Tesi etd-06292020-123255 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
VIVALDI, BEATRICE
URN
etd-06292020-123255
Titolo
DIAGNOSI POST-MORTEM DI ANAFILASSI. UN NUOVO APPROCCIO PER L'IDENTIFICAZIONE POST-MORTEM DELL'ALLERGENE RESPONSABILE.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Turillazzi, Emanuela
relatore Prof. Di Paolo, Marco
relatore Prof. Di Paolo, Marco
Parole chiave
- autopsy
- elisa test
- fatal anaphylaxis
- food-induced anaphylaxis
- igE
- milk allergy
- tryptase
Data inizio appello
20/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/07/2090
Riassunto
Lo shock anafilattico è una reazione di ipersensibilità generalizzata grave e potenzialmente letale che si verifica in un soggetto sensibilizzato in seguito all'esposizione ad uno specifico allergene (farmaci, alimenti, farmaci, lattice, ecc.). Si tratta di una sindrome a presentazione variabile, con sintomi generalmente localizzati in 2 o più sistemi (pelle, mucose, sistema respiratorio, cardiovascolare, gastrointestinale o nervoso) e con un’intensità da lieve a severa, fino al decesso.
Gli alimenti sono la causa più comune di anafilassi in bambini, adolescenti e giovani adulti. I cibi più frequentemente responsabili sono latte, uova, pesci, crostacei, arachidi, ecc. La mortalità per anafilassi alimentare è piuttosto rara ma la severità dei sintomi e la possibile conclusione irreversibile rendono questi eventi particolarmente drammatici.
In caso di decesso, la diagnosi post-mortem di anafilassi è piuttosto difficile per i medici legali. A causa della rarità dei casi di anafilassi fatale causata da alimenti, non esiste ancora un protocollo specifico per la diagnosi. Ancora più difficile può risultare l’identificazione dell’allergene alimentare colpevole, mentre è importante conoscerlo per accertare le eventuali responsabilità.
Descriverò nella tesi il caso di una giovane donna di 24 anni, allergica alle proteine dell’uovo e del latte, deceduta improvvisamente dopo aver cenato in un locale pubblico, nonostante il pronto intervento medico.
Grazie alla collaborazione tra il personale sanitario della medicina legale dell’università di Pisa e un gruppo di ricercatori esperti nella chimica degli alimenti è stato possibile elaborare un protocollo da seguire in casi simili. È stata messa in atto infatti un’indagine di tipo sperimentale volta ad ottimizzare l’identificazione e il dosaggio delle proteine allergeniche nei fluidi biologici e nei campioni di alimenti raccolti sulla scena.
Gli elementi innovativi di questa indagine sono stati la neutralizzazione del contenuto gastrico con idrossido di sodio (modalità che ha permesso di arrestare l’attività proteolitica degli enzimi digestivi che altrimenti sarebbe continuata anche dopo la morte, degradando le proteine responsabili) e l’applicazione di tecniche di biologia molecolare sui campioni biologici e sul cibo, che hanno permesso di identificare le proteine verso le quali era sensibilizzata. In tal modo sono state rilevati elevati livelli di proteine del latte (1,2 mg/g) nel pane ingerito: perciò la responsabilità dell’evento è da attribuirsi ad uno scambio tra il pane commerciale, privo di latte, con il pane preparato nel ristorante, contenente latte come ingrediente.
Gli alimenti sono la causa più comune di anafilassi in bambini, adolescenti e giovani adulti. I cibi più frequentemente responsabili sono latte, uova, pesci, crostacei, arachidi, ecc. La mortalità per anafilassi alimentare è piuttosto rara ma la severità dei sintomi e la possibile conclusione irreversibile rendono questi eventi particolarmente drammatici.
In caso di decesso, la diagnosi post-mortem di anafilassi è piuttosto difficile per i medici legali. A causa della rarità dei casi di anafilassi fatale causata da alimenti, non esiste ancora un protocollo specifico per la diagnosi. Ancora più difficile può risultare l’identificazione dell’allergene alimentare colpevole, mentre è importante conoscerlo per accertare le eventuali responsabilità.
Descriverò nella tesi il caso di una giovane donna di 24 anni, allergica alle proteine dell’uovo e del latte, deceduta improvvisamente dopo aver cenato in un locale pubblico, nonostante il pronto intervento medico.
Grazie alla collaborazione tra il personale sanitario della medicina legale dell’università di Pisa e un gruppo di ricercatori esperti nella chimica degli alimenti è stato possibile elaborare un protocollo da seguire in casi simili. È stata messa in atto infatti un’indagine di tipo sperimentale volta ad ottimizzare l’identificazione e il dosaggio delle proteine allergeniche nei fluidi biologici e nei campioni di alimenti raccolti sulla scena.
Gli elementi innovativi di questa indagine sono stati la neutralizzazione del contenuto gastrico con idrossido di sodio (modalità che ha permesso di arrestare l’attività proteolitica degli enzimi digestivi che altrimenti sarebbe continuata anche dopo la morte, degradando le proteine responsabili) e l’applicazione di tecniche di biologia molecolare sui campioni biologici e sul cibo, che hanno permesso di identificare le proteine verso le quali era sensibilizzata. In tal modo sono state rilevati elevati livelli di proteine del latte (1,2 mg/g) nel pane ingerito: perciò la responsabilità dell’evento è da attribuirsi ad uno scambio tra il pane commerciale, privo di latte, con il pane preparato nel ristorante, contenente latte come ingrediente.
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Tesi non consultabile. |