Thesis etd-06292011-135854 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione
Author
BRUNINI, ALESSANDRO
URN
etd-06292011-135854
Thesis title
Effetti della terapia dello scompenso cardiaco acuto sulla funzione renale nel paziente anziano
Department
MEDICINA E CHIRURGIA
Course of study
GERIATRIA
Supervisors
relatore Prof. Carmassi, Franco
Keywords
- furosemide lasix scompenso insufficienza renale cr
Graduation session start date
29/07/2011
Availability
Full
Summary
Le malattie cardiache e renali nel paziente anziano sono frequenti e spesso coesistono determinando un significativo aumento di mortalità e morbidità, della difficoltà di gestione del paziente e dei costi sanitari.
La stretta correlazione tra patologia renale e cardiovascolare ha suscitato in tempi recenti un rinnovato interesse sulla complessa interazione tra cuore e rene. Il tempestivo inquadramento di una concomitante disfunzione renale in un paziente anziano con scompenso cardiaco è di fondamentale importanza non solo per il suo impatto prognostico, ma anche perchè l'uso di molti presidi terapeutici, comunemente utilizzati per il trattamento dello scompenso acuto, aumenta il rischio di eventi avversi.
Le evidenze attuali circa gli effetti dei diuretici sulla prognosi dei pazienti con scompenso cardiaco sono limitate e controverse. Lo scopo della tesi è quello di valutare gli effetti renali della terapia dello scompenso cardiaco acuto nell’ambito di una popolazione anziana affetta da scompenso cardiaco acuto dimostrando la superiorità di urea e dell'escrezione frazionale del sodio come marcatori di insufficienza renale pre-renale rispetto alla creatinina.
Sono stati esaminati 28 pazienti presso la Medicina di Urgenza Universitaria dell'Azienda Ospedaliera Pisana che sono stati ammessi in reparto con la diagnosi di “scompenso cardiaco”. Giunti in reparto, i pazienti sono stati riesaminati per la diagnosi di scompenso cardiaco mediante i criteri di Framingham Maggiori e Minori, sono stati valutati con metodica ecocardiocolordoppler e monitorati con esami ematochimici e raccolta unrinaria delle 24 ore.
I pazienti da noi reclutati erano in numero esiguo per effettuare analisi statistiche significative ma dai dati in nostro possesso è possibile fare alcune considerazioni e pianificare strategie per risolvere i problemi inerenti alla sindrome cardiorenale.
L'insorgerna della sindrome cardiorenale, non solo si associa ad una cattiva prognosi, ma rende anche molto più complessa la gestione terapeutica del paziente. La disfunzione renale nei pazienti con scompenso cardiaco è frequente e gioca un ruolo cruciale nella cascata di eventi che include la ritenzione idrica e il sovraccarico di volume e che, in ultima analisi, conduce ad aggravamento dello scompenso cardiaco e quindi ad ospedalizzazione e/o morte. E’ per tale motivo che è indispensabile evitare ogni ulteriore compromissione del quadro, soprattutto cercando di gestire al meglio la terapia.
La stretta correlazione tra patologia renale e cardiovascolare ha suscitato in tempi recenti un rinnovato interesse sulla complessa interazione tra cuore e rene. Il tempestivo inquadramento di una concomitante disfunzione renale in un paziente anziano con scompenso cardiaco è di fondamentale importanza non solo per il suo impatto prognostico, ma anche perchè l'uso di molti presidi terapeutici, comunemente utilizzati per il trattamento dello scompenso acuto, aumenta il rischio di eventi avversi.
Le evidenze attuali circa gli effetti dei diuretici sulla prognosi dei pazienti con scompenso cardiaco sono limitate e controverse. Lo scopo della tesi è quello di valutare gli effetti renali della terapia dello scompenso cardiaco acuto nell’ambito di una popolazione anziana affetta da scompenso cardiaco acuto dimostrando la superiorità di urea e dell'escrezione frazionale del sodio come marcatori di insufficienza renale pre-renale rispetto alla creatinina.
Sono stati esaminati 28 pazienti presso la Medicina di Urgenza Universitaria dell'Azienda Ospedaliera Pisana che sono stati ammessi in reparto con la diagnosi di “scompenso cardiaco”. Giunti in reparto, i pazienti sono stati riesaminati per la diagnosi di scompenso cardiaco mediante i criteri di Framingham Maggiori e Minori, sono stati valutati con metodica ecocardiocolordoppler e monitorati con esami ematochimici e raccolta unrinaria delle 24 ore.
I pazienti da noi reclutati erano in numero esiguo per effettuare analisi statistiche significative ma dai dati in nostro possesso è possibile fare alcune considerazioni e pianificare strategie per risolvere i problemi inerenti alla sindrome cardiorenale.
L'insorgerna della sindrome cardiorenale, non solo si associa ad una cattiva prognosi, ma rende anche molto più complessa la gestione terapeutica del paziente. La disfunzione renale nei pazienti con scompenso cardiaco è frequente e gioca un ruolo cruciale nella cascata di eventi che include la ritenzione idrica e il sovraccarico di volume e che, in ultima analisi, conduce ad aggravamento dello scompenso cardiaco e quindi ad ospedalizzazione e/o morte. E’ per tale motivo che è indispensabile evitare ogni ulteriore compromissione del quadro, soprattutto cercando di gestire al meglio la terapia.
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