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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06302011-224910


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
GIORGERINI, VALERIA
URN
etd-06302011-224910
Titolo
Associazione tra sindrome di Churg-Strauss e riarrangiamento genico del T-Cell Receptor (TCR) linfocitario
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Bombardieri, Stefano
Parole chiave
  • TCR linfocitario
Data inizio appello
19/07/2011
Consultabilità
Completa
Riassunto
La sindrome di Churg Strauss (CSS) è una vasculite dei vasi di piccolo e medio calibro caratterizzata da ipereosinofilia periferica e tissutale. La vasculite è tradizionalmente correlata alla positività degli anticorpi anticitoplasma dei neutrofili (ANCA) che sembrano concorrere ad alcune manifestazioni di danno della malattia. Gli aspetti patogenetici legati all’aumento degli eosinofili ematici e tissutali sono invece ancora in larga parte da chiarire. Scopo della tesi è stato quindi quello di valutare la prevalenza del riarrangiamento genico delle catene gamma e delta del T-Cell Receptor (TCR) linfocitario in pazienti con Sindrome di Churg Strauss (CSS) al fine di valutare l’eventuale ruolo di una clonalità T nella determinazione dell’ipereosinofilia e le conseguenti implicazioni fisiopatologiche e clinico-terapeutiche.
Il disegno di studio utilizzato è stato quello di uno studio osservazionale di tipo “cross-sectional” condotto in pazienti con diagnosi di CSS formulata in accordo con i criteri ACR.
Le variabili di interesse raccolte e analizzate nello studio sono state le seguenti: a) caratteristiche demografiche dei pazienti b) manifestazioni cliniche e sierologiche cumulative (presenza di porpora, sintomi costituzionali, impegno ORL, polmonare, cardiaco, renale, addominale e del sistema nervoso, ipereosinofilia, ANCA) c) manifestazioni cliniche e sierologiche presenti al momento della determinazione del riarrangiamento del TCR (inclusi determinazione di IL-2, IL-4, IL-5, ANCA, IgE totali, proteina cationica degli eosinofili (ECP), eosinofilia periferica e dell’espettorato. La determinazione della clonalità per riarrangiamento del gene delle catene gamma e delta del TCR è stata condotta mediante polimerase chain reaction qualitativa seguita da elettroforesi capillare su sequenziatore automatico.
Nello studio sono stati inclusi 24 pazienti consecutivi (12 maschi e 12 femmine) che sono stati sottoposti a una rivalutazione completa della malattia comprendente: valutazione clinimetrica della malattia (BVAS,VDI) strumentale (rx torace, eco-addome, ecocardiogramma, densitometria vertebrale e lombare, visita ORL, elettroneuro-elettromiografia) valutazione pneumologica (prove di funzionalità respiratoria, spirometria, PFR/DLCO), esami sierologici ed immunologici. Contestualmente sono state condotte le analisi di biologia molecolare (PCR per TCR).
Lo studio ha dimostrato la presenza di un riarrangiamento positivo del TCR è stato dimostrato in 9/24 (37,5%) pazienti: 2/9 con positività degli ANCA-MPO e 4/9 con rilievo istologico di vasculite. Tuttavia nessuna correlazione è emersa tra la presenza della clonalità T e l’espressione fenotipica della malattia. In particolare, non è emersa alcuna correlazione anche tra la presenza del riarrangiamento del TCR ed i livelli delle interleuchine studiate (IL-2, IL-4, IL-5), della ECP e delle IgE totali.
Questo studio per la prima volta ha dimostrato un’alta prevalenza di un riarrangiamento positivo del TCR nei pazienti con CSS. Rimane da chiarire se la clonalità T sia un epifenomeno o sia piuttosto espressione di un ruolo patogenetico della clonalità T nell’eosinofilia. Il numero limitato dei pazienti inclusi nello studio non ha ancora permesso di rilevare una associazione statistica significativa tra riarrangiamento TCR e malattia di CSS ma, non è da escludere che, tale studio se portato avanti su una casistica più numerosa di pazienti non possa non rivelarla. La presenza di questo riarrangiamento genico potrebbe aprire nuovi orizzonti a migliori strategie terapeutiche dato che le terapie odierne utilizzate permettono un buon controllo di malattia a breve termine, ma rimangono ancora aperti alcuni interrogativi sugli effetti iatrogeni della terapia di mantenimento e sulla remissione stabile di malattia a cui nuovi farmaci più mirati potrebbero rispondere.

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