Tesi etd-06292011-151003 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
MIRIZZI, GIANLUCA
URN
etd-06292011-151003
Titolo
Correlati clinici e prognostici del baroriflesso nello scompenso cardiaco cronico
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Emdin, Michele
Parole chiave
- baroiflesso
- capacità funzionale
- heart rate variability
- HRV
- metodo deviazioni standard
- prognosi
- scompenso cardiaco
Data inizio appello
19/07/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
19/07/2051
Riassunto
Background: Nell'ambito dell'attivazione dei sistemi di regolazione neuroendocrina che ha luogo
nello scompenso cardiaco, l'imbalance autonomico, associato con un'alterazione della funzionalità
dei feedback viscerali, segnatamente del baroriflesso, ha un ruolo fisiopatologico rilevante. La possibilità
di ottenere misure non invasive della sensibilità barocettiva da registrazioni poligrafiche
attraverso l'applicazione di nuove metodiche fornisce uno strumento ideale al clinico per integrare
l'approccio diagnostico convenzionale al paziente scompensato con indici dalla potenziale valenza
clinica e prognostica. Il presente lavoro si propone di analizzare i correlati clinici e prognostici del
baroriflesso nello scompenso cardiaco utilizzando diversi metodi di misura della sensibilità barocettiva,
tra cui il nuovo metodo delle deviazioni standard (BRS-SD).
Pazienti e metodi: Da una popolazione complessiva di 314 pazienti con scompenso sistolico in condizioni
di stabilità e in trattamento ottimale, sono stati selezionati 169 pazienti consecutivi con
scompenso cardiaco cronico sistolico (frazione di eiezione ventricolare sinistra <50%, in media
33±9%, uomini 81%, età media 61±14 anni, 91% trattati con betabloccanti, 95% con ACE-inibitori
o sartani, 64% con antialdosteronici, 22% con CRT) e ritmo sinusale. Sono stati analizzati i
correlati clinici delle misure derivanti dall’analisi di varie metodiche di calcolo della sensibilità barocettiva:
BRS-SD, analisi spettrale (alfaLF) e metodo delle sequenze. I pazienti sono stati seguiti su
un arco temporale di 5 anni per gli end points di morte cardiaca, morte cardiaca associata a shock
ICD, morte cardiovascolare associata shock ICD, ai fini di valutare la valenza prognostica delle
misure del baroriflesso attraverso l'analisi ROC e di Kaplan Meier.
Risultati: le misure di sensibilità barocettiva ottenute con il nuovo metodo BRS-SD hanno mostrato
una soddisfacente concordanza con quelle ottenute con gli altri metodi, con il vantaggio di poter
essere eseguite in tutti i pazienti (per l’alfaLF nel 66%, per le sequenze + nel 56%, per le sequenze
- nel 62%). La popolazione, quando divisa sulla base della mediana del BRS-SD, mostrava nel
gruppo sottomediano valori di consumo d'ossigeno al picco minori (13±4 vs. 16±7 ml/min/kg,
p=0.001), valori di slope del rapporto VE/VCO2 minori (35±8 vs. 31±7, p=0.002) e minor competenza
cronotropa, misurata con indice di Lauer (0.46±0.23 vs. 0.56±0.27, p=0.03). Inoltre la
prevalenza dei soggetti diabetici risultava più alta (34 vs. 18%, p=0.01), così come i valori di glicemia
a digiuno ed insulinemia (rispettivamente, 108±31 vs. 96±19 mg/dl, p=0.002 e 10.0, r.i.
7.0-14.0, vs. 7.7 UI/L, r.i. 4.9-11.8, p=0.01). Risulta ridotta anche la variabilità della frequenza
cardiaca nel dominio del tempo (SDRR, 89, r.i. 69-110 vs. 99 msec, r.i. 81-124, p=0.01). Non si
sono osservate differenze significative riguardo alla frazione d'eiezione ventricolare sinistra, livelli
plasmatici di NT-proBNP o noradrenalina tra i due gruppi. Tali osservazioni sono state in larga
parte confermate dall’analisi con gli altri metodi. Al follow-up (mediana 25 mesi, r.i. 10-43) si sono
registrati 24 eventi (17 morti cardiache, 2 morti vascolari, 5 shock appropriati dell’ICD). All’analisi
di ROC, il BRS-SD mostrava un’AUC di 0.6 (sensibilità 81%, specificità 50%) mentre l’alfaLF
un’AUC di 0.67 (sensibilità 67% specifictà 33%); i relativi cut-off erano 6.5 msec/mmHg e 6.7
msec/mmHg. Quando analizzati per questi cut-off, i soggetti con BRS-SD al di sotto di questo valore
mostravano una prognosi significativamente peggiore rispetto agli end-point morte cardiaca,
morte cardiaca associata a shock ICD, morte cardiovascolare associata a shock ICD (rispettivamente,
p=0.04, p=0.02, p=0.01).
