio delle cellule germinali, poichè la stessa risulta troppo debole e imprecisa: la misurazione del volume testicolare non riesce a prevedere con precisione il numero delle cellule germinali nei testicoli criptorchidi, pertanto non può sostituire il ruolo della biopsia testicolare nella valutazione della futura fertilità del paziente criptorchide.
Conclusioni
Il nostro studio mostra che il volume testicolare e l’istopatologia associata sono due fattori solo debolmente correlati tra loro. Le dimensioni del testicolo criptorchide, pertanto, non possono essere considerate l’unico fattore decisivo per la potenziale fertilità dei pazienti criptorchidi. L’affermazione che un volume del testicolo più ridotto corrisponde ad un importante danno istopatologico è stata soltanto parzialmente dimostrata dall’analisi condotta sul nostro campione. Premesso che la misurazione del volume del testicolo criptorchide è un dato importante per valutare l'esito del trattamento chirurgico, non ha, tuttavia, un ruolo predittivo per quanto riguarda la valutazione del potenziale riproduttivo. Alla luce di tale affermazione la biopsia testicolare, effettuata durante l’intervento, è la metodica più affidabile per stabilire la possibile condizione di fertilità dei bambini criptorchidi.
Il criptorchidismo (dal greco kryptos, <<nascosto>> e orchis <<testicolo>>) è la più frequente patologia nell’ambito dell’urologia pediatrica. Si definisce criptorchide il bambino che, a 6-12 mesi di vita, presenta ancora uno o entrambi i testicoli non discesi nella borsa scrotale. Tale affezione ha importanti implicazioni cliniche: può aumentare il rischio di torsione testicolare, influenzare la fertilità futura del paziente e dare un quadro di degenerazione maligna a lungo termine.
Lo scopo del nostro studio è stato quello di voler verificare se ad una maggiore riduzione del volume testicolare corrisponda effettivamente un danno istopatologico più severo. Al fine di valutare la futura fertilità nei pazienti pediatrici affetti da criptorchidismo unilaterale, abbiamo messo in correlazione il volume testicolare, misurato prima dell’orchidopessi, con i reperti istopatologici ottenuti durante l’intervento chirurgico.
Materiali e metodi
Lo studio ha preso in considerazione 25 pazienti pediatrici affetti da criptorchidismo unilaterale e sottoposti a intervento di orchidopessi.
I pazienti, tutti appartenenti agli stadi 1 e 2 di Tanner, sono stati suddivisi in due gruppi sulla base dell’entità della riduzione dei volumi testicolari rispetto ai valori normali: nel gruppo A sono stati inclusi i pazienti aventi una riduzione del 10-20%; nel gruppo B quelli con una riduzione del volume testicolare compresa tra il 21-80%. Per ogni paziente sono stati presi in considerazione l’anamnesi ed il quadro obiettivo e sono stati esaminati i dati ottenuti dagli esami strumentali. Per ognuno dei 25 pazienti, in particolare, è stata eseguita un’ecografia pre-operatoria con lo scopo di misurare il volume testicolare e, in seguito, è stata effettuata una biopsia durante l’orchidopessi per poter quantificare i risultati ottenuti dall’analisi istopatologica. I danni istopatologici sono stati valutati in conformità a criteri specifici, quali: la presenza e il grado di fibrosi, l’ispessimento della membrana basale, l’anisometria, il numero di tubuli con spermatogoni, la quantità di cellule del Sertoli per tubulo e il Fertility Index “FI”. Per la valutazione delle condizioni testicolari riguardanti la potenziale fertilità futura, è stato preso in considerazione l’indice di fertilità superiore o inferiore al 50% del valore normale ed è stato eseguito il confronto statistico tra i due gruppi.
Risultati
Il volume testicolare stimato prima dell'intervento e i dati istopatologici ottenuti con la biopsia non sembrano essere strettamente correlati tra loro, poiché abbiamo notato che non sempre un volume testicolare maggiormente ridotto è associato con un danno istopatologico più severo e, quindi, con un indice di fertilità inferiore. Abbiamo osservato che nel gruppo A l’80% dei pazienti ha un indice di fertilità superiore al 50% e il 20% un indice di fertilità inferiore al 50% del valore normale. Nel gruppo B il 73.3% dei bambini ha un indice di fertilità maggiore del 50% invece, il 26.7% un indice di fertilità inferiore al 50%.
