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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06302016-130727


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
BIANCHI, MARTINA
URN
etd-06302016-130727
Titolo
Sulla soggettività internazionale: il caso Rojava Spazi grigi per la regione a maggioranza curda nel nord della Siria.
Settore scientifico disciplinare
IUS/13
Corso di studi
SCIENZE GIURIDICHE
Relatori
tutor Prof. Calamia, Antonio Marcello
Parole chiave
  • soggettività internazionale
  • responsabilità degli Stati
  • movimenti di liberazione nazionale
  • autodeterminazione dei popoli
  • terrorismo internazionale
Data inizio appello
01/08/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/08/2086
Riassunto
Il presente elaborato è il frutto di circa due anni di ricerche incentrate sugli aspetti più attuali e critici della soggettività internazionale riferibile agli Enti diversi dallo Stato. Da un punto di vista metodologico, si è dapprima proceduto alla ricostruzione dell’acquis attraverso lo studio della principale produzione dottrinale e giurisprudenziale rilevante in materia nonché delle fonti di diritto internazionale eventualmente applicabili.
Successivamente, l’indagine è stata condotta mediante la rilevazione sul campo degli elementi attestanti la prassi nelle regioni a maggioranza curda tra Turchia, Siria ed Iraq. Invero, il conflitto in corso in Medio Oriente è apparso quale il principale scenario ove “testare” l’efficacia degli istituti disciplinanti la capacità giuridica internazionale esercitata da parte di Enti non riconosciuti e i rapporti da questi intrattenuti con il Governo centrale costituito e gli Stati terzi.
Le tre missioni di ricerca condotte nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Scienze Giuridiche dell’Università di Pisa tra il 2015 e il 2016 nel sud est della Turchia, il nord dell’Iraq ed il nord della Siria hanno rappresentato il momento fondamentale non solo per la ricognizione di elementi fattuali, ma anche per la riflessione sulla necessità di un ripensamento di alcune categorie giuridiche e dell’odierna valenza del principio di autodeterminazione dei popoli.
In particolare, la presa di conoscenza dell’autonomia esercitata in Rojava si è prontamente tradotta nell’interesse a trasformare questo fenomeno sociale e politico in un caso di studio da un punto di vista internazionalistico.
La zona a maggioranza curda nel nord nella Siria non solo ha messo a dura prova le maglie entro cui sono stati circoscritti i Movimenti di Liberazione nazionale dalla dottrina e dalla prassi maggioritaria degli Stati, ma continua a gettare ampi sprazzi di luce su alcune delle principali contraddizioni insite nella comune accezione del principio di autodeterminazione dei popoli così come affermatosi in seno alla Comunità internazionale.
L’Autonomia Democratica del Rojava corrisponde ad un fatto storico corrente, sotto la cui amministrazione sbiadisce inesorabilmente la differenza tra principio di autodeterminazione interna ed esterna, ove è negata in radice l’aspirazione alla creazione di uno Stato nazione e gli stessi confini nazionali vengono intesi quali barriere tra i popoli e non più legittime separazioni del territorio tra Stati sovrani. E’ inoltre un fenomeno in espansione che sta contaminando le regioni a maggioranza curda in Turchia e in Iraq e si sta imponendo come soggetto determinante sul campo le sorti del conflitto mediorientale.
Il metodo d’indagine si è così fatto anche parte del contenuto della ricerca, perché la rilevazione del caso del Rojava non può non passare anche da un cambiamento del linguaggio e del pensiero giuridico, dunque del metodo dell’interpretazione giuridica internazionalistica.
Il tentativo di superare un certo approccio al diritto internazionale, spesso viziato dall’osservazione della prassi esclusivamente con le lenti occidentali del diritto, ad un certo punto è divenuto un passaggio prodromico per cercare di comprendere più a fondo la declinazione data dal popolo curdo al principio di autodeterminazione.
Già siffatto stimolo per un cambio della prospettiva e della mentalità, quasi forzato dal rischio di cadere altrimenti nella più evidente contraddizione tra la realtà dei fatti ed il piano teorico del diritto, si ritiene che sia un primo risultato utile della presente ricerca.
La riflessione sulle categorie giuridiche proprie della soggettività internazionale e della responsabilità degli Stati ed il cambio del metodo con cui approcciare tale dibattito appaiono essere il primo passo da muovere sulla strada della ricerca di una maggiore efficacia del principio di autodeterminazione e, in definitiva, di una maggior tutela dei diritti fondamentali, sociali e politici di tutti i popoli.
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