Tesi etd-06292017-121114 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
COMANDATORE, ANNALISA
URN
etd-06292017-121114
Titolo
VARIABILI CLINICHE, PATOLOGICHE E STATO DEL BRCA NELLE PAZIENTI CON CARCINOMA OVARICO AVANZATO
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Gadducci, Angiolo
Parole chiave
- Bevacizumab
- carcinoma ovarico
- chemioterapia
Data inizio appello
18/07/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il carcinoma ovarico rappresenta la settima causa di morte per tumore nella donna e la prima per patologia oncologica nella sfera ginecologica.
L’attuale standard di trattamento per la malattia avanzata consiste nell’approccio chirurgico primario con intento citoriduttivo “ottimale” (inteso come l’asportazione di tutte le localizzazioni di malattia macroscopicamente apprezzabili) seguito da una chemioterapia a base di platino e di paclitaxel, tale trattamento è capace di raggiungere una percentuale di risposta clinica completa di circa il 50%, una percentuale di risposta patologica completa del 25-50%, una sopravvivenza libera da progressione di 15.5-22 mesi e una sopravvivenza globale di 31-44 mesi .Circa il 75% delle risposte cliniche complete e il 50% delle risposte patologiche complete ricadranno dopo un intervallo mediano di 18-24 mesi . Sebbene il carcinoma ovarico epiteliale sia una malattia chemiosensibile , cloni cellulari resistenti si sviluppano nella gran parte dei casi, spiegandone la cattiva prognosi. Infatti negli ultimi 20 anni si è ottenuto solo un modesto miglioramento della sopravvivenza globale a 5 anni, che tuttora si assesta al 30% per le neoplasie ovariche diagnosticate in stadio avanzato. I risultati insoddisfacienti ottenuti con il trattamento standard hanno incoraggiato la ricerca verso nuovi trattamenti attraverso la sperimentazione di diverse ” targeted therapy” che possano anche essere usate come terapia di mantenimento. Lo scopo di questa tesi è stato valutare la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale , in relazione a fattori clinici , patologici e biologici (età alla diagnosi, malattia residua dopo chirurgia , presenza o assenza di ascite ,uso del Bevacizumab quale trattamento concomitante , in 141 pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato di alto grado sottoposte consecutivamente a chirurgia citoriduttiva primaria , chemioterapia a base di taxolo e di carboplatino e a follow-up periodico presso il Servizio di Ginecologia Oncologia dell’ Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana
L’attuale standard di trattamento per la malattia avanzata consiste nell’approccio chirurgico primario con intento citoriduttivo “ottimale” (inteso come l’asportazione di tutte le localizzazioni di malattia macroscopicamente apprezzabili) seguito da una chemioterapia a base di platino e di paclitaxel, tale trattamento è capace di raggiungere una percentuale di risposta clinica completa di circa il 50%, una percentuale di risposta patologica completa del 25-50%, una sopravvivenza libera da progressione di 15.5-22 mesi e una sopravvivenza globale di 31-44 mesi .Circa il 75% delle risposte cliniche complete e il 50% delle risposte patologiche complete ricadranno dopo un intervallo mediano di 18-24 mesi . Sebbene il carcinoma ovarico epiteliale sia una malattia chemiosensibile , cloni cellulari resistenti si sviluppano nella gran parte dei casi, spiegandone la cattiva prognosi. Infatti negli ultimi 20 anni si è ottenuto solo un modesto miglioramento della sopravvivenza globale a 5 anni, che tuttora si assesta al 30% per le neoplasie ovariche diagnosticate in stadio avanzato. I risultati insoddisfacienti ottenuti con il trattamento standard hanno incoraggiato la ricerca verso nuovi trattamenti attraverso la sperimentazione di diverse ” targeted therapy” che possano anche essere usate come terapia di mantenimento. Lo scopo di questa tesi è stato valutare la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale , in relazione a fattori clinici , patologici e biologici (età alla diagnosi, malattia residua dopo chirurgia , presenza o assenza di ascite ,uso del Bevacizumab quale trattamento concomitante , in 141 pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato di alto grado sottoposte consecutivamente a chirurgia citoriduttiva primaria , chemioterapia a base di taxolo e di carboplatino e a follow-up periodico presso il Servizio di Ginecologia Oncologia dell’ Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana
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