Non sembra esserci, pertanto, una differenza statisticamente significativa tra queste due condizioni (p> 0,05).
Discussione
Il criptorchidismo è una malformazione urogenitale, riscontrata frequentemente in età pediatrica, correlata con la potenziale infertilità adulta. Il rischio di non essere fertili in futuro aumenta sensibilmente in caso di criptorchidismo bilaterale.
L’orchidopessi è una delle più frequenti procedure chirurgiche impiegate per il criptorchidismo dal momento che si è dimostrata avere un effetto benefico sulla fertilità, pertanto deve essere eseguita il prima possibile: tra i sei e i dodici mesi.
Dal momento che non è possibile effettuare lo spermiogramma in età pediatrica, l’analisi dell'istologia testicolare, la misurazione del volume testicolare e i dosaggi ormonali sono le uniche metodiche che possono essere impiegate per valutare la futura fertilità nei bambini e negli adolescenti.
La biopsia testicolare fornisce un valido aiuto nel predire la fertilità futura: è stato dimostrato che lo studio istologico, in particolare il Fertility Index, ossia il numero di spermatogoni per sezione tubulare trasversale, è tipicamente ridotto nei bambini criptorchidi ed è significativo per quanto riguarda la potenziale fertilità. Effettuata la biopsia, il ritrovamento di un numero inferiore a 0,2 spermatogoni per tubulo alla successiva conta germinale è un fattore predittivo di riduzione della fertilità futura.
I testicoli criptorchidi hanno dimensioni minori del normale. Nei casi unilaterali, per compensare la diminuzione del volume del testicolo criptorchide, quello controlaterale può andare incontro ad ipertrofia, che dovrebbe essere in grado di compensare la funzione del testicolo non disceso, cosa che può avere un importante impatto sulla fertilità.
Nell’ambito della chirurgia pediatrica è controversa l’esistenza di una stretta correlazione tra il volume testicolare e le caratteristiche anatomopatologiche: per alcuni autori, il volume testicolare è strettamente correlato con la fertilità dal momento che circa il 70-80% della massa testicolare è costituito da tubuli seminiferi, e quindi la riduzione patologica del volume testicolare è associata ad una ridotta funzione tubulare. In considerazione di ciò, sarebbe prevedibile che una maggiore riduzione del volume testicolare si associ ad un danno istopatologico più severo e quindi ad un maggior rischio di infertilità rispetto a un testicolo avente una riduzione di volume di minore entità.
Tuttavia molti studi non sono concordi sull’esistenza di una così stretta correlazione tra il volume testicolare ed il conteggio delle cellule germinali, poichè la stessa risulta troppo debole e imprecisa: la misurazione del volume testicolare non riesce a prevedere con precisione il numero delle cellule germinali nei testicoli criptorchidi, pertanto non può sostituire il ruolo della biopsia testicolare nella valutazione della futura fertilità del paziente criptorchide.
Conclusioni
Il nostro studio mostra che il volume testicolare e l’istopatologia associata sono due fattori solo debolmente correlati tra loro. Le dimensioni del testicolo criptorchide, pertanto, non possono essere considerate l’unico fattore decisivo per la potenziale fertilità dei pazienti criptorchidi. L’affermazione che un volume del testicolo più ridotto corrisponde ad un importante danno istopatologico è stata soltanto parzialmente dimostrata dall’analisi condotta sul nostro campione. Premesso che la misurazione del volume del testicolo criptorchide è un dato importante per valutare l'esito del trattamento chirurgico, non ha, tuttavia, un ruolo predittivo per quanto riguarda la valutazione del potenziale riproduttivo. Alla luce di tale affermazione la biopsia testicolare, effettuata durante l’intervento, è la metodica più affidabile per stabilire la possibile condizione di fertilità dei bambini criptorchidi.
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