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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06292018-190648


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PELLINI, SARA
URN
etd-06292018-190648
Titolo
Il Vedolizumab nella real life: esperienza pisana
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Marchi, Santino
Parole chiave
  • efficacia
  • sicurezza
  • vedolizumab
Data inizio appello
17/07/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
La terapia delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) si è basata per molti anni sull’utilizzo di mesalazina, steroidi e immunosoppressori. Alla fine degli anni ’90 sono stati introdotti gli inibitori del TNFα farmaci con un meccanismo d’azione innovativo. Nonostante la rivoluzione terapeutica messa in atto dagli anti-TNFα, circa il 40% dei pazienti non risponde già in fase di induzione (primary non responders PNR) e oltre il 50% perde la risposta nel tempo. Una nuova opzione terapeutica in pazienti con MICI attiva è rappresentata dal Vedolizumab (VDZ), anticorpo umanizzato IgG1 monoclonale rivolto contro l’integrina α4β7, che ha mostrato efficacia nell’induzione e nel mantenimento della remissione della rettocolite ulcerosa (RCU) e della malattia di Crohn (MC), negli studi registrativi GEMINI e in recenti studi di real life. VDZ è disponibile in Italia da Giugno 2016.
Scopo del nostro studio è stata la valutazione dell’efficacia, del profilo di sicurezza e dell’impatto sulla qualità di vita correlata alla salute (HRQOL, Health-Related Quality Of Life) del trattamento con VDZ in pazienti con MICI attiva.
Materiali e metodi: Sono stati inclusi nello studio pazienti affetti da RCU e MC afferenti all’U.O. di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria Pisana da giugno 2016 ad aprile 2018. Sono stati esclusi i pazienti con presenza di ascessi addominali o infezioni attive, con una storia di neoplasia in atto e i pazienti affetti da MC con un punteggio Harvey-Bradshaw Index (HBI) <8. Il trattamento con VDZ è stato praticato secondo il seguente schema: 300 mg mediante infusione endovenosa a zero, due e sei settimane e successivamente ogni otto settimane. I pazienti affetti da MC sono stati sottoposti a un’infusione aggiuntiva alla Settimana 10. Alla Settimana 0, 6, 14 e durante il mantenimento abbiamo valutato: l’attività di malattia mediante l’HBI per i pazienti affetti da MC e il Partial Mayo Score (PMS) per i pazienti con RCU; il quadro biochimico mediante il dosaggio della PCR e della calprotectina fecale e la qualità di vita del paziente mediante l’utilizzo dell’ Inflammatory Bowel Disease Questionnaire (IBDQ). I pazienti affetti da RCU che hanno raggiunto la Settimana 30 e la settimana 54 sono stati sottoposti rispettivamente a rettosigmoidoscopia e pancolonscopia con calcolo dell’Endoscopic Mayo Score. La risposta clinica è stata definita come riduzione del punteggio PMS ≥2 punti, con concomitante riduzione del sub-score per sanguinamento rettale ≥1 punto oppure un sub-score assoluto per sanguinamento rettale ≤1 punto per i pazienti affetti da RCU, mentre per i pazienti con MC è stata considerata una riduzione del punteggio HBI ≥3 punti. La remissione clinica è stata definita come un punteggio PMS ≤1 e un punteggio HBI ≤4. La variazione dell’attività clinica-endoscopica, l’andamento della PCR, della calprotectina fecale e la qualità di vita dei pazienti sono stati analizzati con test di ANOVA con comparazione tra gruppi, i risultati sono stati considerati statisticamente significativi per un valore di p < 0,05. Risultati: Tra Giugno 2016 e Aprile 2018 i pazienti trattati con VDZ che hanno eseguito almeno tre infusioni sono stati 52 di cui 36 affetti da RCU e 16 da MC. A 6 settimane dall’inizio del trattamento abbiamo osservato una risposta clinica nel 19.2% dei pazienti, una risposta clinica libera da steroidi nel 28.8%, una remissione clinica nel 17.3, la sospensione dello steroide in assenza di risposta clinica nel 19.2%. Il 9.6% dei pazienti non ha risposto all’induzione mentre il 5.9% ha abbandonato il trattamento. Alla Settimana 30 e 54 la variazione del Full Mayo Score e dell’HBI rispetto al basale è risultata statisticamente significativa (p=0,0152). Sia nei pazienti con MC che in quelli con RCU abbiamo osservato un miglioramento della qualità di vita raggiungendo la significatività statistica alla Settimana 14-30-54 (p=0,0244; p= 0,0183; p=0.0428) Nessun effetto collaterale di rilievo è stato riscontrato nei pazienti trattati, ad eccezione di una reazione non grave correlata all’infusione.
Conclusioni: VDZ si è dimostrato un farmaco sicuro e ben tollerato con buona risposta clinica-endoscopica confermandosi una valida opzione terapeutica in pazienti con MICI attiva.
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