Tesi etd-06292022-081816 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
LI VOLSI, SILVIA
URN
etd-06292022-081816
Titolo
Utilizzo di lembi peritoneali per l’ampliamento della neovagina nell’ambito della chirurgia di affermazione di genere da maschio a femmina: analisi e risultati di una tecnica chirurgica innovativa
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Morelli, Girolamo
relatore Prof. Zucchi, Alessandro
relatore Prof. Zucchi, Alessandro
Parole chiave
- affermazione di genere
- ampliamento
- chirurgia
- chirurgia
- disforia
- incongruenza di genere
- lembi peritoneali
- MtoF
- neovagina
- penis
- peritoneo
- reconstructive surgical procedures
- riconversione
- robotic surgical procedures
- scrotovaginoplastica
- transgender persons
- vagina
Data inizio appello
12/07/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2092
Riassunto
L’Incongruenza di Genere è una condizione caratterizzata da profondo malessere, che sperimentano gli individui quando non riescono a riconoscersi nel proprio sesso biologico o nel genere assegnatogli alla nascita.
Secondo la WHO circa lo 0,3-0,5% della popolazione mondiale è transgender o comunque fa parte di altre minoranze di genere; tuttavia, in generale i dati relativi ai numeri della popolazione transgender presenti in letteratura sono piuttosto scarsi.
Le cause dello sviluppo di Incongruenza di Genere sembrerebbero essere multifattoriali: geni, ormoni, epigenetica e ambiente.
I pazienti con Incongruenza di Genere sperimentano spesso depressione e insoddisfazione, situazioni che portano gli individui stessi a una disperata ricerca della piena consapevolezza e realizzazione di sé.
Il loro percorso diagnostico-terapeutico è lungo e impegnativo ed è necessaria la cooperazione di un team multidisciplinare che se ne occupi. Il percorso inizia con i Professionisti della Salute Mentale, il cui ruolo è quello di diagnosticare la Disforia di Genere secondo i criteri del DSM-V. Successivamente il testimone passa in mano agli Endocrinologi che, previa valutazione di base e consenso informato, impostano un piano terapeutico ormonale adeguato alla specifica persona. Tale terapia permette lo sviluppo delle caratteristiche sessuali del sesso opposto e i cambiamenti fisici indotti dalla terapia ormonale generalmente si accompagnano a un miglioramento del benessere mentale degli individui. Gli effetti della terapia ormonale si iniziano a vedere generalmente dopo qualche mese, ma c’è comunque una certa variabilità interpersonale e gli effetti dipendono anche dalla dose, dalla via di somministrazione e dalla tipologia di farmaci utilizzati. Questa terapia verrà continuata in genere per tutta la vita.
Dopo questo step, ancora reversibile, il percorso spesso, ma non sempre, culmina con la terapia chirurgica definitiva. Per alcuni, infatti, la chirurgia è essenziale e assolutamente necessaria per riuscire ad alleviare le sensazioni di malessere. L’intervento chirurgico aiuterà questi soggetti a sentirsi maggiormente a proprio agio. L’interesse verso questo ambito della medicina è estremamente recente, motivo per cui le stesse opzioni terapeutiche sono in continua evoluzione.
La Chirurgia di Affermazione del Genere effettuata a Pisa si caratterizza per l’utilizzo della tecnica di scrotovaginoplastica, che si compone di diversi step: orchiectomia, asportazione degli organi erettili (corpi cavernosi e bulbo spongioso dell’uretra), creazione della neovagina e del meato uretrale, neoclitoridolabioplastica e creazione delle grandi labbra. Tale tecnica risulta essere molto affidabile sia in termini di risultati estetici che di complicanze post-operatorie; tuttavia, può essere complicata da stenosi della neovagina, oppure la profondità inadeguata che si ottiene, a causa del limitato tessuto penieno e scrotale della paziente da cui essa si ricava, può essere motivo di insoddisfazione nella paziente.
L’obiettivo di questo studio è stato quindi quello di sviluppare una tecnica chirurgica che potesse essere in grado di ottenere una maggiore profondità della cavità neovaginale nelle pazienti transgender, nonché di ristabilire l’integrità neovaginale nei casi di perdita di profondità per cicatrizzazione conseguente a infezioni o ischemia.
A partire dalla tecnica originale secondo Zhao, il team dell’Urologia dell’AOU Pisana ha modificato l’approccio chirurgico in modo da utilizzare un singolo lembo peritoneale peduncolato, anziché due.
Sono state selezionate 8 pazienti transgender naïf per chirurgia addominale e pelvica, le quali sono state sottoposte nella stessa seduta operatoria a scrotovaginoplastica con ampliamento della neovagina mediante il lembo peritoneale. Quest’ultimo è stato preparato e suturato alla neovagina mediante tecnica laparoscopica classica o robot-assistita. L’età delle pazienti era compresa tra 25 e 65 anni e non presentavano comorbidità. I risultati sono stati molto soddisfacenti, in quanto non si sono verificate complicanze intra o postoperatorie a carico di uretere, vescica o intestino.