Conclusioni: lo studio afferma la possibilità di misurare, nella nostra popolazione, con buona accuratezza
e concordanza con gli altri metodi la sensibilità barocettiva con il metodo BRS-SD. La sensibilità
barocettiva ridotta individua soggetti con minore capacità funzionale, minore competenza
cronotropa e variabilità della frequenza cardiaca, indipendentemente da altre variabili come la
classe funzionale, il grado di disfunzione ventricolare sinistra o di attivazione neuroormonale. Inoltre,
nella nostra popolazione la ridotta sensibilità barocettiva si associa ad una prognosi significativamente
peggiore, identificando un sottogruppo di pazienti, in cui in aggiunta ad una terapia convenzionale
con farmaci e device, potrebbe essere identificata una strategia terapeutica mirante alla
modulazione barocettiva.
nello scompenso cardiaco, l'imbalance autonomico, associato con un'alterazione della funzionalità
dei feedback viscerali, segnatamente del baroriflesso, ha un ruolo fisiopatologico rilevante. La possibilità
di ottenere misure non invasive della sensibilità barocettiva da registrazioni poligrafiche
attraverso l'applicazione di nuove metodiche fornisce uno strumento ideale al clinico per integrare
l'approccio diagnostico convenzionale al paziente scompensato con indici dalla potenziale valenza
clinica e prognostica. Il presente lavoro si propone di analizzare i correlati clinici e prognostici del
baroriflesso nello scompenso cardiaco utilizzando diversi metodi di misura della sensibilità barocettiva,
tra cui il nuovo metodo delle deviazioni standard (BRS-SD).
Pazienti e metodi: Da una popolazione complessiva di 314 pazienti con scompenso sistolico in condizioni
di stabilità e in trattamento ottimale, sono stati selezionati 169 pazienti consecutivi con
scompenso cardiaco cronico sistolico (frazione di eiezione ventricolare sinistra <50%, in media
33±9%, uomini 81%, età media 61±14 anni, 91% trattati con betabloccanti, 95% con ACE-inibitori
o sartani, 64% con antialdosteronici, 22% con CRT) e ritmo sinusale. Sono stati analizzati i
correlati clinici delle misure derivanti dall’analisi di varie metodiche di calcolo della sensibilità barocettiva:
BRS-SD, analisi spettrale (alfaLF) e metodo delle sequenze. I pazienti sono stati seguiti su
un arco temporale di 5 anni per gli end points di morte cardiaca, morte cardiaca associata a shock
ICD, morte cardiovascolare associata shock ICD, ai fini di valutare la valenza prognostica delle
misure del baroriflesso attraverso l'analisi ROC e di Kaplan Meier.
Risultati: le misure di sensibilità barocettiva ottenute con il nuovo metodo BRS-SD hanno mostrato
una soddisfacente concordanza con quelle ottenute con gli altri metodi, con il vantaggio di poter
essere eseguite in tutti i pazienti (per l’alfaLF nel 66%, per le sequenze + nel 56%, per le sequenze
- nel 62%). La popolazione, quando divisa sulla base della mediana del BRS-SD, mostrava nel
gruppo sottomediano valori di consumo d'ossigeno al picco minori (13±4 vs. 16±7 ml/min/kg,
p=0.001), valori di slope del rapporto VE/VCO2 minori (35±8 vs. 31±7, p=0.002) e minor competenza
cronotropa, misurata con indice di Lauer (0.46±0.23 vs. 0.56±0.27, p=0.03). Inoltre la
prevalenza dei soggetti diabetici risultava più alta (34 vs. 18%, p=0.01), così come i valori di glicemia
a digiuno ed insulinemia (rispettivamente, 108±31 vs. 96±19 mg/dl, p=0.002 e 10.0, r.i.
7.0-14.0, vs. 7.7 UI/L, r.i. 4.9-11.8, p=0.01). Risulta ridotta anche la variabilità della frequenza
cardiaca nel dominio del tempo (SDRR, 89, r.i. 69-110 vs. 99 msec, r.i. 81-124, p=0.01). Non si
sono osservate differenze significative riguardo alla frazione d'eiezione ventricolare sinistra, livelli
plasmatici di NT-proBNP o noradrenalina tra i due gruppi. Tali osservazioni sono state in larga
parte confermate dall’analisi con gli altri metodi. Al follow-up (mediana 25 mesi, r.i. 10-43) si sono
registrati 24 eventi (17 morti cardiache, 2 morti vascolari, 5 shock appropriati dell’ICD). All’analisi
di ROC, il BRS-SD mostrava un’AUC di 0.6 (sensibilità 81%, specificità 50%) mentre l’alfaLF
un’AUC di 0.67 (sensibilità 67% specifictà 33%); i relativi cut-off erano 6.5 msec/mmHg e 6.7
msec/mmHg. Quando analizzati per questi cut-off, i soggetti con BRS-SD al di sotto di questo valore
mostravano una prognosi significativamente peggiore rispetto agli end-point morte cardiaca,
morte cardiaca associata a shock ICD, morte cardiovascolare associata a shock ICD (rispettivamente,
p=0.04, p=0.02, p=0.01).
Conclusioni: lo studio afferma la possibilità di misurare, nella nostra popolazione, con buona accuratezza
e concordanza con gli altri metodi la sensibilità barocettiva con il metodo BRS-SD. La sensibilità
barocettiva ridotta individua soggetti con minore capacità funzionale, minore competenza
cronotropa e variabilità della frequenza cardiaca, indipendentemente da altre variabili come la
classe funzionale, il grado di disfunzione ventricolare sinistra o di attivazione neuroormonale. Inoltre,
nella nostra popolazione la ridotta sensibilità barocettiva si associa ad una prognosi significativamente
peggiore, identificando un sottogruppo di pazienti, in cui in aggiunta ad una terapia convenzionale
con farmaci e device, potrebbe essere identificata una strategia terapeutica mirante alla
modulazione barocettiva.
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