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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06292021-214034


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
NOVI, SAMUELE
URN
etd-06292021-214034
Titolo
L’inibizione dell’inflammosoma NLRP3 si associa ad un miglioramento del decadimento cognitivo in un modello sperimentale di malattia di Alzheimer
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Fornai, Matteo
correlatore D'Antongiovanni, Vanessa
Parole chiave
  • Alzheimer
Data inizio appello
14/07/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/07/2091
Riassunto
I pazienti affetti da malattia di Alzheimer (MA) sono spesso caratterizzati da neuroinfiammazione intestinale e da disfunzioni motorie enteriche già nelle fasi precoci della malattia. Si ipotizza che l’insorgenza della MA sia riconducibile ad alterazioni che originano dall’apparato digerente, per poi diffondersi progressivamente a livello centrale, attraverso l’asse intestino-cervello. Studi recenti hanno evidenziato che le disfunzioni motorie enteriche possono essere causate da alterazioni della composizione del microbiota intestinale, accumulo di aggregati proteici di Aβ e da un’iperattivazione delle risposte immuno/infiammatorie a livello enterico. Su tali basi si ipotizza che agendo a scopo preventivo a livello enterico si possa prevenire la neurodegenerazione a livello centrale. In particolare, l’inflammosoma NLRP3, un complesso multiproteico implicato nei processi infiammatori, è stato identificato come possibile bersaglio terapeutico. A tale scopo siamo andati a testare una molecola di nuova sintesi non assorbita a livello intestinale, INF176, in grado di inibire selettivamente l’inflammasoma NLRP3 in un modello murino di MA, topo SAMP8. Per tale studio sono stati utilizzati topi SAMP8 di sei mesi di età caratterizzati da un deficit cognitivo intermedio (MA non conclamata) e da disfunzioni motorie enteriche. Il trattamento con INF176 ha avuto una durata complessiva di due mesi. Topi del ceppo SAMR1 sono stati utilizzati come controllo. Dai nostri risultati è emerso che il composto INF176 ha migliorato l’apprendimento e la performance cognitiva nei topi SAMP8. Inoltre, il trattamento con il composto in esame ha indotto un miglioramento dell’attività contrattile intestinale e ha ridotto infiammazione a livello enterico, come mostrato da una riduzione dei livelli di caspasi-1 e IL-1β.
In conclusione, i dati attualmente disponibili suggeriscono che nel modello SAMP8 il blocco dell’inflammosoma NLRP3, localizzato a livello del tratto intestinale, sembra in grado di esercitare effetti positivi sia su questo distretto che a livello centrale, dove si osservano effetti indiretti sull’infiammazione, che si associano a un miglioramento delle performance cognitive. Su tali basi, l'utilizzo di farmaci inibitori dell'inflammosoma NLRP3 ad azione localizzata nell’intestino potrebbe rappresentare una strategia terapeutica innovativa utile per prevenire, o almeno rallentare la progressione del decadimento cognitivo nei pazienti con MA nelle fasi precoci della patologia, ed esercitare effetti positivi sui sintomi intestinali.
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