La tecnica chirurgica proposta, dunque, risulta unica nel suo genere e permette un aumento della profondità neovaginale variabile dai 4 ai 5 cm. È di più facile esecuzione tecnica e riduce il rischio di stenosi grazie al fatto che viene effettuata una sola sutura tra il margine superiore del lembo e la parete posteriore della neovagina e i due margini laterali. Questa tecnica inoltre permette di ottenere una lubrificazione naturale della neovagina, cosa impossibile da ottenere con la sola scrotovaginoplastica, e ciò permette di raggiungere nel complesso un maggior grado soddisfazione anche nelle pazienti. Il follow up dello studio risulta essere ancora in corso, ma i risultati attuali sono molto incoraggianti.
Secondo la WHO circa lo 0,3-0,5% della popolazione mondiale è transgender o comunque fa parte di altre minoranze di genere; tuttavia, in generale i dati relativi ai numeri della popolazione transgender presenti in letteratura sono piuttosto scarsi.
Le cause dello sviluppo di Incongruenza di Genere sembrerebbero essere multifattoriali: geni, ormoni, epigenetica e ambiente.
I pazienti con Incongruenza di Genere sperimentano spesso depressione e insoddisfazione, situazioni che portano gli individui stessi a una disperata ricerca della piena consapevolezza e realizzazione di sé.
Il loro percorso diagnostico-terapeutico è lungo e impegnativo ed è necessaria la cooperazione di un team multidisciplinare che se ne occupi. Il percorso inizia con i Professionisti della Salute Mentale, il cui ruolo è quello di diagnosticare la Disforia di Genere secondo i criteri del DSM-V. Successivamente il testimone passa in mano agli Endocrinologi che, previa valutazione di base e consenso informato, impostano un piano terapeutico ormonale adeguato alla specifica persona. Tale terapia permette lo sviluppo delle caratteristiche sessuali del sesso opposto e i cambiamenti fisici indotti dalla terapia ormonale generalmente si accompagnano a un miglioramento del benessere mentale degli individui. Gli effetti della terapia ormonale si iniziano a vedere generalmente dopo qualche mese, ma c’è comunque una certa variabilità interpersonale e gli effetti dipendono anche dalla dose, dalla via di somministrazione e dalla tipologia di farmaci utilizzati. Questa terapia verrà continuata in genere per tutta la vita.
Dopo questo step, ancora reversibile, il percorso spesso, ma non sempre, culmina con la terapia chirurgica definitiva. Per alcuni, infatti, la chirurgia è essenziale e assolutamente necessaria per riuscire ad alleviare le sensazioni di malessere. L’intervento chirurgico aiuterà questi soggetti a sentirsi maggiormente a proprio agio. L’interesse verso questo ambito della medicina è estremamente recente, motivo per cui le stesse opzioni terapeutiche sono in continua evoluzione.
La Chirurgia di Affermazione del Genere effettuata a Pisa si caratterizza per l’utilizzo della tecnica di scrotovaginoplastica, che si compone di diversi step: orchiectomia, asportazione degli organi erettili (corpi cavernosi e bulbo spongioso dell’uretra), creazione della neovagina e del meato uretrale, neoclitoridolabioplastica e creazione delle grandi labbra. Tale tecnica risulta essere molto affidabile sia in termini di risultati estetici che di complicanze post-operatorie; tuttavia, può essere complicata da stenosi della neovagina, oppure la profondità inadeguata che si ottiene, a causa del limitato tessuto penieno e scrotale della paziente da cui essa si ricava, può essere motivo di insoddisfazione nella paziente.
L’obiettivo di questo studio è stato quindi quello di sviluppare una tecnica chirurgica che potesse essere in grado di ottenere una maggiore profondità della cavità neovaginale nelle pazienti transgender, nonché di ristabilire l’integrità neovaginale nei casi di perdita di profondità per cicatrizzazione conseguente a infezioni o ischemia.
A partire dalla tecnica originale secondo Zhao, il team dell’Urologia dell’AOU Pisana ha modificato l’approccio chirurgico in modo da utilizzare un singolo lembo peritoneale peduncolato, anziché due.
Sono state selezionate 8 pazienti transgender naïf per chirurgia addominale e pelvica, le quali sono state sottoposte nella stessa seduta operatoria a scrotovaginoplastica con ampliamento della neovagina mediante il lembo peritoneale. Quest’ultimo è stato preparato e suturato alla neovagina mediante tecnica laparoscopica classica o robot-assistita. L’età delle pazienti era compresa tra 25 e 65 anni e non presentavano comorbidità. I risultati sono stati molto soddisfacenti, in quanto non si sono verificate complicanze intra o postoperatorie a carico di uretere, vescica o intestino.
La tecnica chirurgica proposta, dunque, risulta unica nel suo genere e permette un aumento della profondità neovaginale variabile dai 4 ai 5 cm. È di più facile esecuzione tecnica e riduce il rischio di stenosi grazie al fatto che viene effettuata una sola sutura tra il margine superiore del lembo e la parete posteriore della neovagina e i due margini laterali. Questa tecnica inoltre permette di ottenere una lubrificazione naturale della neovagina, cosa impossibile da ottenere con la sola scrotovaginoplastica, e ciò permette di raggiungere nel complesso un maggior grado soddisfazione anche nelle pazienti. Il follow up dello studio risulta essere ancora in corso, ma i risultati attuali sono molto incoraggianti.
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