Correlati clinici e prognostici del baroriflesso nello scompenso cardiaco cronico
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Emdin, Michele
Parole chiave
baroiflesso
capacità funzionale
heart rate variability
HRV
metodo deviazioni standard
prognosi
scompenso cardiaco
Data inizio appello
19/07/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
19/07/2051
Riassunto
Background: Nell'ambito dell'attivazione dei sistemi di regolazione neuroendocrina che ha luogo nello scompenso cardiaco, l'imbalance autonomico, associato con un'alterazione della funzionalità dei feedback viscerali, segnatamente del baroriflesso, ha un ruolo fisiopatologico rilevante. La possibilità di ottenere misure non invasive della sensibilità barocettiva da registrazioni poligrafiche attraverso l'applicazione di nuove metodiche fornisce uno strumento ideale al clinico per integrare l'approccio diagnostico convenzionale al paziente scompensato con indici dalla potenziale valenza clinica e prognostica. Il presente lavoro si propone di analizzare i correlati clinici e prognostici del baroriflesso nello scompenso cardiaco utilizzando diversi metodi di misura della sensibilità barocettiva, tra cui il nuovo metodo delle deviazioni standard (BRS-SD). Pazienti e metodi: Da una popolazione complessiva di 314 pazienti con scompenso sistolico in condizioni di stabilità e in trattamento ottimale, sono stati selezionati 169 pazienti consecutivi con scompenso cardiaco cronico sistolico (frazione di eiezione ventricolare sinistra <50%, in media 33±9%, uomini 81%, età media 61±14 anni, 91% trattati con betabloccanti, 95% con ACE-inibitori o sartani, 64% con antialdosteronici, 22% con CRT) e ritmo sinusale. Sono stati analizzati i correlati clinici delle misure derivanti dall’analisi di varie metodiche di calcolo della sensibilità barocettiva: BRS-SD, analisi spettrale (alfaLF) e metodo delle sequenze. I pazienti sono stati seguiti su un arco temporale di 5 anni per gli end points di morte cardiaca, morte cardiaca associata a shock ICD, morte cardiovascolare associata shock ICD, ai fini di valutare la valenza prognostica delle misure del baroriflesso attraverso l'analisi ROC e di Kaplan Meier. Risultati: le misure di sensibilità barocettiva ottenute con il nuovo metodo BRS-SD hanno mostrato una soddisfacente concordanza con quelle ottenute con gli altri metodi, con il vantaggio di poter essere eseguite in tutti i pazienti (per l’alfaLF nel 66%, per le sequenze + nel 56%, per le sequenze - nel 62%). La popolazione, quando divisa sulla base della mediana del BRS-SD, mostrava nel gruppo sottomediano valori di consumo d'ossigeno al picco minori (13±4 vs. 16±7 ml/min/kg, p=0.001), valori di slope del rapporto VE/VCO2 minori (35±8 vs. 31±7, p=0.002) e minor competenza cronotropa, misurata con indice di Lauer (0.46±0.23 vs. 0.56±0.27, p=0.03). Inoltre la prevalenza dei soggetti diabetici risultava più alta (34 vs. 18%, p=0.01), così come i valori di glicemia a digiuno ed insulinemia (rispettivamente, 108±31 vs. 96±19 mg/dl, p=0.002 e 10.0, r.i. 7.0-14.0, vs. 7.7 UI/L, r.i. 4.9-11.8, p=0.01). Risulta ridotta anche la variabilità della frequenza cardiaca nel dominio del tempo (SDRR, 89, r.i. 69-110 vs. 99 msec, r.i. 81-124, p=0.01). Non si sono osservate differenze significative riguardo alla frazione d'eiezione ventricolare sinistra, livelli plasmatici di NT-proBNP o noradrenalina tra i due gruppi. Tali osservazioni sono state in larga parte confermate dall’analisi con gli altri metodi. Al follow-up (mediana 25 mesi, r.i. 10-43) si sono registrati 24 eventi (17 morti cardiache, 2 morti vascolari, 5 shock appropriati dell’ICD). All’analisi di ROC, il BRS-SD mostrava un’AUC di 0.6 (sensibilità 81%, specificità 50%) mentre l’alfaLF un’AUC di 0.67 (sensibilità 67% specifictà 33%); i relativi cut-off erano 6.5 msec/mmHg e 6.7 msec/mmHg. Quando analizzati per questi cut-off, i soggetti con BRS-SD al di sotto di questo valore mostravano una prognosi significativamente peggiore rispetto agli end-point morte cardiaca, morte cardiaca associata a shock ICD, morte cardiovascolare associata a shock ICD (rispettivamente, p=0.04, p=0.02, p=0.01). Conclusioni: lo studio afferma la possibilità di misurare, nella nostra popolazione, con buona accuratezza e concordanza con gli altri metodi la sensibilità barocettiva con il metodo BRS-SD. La sensibilità barocettiva ridotta individua soggetti con minore capacità funzionale, minore competenza cronotropa e variabilità della frequenza cardiaca, indipendentemente da altre variabili come la classe funzionale, il grado di disfunzione ventricolare sinistra o di attivazione neuroormonale. Inoltre, nella nostra popolazione la ridotta sensibilità barocettiva si associa ad una prognosi significativamente peggiore, identificando un sottogruppo di pazienti, in cui in aggiunta ad una terapia convenzionale con farmaci e device, potrebbe essere identificata una strategia terapeutica mirante alla modulazione barocettiva.