Tesi etd-06292022-142615 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CAMUSO, SOFIA
URN
etd-06292022-142615
Titolo
La disciplina delle concessioni demaniali marittime tra legittimo affidamento e tutela della concorrenza
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
SCIENZE DEL GOVERNO E DELL'AMMINISTRAZIONE DEL MARE
Relatori
relatore Prof.ssa Napoli, Cristina
Parole chiave
- concessioni demaniali marittime
- direttiva Bolkestein
- legittimo affidamento
- tutela della concorrenza
Data inizio appello
22/07/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/07/2092
Riassunto
All’interno del presente elaborato si prendono in considerazione le concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative, esaminandone la disciplina, a partire da quella fornita dal Codice della navigazione fino ad arrivare a quella contenuta nel disegno di legge per il mercato e la concorrenza, approvato recentemente da parte del Senato e ora al vaglio della Camera dei deputati.
Negli ultimi decenni, in particolare a partire dalla fine degli anni Novanta, si sono iniziati a puntare i riflettori sulla disciplina nazionale delle concessioni demaniali, caratterizzata da previsioni che privilegiavano la posizione dei concessionari uscenti. Tale disciplina si poneva, infatti, in conflitto con i principi sovranazionali contenuti nei Trattati dell’Unione europea, quali i principi di trasparenza, libera concorrenza e imparzialità. Tale conflitto si è fatto ancora più evidente dopo l’emanazione della direttiva 2006/123/CE, la cd. direttiva Bolkestein. All’art. 12, infatti, si prevedeva che le autorizzazioni disponibili in numero limitato a causa della scarsità delle risorse oggetto di autorizzazione, venissero assegnate in seguito a una procedura ad evidenza pubblica. Si è discusso molto sul fatto se le concessioni demaniali marittime rientrassero o meno all’interno di tale categoria. La giurisprudenza è giunta a una risposta positiva, da ultimo nelle recenti sentenze dell’Adunanza plenaria.
Il legislatore nazionale, in seguito alle spinte comunitarie, ha abrogato le previsioni relative al diritto di insistenza e al rinnovo ogni sei anni delle concessioni demaniali, perché accordavano un privilegio al precedente titolare di concessione tale da escludere qualsiasi altro soggetto dal divenirvi titolare, violando così i principi di parità di trattamento e di libera concorrenza. È da questo momento in poi che il legislatore, volendo preservare il legittimo affidamento dei titolari di concessione e nell’attesa di una revisione organica della disciplina, disponeva sistematicamente la proroga delle concessioni demaniali, da ultimo fino al 31 dicembre 2033. Le continue proroghe sono state però dichiarate illegittime perché in contrasto con la direttiva Bolkestein e con l’art. 49 TFUE relativo alla libertà di stabilimento. In questo modo la condizione dei titolari di concessione, dall’essere caratterizzata da certezza e continuità, si caratterizza invece per forte incertezza. L’Adunanza plenaria è intervenuta con le sentenze n. 17 e 18 depositate il 9 novembre 2021 dichiarando nullo il regime di proroghe e fissando la data di scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2023, accelerando così la revisione legislativa della disciplina. Ed è in questo contesto che si inserisce il disegno di legge per il mercato e la concorrenza, che cercando di contemperare il legittimo affidamento dei titolari di concessione con il principio di libera concorrenza e tutti gli altri principi di derivazione europea, tenta di fornire la tanto attesa revisione organica della disciplina.
Negli ultimi decenni, in particolare a partire dalla fine degli anni Novanta, si sono iniziati a puntare i riflettori sulla disciplina nazionale delle concessioni demaniali, caratterizzata da previsioni che privilegiavano la posizione dei concessionari uscenti. Tale disciplina si poneva, infatti, in conflitto con i principi sovranazionali contenuti nei Trattati dell’Unione europea, quali i principi di trasparenza, libera concorrenza e imparzialità. Tale conflitto si è fatto ancora più evidente dopo l’emanazione della direttiva 2006/123/CE, la cd. direttiva Bolkestein. All’art. 12, infatti, si prevedeva che le autorizzazioni disponibili in numero limitato a causa della scarsità delle risorse oggetto di autorizzazione, venissero assegnate in seguito a una procedura ad evidenza pubblica. Si è discusso molto sul fatto se le concessioni demaniali marittime rientrassero o meno all’interno di tale categoria. La giurisprudenza è giunta a una risposta positiva, da ultimo nelle recenti sentenze dell’Adunanza plenaria.
Il legislatore nazionale, in seguito alle spinte comunitarie, ha abrogato le previsioni relative al diritto di insistenza e al rinnovo ogni sei anni delle concessioni demaniali, perché accordavano un privilegio al precedente titolare di concessione tale da escludere qualsiasi altro soggetto dal divenirvi titolare, violando così i principi di parità di trattamento e di libera concorrenza. È da questo momento in poi che il legislatore, volendo preservare il legittimo affidamento dei titolari di concessione e nell’attesa di una revisione organica della disciplina, disponeva sistematicamente la proroga delle concessioni demaniali, da ultimo fino al 31 dicembre 2033. Le continue proroghe sono state però dichiarate illegittime perché in contrasto con la direttiva Bolkestein e con l’art. 49 TFUE relativo alla libertà di stabilimento. In questo modo la condizione dei titolari di concessione, dall’essere caratterizzata da certezza e continuità, si caratterizza invece per forte incertezza. L’Adunanza plenaria è intervenuta con le sentenze n. 17 e 18 depositate il 9 novembre 2021 dichiarando nullo il regime di proroghe e fissando la data di scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2023, accelerando così la revisione legislativa della disciplina. Ed è in questo contesto che si inserisce il disegno di legge per il mercato e la concorrenza, che cercando di contemperare il legittimo affidamento dei titolari di concessione con il principio di libera concorrenza e tutti gli altri principi di derivazione europea, tenta di fornire la tanto attesa revisione organica della disciplina.
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